Clamoroso: il Corriere della Sera diffonde la propaganda del femminismo misandrico

8 Agosto 2012
Germano Milite
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Corsera

Di Germano Milite

E un sentiero tortuoso e per certi versi anche pericoloso quello della lotta al nazifemminismo misandrico. Un fenomeno che, soprattutto in America, è incredibilmente diffuso e retto da vere e proprie lobby capaci di rapimenti e minacce di morte anche nei confronti delle stesse donne che osano combatterlo. Chiunque provi a delegittimare cifre, statistiche e vere e proprie campagne d’odio di genere portate avanti da queste “signore”, nella migliore delle ipotesi, viene delegittimato ed infangato con una macchina ben collaudata capace di far finire in carcere, per anni, uomini sulla cui colpevolezza, sebbene i processi e le condanne, appare azzardato mettere la mano sul fuoco (vedi il clamoroso e controverso caso Parlanti).

Fin quando simili battaglie deliranti e strumentali compaiono su blog e siti dichiaratamente femministi, il fenomeno può anche essere compreso. L’aspetto agghiacciante, però, riguarda la diffusione della propaganda anti-maschio anche su quotidiani autorevoli come Il Corriere della Sera. In particolare, mi riferisco a questo intervento pubblicato nell’area blog “La 27esima ora”. Il post ha un titolo suggestivo e grave:Quei numeri che non vogliamo credere: è la violenza che più uccide le donne”.

Poco più sotto il dato “statistico” che fa sgranare gli occhi: “la violenza è la prima causa di morte (in Europa) per le donne fra i 14 e i 44 anni”, linkato ad un maltrascritto “studio” del Consiglio D’Europa. Ora, già leggendo il contenuto dell’intervento linkato (in lingua francese), si capisce che il testo non sostiene assolutamente dati verificati ma riporta un evidente, marchiano (ed intuibile) errore di trascrizione. Errore purtroppo diffuso persino da Amnesty International. A tal proposito, ci sarebbe addirittura una mail firmata da uno studente Americano, Gregory Andresen, che avrebbe costretto la stessa Amnesty a rettificare e scusarsi per aver ripreso dati non sostenuti da fonti attendibili. Lo  si legge chiaramente qui, ma è opportuno fare una precisazione: non è facile trovare notizie ulteriori su questo Andersen e, il Pdf diffuso, potrebbe essere a sua volta un falso.

In ogni caso, nel testo del Consiglio D’Europa, si denuncia la violenza domestica e la si inquadra come “la forma più comune di violenza contro le donne” ma non si linkano fonti, istituti di ricerca, metolodologie statistiche e nulla che possa rendere credibili e soprattutto verificabili le cifre trascritte. In più nessun riferimento alla fascia 14-44 come scritto nel post ma a quella 16-44. Insomma, in estrema sintesi, si parla di numeri buttati a caso e dal valore scientifico pari allo zero.

CIFRE INVENTATE E CIFRE REALI

Ma la parte più inaccettabile e disonesta è quella dove si afferma che “La prima causa di morte vuol dire che un marito, un fidanzato, un convivente uccide più di un incidente stradale, un tumore, la depressione, o qualsiasi disgrazia vi venga in mente”. Ora non occorre un mago della statistica per comprendere che, certe cifre, rappresentano una vergognosa opera di disinformazione. Il Corriere Della Sera, ospitando interventi così beceri e malscritti, al limite del criminale, si fa concreto megafono della propaganda del femminismo misandrico, alimenta inutilmente l’odio di genere e fornisce un pessimo servizio ai propri lettori. Eppure basterebbe controllare i dati Istat o quelli di istituti di statistica più prestigiosi per capire che, ad oggi, la prima causa di morte sia per gli uomini che per le donne, sono ben altre. In Italia, specificatamente (Istat 2006 e 2008 e Ministero della Salute) sono le malattie cardiovascolari ed i tumori che uccidono di più. Parliamo rispettivamente di 130.000 e 70.000 decessi l’anno solo per le rappresentanti del gentil sesso. E le donne che muoiono a causa della violenza dei propri partner? Secondo quanto afferma (senza la minima base documentale) la blogger Alessandra Arachi, dovrebbero quindi essere centinaia di migliaia ogni anno. Cifre da sterminio, dunque. Fosse così, le carceri, dovrebbero essere esclusivamente straripanti di mariti, fidanzati e compagni omicidi.

IL RIBALTAMENTO CLAMOROSO DELLA REALTA’

Ma c’è di più: addirittura un ribaltamento della realtà palesata da queste becere ed irresponsabili disinformatrici. Stando allo studio pubblicato nel 2008 dal Ministro Della Salute, infatti, sulle cause di decesso in Italia “il rapporto uomini/donne del tasso età-specifico relativo alla mortalità generale è in questo gruppo di età (15-44) il più alto fra quelli osservabili ed è dovuto principalmente alla differenza in termini di mortalità per cause violente, che fra gli uomini è ben 5 volte superiore a quello osservato fra le donne. Per questa ragione, le cause violente rappresentano la prima causa di morte fra i 15 e i 44 anni solo per gli uomini, mentre fra le donne della stessa classe il primato spetta ancora ai tumori e ancora una volta al tumore della mammella”.

Eh si, care femministe misandriche: sbugiardare le vostre plateali, diffamatorie e criminali menzogne è facile per chiunque. Basta citare fonti, dati credibili e fare qualche ricerca in rete e tutto il vostro castello di balle che offendono le donne che subiscono sul serio violenze crolla in un lampo.

I REALI MOTIVI DELLA PROPAGANDA ANTI-MASCHIO

Ma perché si fa tutto questo? Come mai, digitando su google le parole chiave “prima causa di morte in Italia”, compaiono come primi risultati proprio siti e blog che riportano le stesse castronerie de “La 27esima ora”? Come già detto, molte “associazioni” che si occupano di denunciare e combattere la violenza sulle donne, vivono di sovvenzioni pubbliche e spot allarmisti. Del resto, se volessero combattere in maniera seria gli esemplari di non uomini che maltrattano o uccidono le proprie compagne, rischierebbero di riuscirci e quindi di perdere il lavoro. Fin quando c’è l’emergenza, si ricevono soldi e si detiene “potere”. Senza il caso eclatante e l’emergenza perenne, però, si rischia di chiudere i battenti.

In America, dove il fenomeno del femminismo estremo è molto diffuso, diversi giudici sono stati minacciati ed intimiditi da vere e proprie associazioni a delinquere mascherate da centri anti-violenza. Anche in questo caso, basta creare ad arte un clima di guerra di genere per sopravvivere. Il problema per queste signore, in effetti, è la perdita di forza del maschilismo vecchio stampo. Dal New York Times che proprio da poco è stato affidato alla direzione di una donna (per la prima volta nella sua storia) a posti di rilievo che sempre più spesso vengono occupati da capacissime rappresentanti del gentil sesso, la lotta di genere pare farsi sempre meno marcata (e remunerativa). Senza contare che, sempre più donne, si distanziano da questi rigurgiti propagandisti anti-maschi dal retrogusto nazi e si rendono conto che, il grave ed imperdonabile fenomeno della violenza sulle donne, va combattuto, sottolineato e sconfitto con ben altri metodi e con ben altri approcci. Del resto, alimentare l’odio di genere in maniera così ossessiva, non fa altro che accrescere un problema esistente e grave. Nessuno può negare l’esistenza delle violenze contro le donne (che nei paesi del terzo mondo raggiungono punte di diffusione allarmanti e risultano in aumento anche in Occidente) ma non è disinformando, mistificando e facendo terrorismo psicologico che si aiutano le vittime. Occorre risolvere il problema, non portare avanti una guerra vendicativa contro un intero genere. 

DA OLTRE UN ANNO IL CORRIERE NON RETTIFICA

Il post “incriminato” mi sono stati segnalati da un amico e sono pubblicati sul Corriere del novembre 2011. Nessuno della redazione del primo quotidiano italiano ha provveduto ad una rettifica o a delle scuse per la mole imbarazzante di mistificazioni, inesattezze e diffamazioni contenute nel testo. Speriamo che, attraverso il network di YOUng, il direttore Ferruccio De Bortoli riesca a prendere atto di questo clamoroso scivolone e a rimediare.

HO SCOPERTO DI ESSERE FEMMINISTA COME ELISABET BADINTER

Non ricordavo il suo nome ma ricordavo bene alcune cose che aveva scritto. Poi l’illuminazione: il libro “La Strada degli Errori” edito da Feltrinelli e quell’intervista commovente e vibrante che parla di femminismo vero, deciso, onesto, coraggioso; invincibile.

Vi linko l’intervista della Badinter di seguito, giusto per farvi capire il mio pensiero su questo delicato tema.

http://www.feltrinellieditore.it/SchedaTesti?id_testo=1320&;id_int=1238


IL PREZIOSO LAVORO DI RICERCA DEL DOTT. PELLIZZARI

Per i più curiosi e mentalmente liberi. Soprattutto per coloro che amano sul serio le donne ed il genere umano senza distinzioni e privilegi di genere, è molto prezioso questo documento del dott. questo documento del dott. Eugenio Pellizzari. Leggetelo liberi da preconcetti e paranoie e scoprire di sapere poco e male sul tema “Violenza sulle donne” e “Violenza domestica”. Il tutto, ovviamente, a differenze dei post da me criticati e fin troppo facilmente sbugiardati, si basa su rigorose basi e ricerche scientifiche e bibliografiche e non mira a diffamare e creare terrorismo psicologico ma ad indagare su un tema delicato e complesso.


L'AUTORE
Giornalista professionista. Partendo dalla televisione, ha poi lavorato come consulente in digital management per aziende italiane ed internazionali. E' il fondatore e direttore di YOUng. Ama l'innovazione, la psicologia e la geopolitica. Detesta i figli di papà che giocano a fare gli startupper e i confusi che dicono di occuparsi di "marketing".
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