Consigli d'autore: American Psycho, un libro da NON leggere

1 Agosto 2013
Davide Di Lorenzo
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christian-bale-american-psycho11Il peggiore gore-splatter che possiate immaginare non potrà mai nemmeno avvicinarsi ai livelli di violenza raggiunti nelle 439 pagine di American Psycho di Bret Easton Ellis. 19 persone torturate e seviziate  con metodiche di ispirazione medievale, 40 pagine completamente dedicate alla descrizione delle peggiori fantasie di sangue forse mai trascritte nella storia della letteratura contemporanea. American Psycho è davvero solo questo?
American Psycho è la storia di Patrick Bateman, un ricco rampollo di Wall Street che si occupa di…nulla, in realtà nulla. In tutto il libro, quando egli è in ufficio non vi è mai una vera mansione lavorativa, salvo prenotare appuntamenti dall’estetista, ristoranti lussuosi o progettare i suoi prossimi omicidi. Si, omicidi; perché Patrick Bateman è talmente annoiato dalla routine e dall’inconsistenza del materialismo che lo circonda (le prime 150 pagine sono praticamente una sfilza di marchi e cartellini degli abiti e degli oggetti che lo circondano) che decide di oltrepassare la linea della derealizzazione che gli invade la mente, di superare la linea gialla che non andrebbe mai varcata quando è in arrivo un treno ma che, poiché barriera così inconsistente, sembra quasi sfidare il nostro lato più segreto dei pensieri. Bateman è un Andrea Sperelli con accetta e sparachiodi, è la caricatura dell’estetismo e della ricchezza sfrenata delle elités finanziarie degli anni ’90, di uno sciame di persone senza stimoli né veri desideri, schiavi dell’ostentazione con cui vincolano ogni proprio gesto.

American Psycho è un libro che NON va letto, secondo molti. Fu fermo ai confini tra USA e Canada per mesi prima di ottenere il permesso di essere messo in commercio,  proprio per l’unicità e la totale mancanza di senso nei gesti del protagonista. Un senso in realtà vi è e non è poi nemmeno così profondo. Bateman non è altro che quello che tutti potenzialmente potremmo diventare e che, a volte, rischiamo realmente di essere se una patina di insensibilità si pone tra noi e il mondo che ci circonda, facendoci sembrare quello che osserviamo tramite il periscopio dei nostri occhi, tutto irrimediabilmente uguale, irrimediabilmente indifferente e incapace di provocare alcuna sensazione, sino a farci chiedere: “perché non farlo?”

Il finale apre il sipario a svariate interpretazioni: io, personalmente, ancora devo scegliere la mia preferita. Forse questo libro non è davvero un capolavoro ma rappresenta sicuramente un esemplare unico in tutta la letteratura; se avete stomaco, dovete sicuramente leggerlo.

PS Riguardo al film solo due precisazioni:
1- Christian Bale è l’attore perfetto per il ruolo
2- Nonostante la trama venga leggermente dissestata e le sevizie del protagonista siano ridotte a qualche scarabocchio, il film, sostanzialmente, sembra rispettare il libro, senza snaturarlo nonostante le esigenze e le limitazioni del grande schermo.

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