Lo sport che fa inorridire gli animalisti – VIDEO

1 Agosto 2013
Redazione YOUng
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L’autrice di questo articolo è una esperta cinofila italiana che risponde alle proteste degli animalisti in merito a questa disciplina. L’articolo viene proposto per un confronto, senza insulti, possibilmente.

Se le discipline di morso bastano già a scatenare le ire funeste dei buonisti e di molti animalisti, se c’è gente che si scaglia contro lo sleddog ritenendolo “un maltrattamento”… discipline decisamente più “estreme”, come il weight pulling o lo springpole,  sono in grado di causare veri e propri parapiglia per il solo fatto di esistere.

Dico subito che il weight pulling, per esempio, non entusiasma neanche me: così come non mi entusiasmano gli “strongmen” che spesso vediamo in TV in trasmissioni come quella dedicata ai Guinnes World Record e che spostano  o sollevano pesi incredibili.
Però, nel caso, evito di guardarli: o, se li guardo, li guardo senza troppo interesse e aspetto l’esibizione successiva, sperando di trovarla più divertente. Di sicuro non mi metto a telefonare alla polizia chiedendole di intervenire.
Invece un “intervento delle forze di polizia” è quanto si augura su Facebook un signore che ha postato questa foto e l’ha corredata con questa scandalizzatissima nota:

AWP1

Qualcuno potrebbe pensare che questa foto fa parte di un’indagine sui combattimenti fra cani organizzati dalla camorra. Purtroppo si sbaglierebbe perchè questa foto è stata fatta negli USA e questa assurdità ha anche un nome: “weight pulling”.Vengono fatte gare, campionati e quant’altro e questa che qualcuno definisce “disciplina” sta prendendo piede anche nel nostro paese, come si capisce con una breve ricerca su internet. Più un cane riesce a trainare pesi enormi, bombato con mille integratori e sostanze dopanti, più viene considerato un campione.Quest’attività non ha nulla di “sportivo” ed è solo un maltrattamento bello e buono che spero sia combattuto con molto impegno dalle forze di polizia“.Segue il solito codazzo di commenti, uno più “gentile” dell’altro: bastardi!! Vergogna!!! Maledetti!!! eccetera eccetera, con punte di vero delirio, tipo questo: “Che maledetti luridi schifosi io libererei quel cane e vi mettere un collare con le lame di ferro in gola cosi quando vi muovete siete morti pezzi di c…. figli di p… maledetti!

E  fosse l’unico.

OLYMPUS DIGITAL CAMERADi auguri di sofferenza e morte è pieno il thread, ma non intendo soffermarmi qui sul fatto che certe persone più si definiscono animaliste, più spargono cuoricini ogni volta che vedono la foto di un cane e più gufano pesantemente gli esseri umani: c’è sicuramente qualcosa di stonato in questo… ma confesso che anch’io, a volte, di fronte a certe foto, auguro mentalmente all’umano responsabile di fare la stessa fine.
Prima di scagliare maledizioni, però, cerco di capire cosa sto vedendo. E se le maledizioni le ho sicuramente tirate (e di cuore) quando ho letto un articolo che parlava di due cani trovati impiccati… la prima volta che ho visto una foto che ritraeva un cane impegnato nel weight pulling, pur avendo inizialmente anch’io una reazione di immediata perplessità, sono andata a informarmi e a cercare di capire di cosa si trattasse.

E quello che ho scoperto, devo dirlo, mi ha del tutto tranquillizzato.
Perché:
a) i cani non sono affatto “bombati” con sostanze illecite. Ci sono controlli severissimi in merito, quindi è praticamente impossibile barare (e mi piacerebbe che si potesse dire lo stesso delle esposizioni canine…). Tra l’altro alle competizioni è sempre presente un veterinario che controlla lo stato fisico dei cani. Gli integratori, naturali e leciti, vengono usati così come in mille altre discipline sportive… ma non capisco come si possano confondere con il doping;
b) ovviamente non è che si prenda un cane a caso, gli si piazzi addosso una pettorina e gli si attacchino dietro millemila tonnellate di peso. L’allenamento è graduale, inizia fin dalla più tenera età (con pesi ovviamente leggerissimi) e prosegue rinforzando sempre positivamente il cane man mano che le difficoltà aumentano;
c) il cane che non intende tirare, semplicemente non lo fa. Si ferma e dice “questo peso te lo sposti tu”… e nessuno gli dice niente. Non viene sgridato, nè tantomeno punito, anche perché questo, come tutti gli altri sport, deve essere considerato dal cane qualcosa di piacevole e gradito. Se lo associasse a qualcosa di sgradevole, non tirerebbe più neanche un carretto da bambini.

awp6Dunque, che c’è di cos’è drammatico, tanto da augurare morte e torture varie a chi lo pratica con il proprio cane?
Cosa c’è di diverso dall’osservare (magari con compiacimento) le performance dell’”uomo più forte del mondo” di turno?
I commenti del tipo “povero amore, povero cucciolo, si vede che sta soffrendo” sono ovviamente sentimentalismi poco sensati: CERTO che il cane ha un’espressione “tirata”, visto che sta facendo uno sforzo fisico imponente! Ma se è per questo, nella foto a sinistra potete osservare l’espressione non certo “rilassata e felice” di Behdad Salimikordasiabi, sollevatore di pesi olimpico.

Behdad SalimikordasiabiPoveraccio, è proprio evidente che lo stanno torturando, no? Eppure la faccia che fa subito dopo essere riuscito nel suo impegno… è quella che vedete invece a destra (qui aveva sollevato 214 kg)! Quindi, per favore, non confondiamo l’espressione di un uomo (o di un cane) sotto sforzo con un’ ipotetica “sofferenza” anche morale: prima di giudicare, guardiamo la faccia che fanno dopo!
E dopo la performance vedremo uomini entusiasti, ma anche cani felici, scodinzolanti, soddisfattissimi di essere riusciti nell’impresa.

E NON SOLO perché hanno soddisfatto il proprietario, ci metterei quasi la mano sul fuoco.
Sono proprio soddisfatti “di loro”.
Infatti, la seconda scusa accampata dai detrattori degli sport di traino è che “l’uomo sceglie di farli, ma il cane no. Viene obbligato da noi“.
Mica vero.
O meglio, è vero che nessun cucciolo picchietta sulla spalla del suo umano dicendogli:  “Da grande voglio fare weight pulling”… ma è altrettanto vero (vedi sopra) che può benissimo scegliere di NON farlo.
Il che significa che, se invece lo fa, ci prova gusto.

awp8E’ davvero solo il gusto di compiacere il proprietario?
E’ un bieco sfruttamento dell’ammmoreeee che il cane prova per noi?
Anche se fosse… temo che lo stesso varrebbe, per esempio, per un cane che fa agility.
Pensate forse che un cane si metterebbe spontaneamente a saltare ostacoli, infilarsi dentro i tunnel o scalare palizzate?
Ma neanche per idea. Il cane, se può scegliere, aggira qualsiasi ostacolo e non pensa neanche di striscio ad infilarsi in uno spazio buio di cui non vede la fine.
Eppure i cani da agility, come tutti sappiamo, si divertono un casino.
E… sorpresa! Si divertono anche quelli che fanno weight pulling.

Trovano una gratificazione in quello che fanno, non solo quando il loro conduttore li premia dopo i 5-10 metri (queste sono le misure massime) percorsi trainando questi carichi, ma anche per il fatto stesso di esserci riusciti. Proprio come l’atleta umano.
Il concetto di “soddisfazione sportiva” non è insito nel cane, questo no: ma se è per questo, non lo è neppure nel bambino umano.
E’ provare, mettersi in gioco e riuscire che costruisce una “mentalità sportiva”: nel cane come nell’uomo.

awp5Terza motivazione addotta dai detrattori (copincollo un altro commento): “la struttura fisica del cane non è quella di un animale da tiro. Questo tipo di attività è contraria a ogni normativa di tutela degli animali, è inutile e sottoporre gli animali a sforzi assurdi, senza scopo, gratificanti solo per i proprietari. Dire che un cane si diverte è una vera idiozia che non tiene conto della fisiologia dell’animale”.

Falso anche questo: i cani da traino sono sempre esistiti, proprio perché la loro struttura fisica lo permette, eccome.
Non per niente i primi cani utilizzati del weight pulling sono stati gli alaskan malamute, da sempre selezionati per il traino pesante delle slitte su brevi distanze (a differenza dei siberian husky, nei quali si ricercavano invece velocità e resistenza su lunghi percorsi). Soltanto in seguito la disciplina è diventata dominio quasi esclusivo di pit bull e american bulldog, cani che adorano “mettersi alla prova”, superare i propri limiti, andare “oltre il massimo”.

Poca & Spring PoleLo stesso discorso vale per lo springpole, altro sport che per anni è stato additato al pubblico ludibrio come “maltrattamento a cui vengono sottoposti i cani da combattimento per rendere più forte la presa”.
Permettetemi di esplodere in una sana risata.
Quello che vedete sulla destra era il feroce cane da combattimento che avevo prima della Bisturi: e quella nella foto era la sua posizione naturale.

panzaridEppure… se solo gli mostravate un manicotto, o un copertone appeso ad una corda, usciva letteralmente di testa: se non gli ho fatto fare springpole con regolarità è solo perché il problema più grande consisteva nello staccarlo da lì (l’altro problema della mia vita era convincerlo a smettere di giocare a pallone prima di morire d’infarto).
Non stiamo neppure parlando di pit bull, ma di staffy: terrier di tipo bull anche loro, ma selezionati come cani da compagnia. Immaginate quanto si amplifichino queste tendenze nei cani selezionati per essere cani da lavoro, instancabili e super-performanti.
Questi impazziscono letteralmente di gioia se possono fare cose estreme: perché gli piace, perché ci sono portati, perché ce l’hanno nel DNA. Certo, non è che sia  troppo normale far fare weight pulling a un golden, o springpole a un chihuahua (a parte il fatto che a qualcuno di loro piace pure): ogni razza ha le sue attitudini e ogni razza ha anche cose che non ama (o che non conviene fargli fare, magari a causa della struttura fisica: personalmente inorridisco molto di più vedendo un bassotto un labrador da agility che non un american bulldog fare weight pulling).
Però, come in ogni cosa, dipende tutto da “come” lo si fa: è evidente che va posta la massima attenzione alla preparazione fisica, alla gradualità dell’allenamento e così via.
Ma prima di condannare, almeno bisogna provare a conoscere meglio.
Così si scoprirà, per esempio, che chi grida “povera schiena”, è in errore, perché il cane traina utilizzando soprattutto i muscoli del collo e delle spalle, oltre ovviamente a quelli degli arti. La colonna è stimolata pochissimo (a differenza di quella dei sollevatori di pesi umani).

awp9Per la schiena di un cane è molto più pericoloso mettergli un bambino a cavallo… cosa che, quando viene postata in una foto su FB, regolarmente scatena ondate di cuoricini, di “checcariniiiiii!” e di “cheammoriiiii!”.
Magari dalle stesse persone che poi augurano “di finire all’inferno” a chi fa sport.
Concludendo: non fermiamoci MAI alle apparenze, ma cerchiamo di capire sempre cos’è esattamente una disciplina sportiva, come funziona, quali rischi effettivi comporta.
Copincollo un altro commento, questa volta molto sensato, apparso in calce al solito post:

“Molte razze canine (sia nordiche che di tipo molossoide) sono state impiegate dall’uomo per lavori di tiro, ovviamente lavori che dovevano (e devono) essere rapportati alla fisiologia, alla età, alla condizione fisica e alla razza del cane utilizzato.
A livello fisiologico, un cane ben allenato, alimentato e curato può sostenere un sforzo di breve durata come quello richiesto in questo sport. I parametri etologici per stabilire se un animale è sottoposto a condizioni non ideali per la sua specie (e nella stessa specie per la sua particolare razza) esistono e sono misurabili scientificamente: questi parametri ci dicono che un cane atleta e predisposto geneticamente a svolgere un determinato lavoro non solo non soffre nel praticarlo, ma bensì esalta tutta la sua essenza di essere vivente nel manifestare se stesso e le sue attitudini naturali, senza le quali ogni tipo di coercizione esterna risulterebbe inutile per obbligare il cane a fare ciò che non è programmato a compiere per sua stessa natura.
Il discorso è questo per ogni tipo di attività sportiva o lavorativa del cane, dalla caccia grossa alla difesa, dal traino alla ricerca dei feriti sotto le macerie. Se così non fosse sarebbe inutile il ricercare il singolo soggetto (o la razza) adatta ad un determinato impiego, essendo sufficiente solo il “condizionare” un cane a fare un determinato lavoro.
Ora, tutti gli esperti di cinofilia e di etologia animale sanno invece che senza una predisposizione naturale trasmessa geneticamente dai genitori non è possibile utilizzare un cane nel lavoro. Per farla breve, senza la libera e volontaria partecipazione del cane non è possibile fargli fare nulla”.

Ovviamente, sotto a questo commento, sono proliferati ulteriori “maledetti!” “pezzi di merda, crepate tutti!” eccetera, perché l’ottusità non conosce il confronto, non lo accetta, non lo concepisce neppure.
Ma l’ottusità è, appunto, ottusità: e come tale ha poche speranze di essere superata da ragionamento.
Io spero invece che le persone “normali” e non ottuse, né fanatiche, possano rendersi conto che questi sono  semplicemente sport fisiologicamente adatti alle razze e ai soggetti che li praticano: sport che, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono anche svolti con la massima attenzione al benessere del cane (cosa che sicuramente non posso dire per coloro che i cani li tengono costantemente sul divano, al massimo con l’uscitina in giardino – quando c’è – ma convinti di “trattarli come figli” mentre li stanno letteralmente ammazzando a botte di sovralimentazione, obesità, mancato rispetto per il loro cuore e il loro polmoni e così via).
Di forme di maltrattamento, ahimé, ce ne sono a bizzeffe: e le più subdole forse sono proprio quelle che sembrano rappresentarne l’esatto contrario (perché nessuno scrive chilometri di insulti sotto la foto del cane obeso, anzi si becca tanti bei cuoricini: e l’umano è tutto goduto). 
Il mio invito, dunque, è soltanto questo: pensateci.
Pensateci prima di insultare, maledire, lanciare anatemi: poi, se non vi piace il weight pulling, nessuno vi obbliga a farlo fare al vostro caneRipeto quello che ho detto all’inizio: non entusiasma neanche me e non credo che lo farei. Se è per questo, non mi metterei neanche a sollevare pesiMa non per questo penso di dare fuoco a chi invece lo fa.

 di Valeria Rossi Ti Presento il cane.com

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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