Benzina alle stelle. La colpa è dello Stato o dei petrolieri?
Poche settimane fa il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, dichiarò di volersi occupare della questione “carburanti” e lanciò un monito ai petrolieri, protestando contro gli ultimi rincari programmati a ridosso dell’esodo estivo.
Che il prezzo del carburante in Italia sia alle stelle e i rincari continuino a susseguirsi, sono dati di fatto, ma non è altrettanto veritiera l’ipotesi che la colpa sia tutta dei petrolieri, in Italia.
Sul prezzo finito della benzina pesa un’altissima imposizione fiscale, circa il 50% del totale, tra Iva, imposte e accise. Ma andiamo nel dettaglio:
ACCISE
1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
0,082 euro per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012.
Nonostante tutta questa sfilza di accise, la maggior parte delle quali pluritrentennali e mai abolite, vanno poi sommate l’imposta sulla fabbricazione dei carburanti, e l’ IVA al 21%, paradossalmente calcolata sia sul prezzo del carburante, sia sulle varie accise e imposte. Una tassa sulla tassa, genialità tutta italiana.
Totale imposizione fiscale: 46% per i diesel, 53% per la benzina.
Fonte dei dati: ministero dello Sviluppo Economico, di cui è titolare Flavio Zanonato, probabilmente a sua insaputa.