Il machiavellico Redditometro e l'inversione dell'onere di prova per privati cittadini

19 Agosto 2013
Redazione YOUng
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equitalia1

L’ennesima grande trovata che darà la mazzata finale ai cittadini italiani, già vessati da una pressione fiscale spaventosa, sta finalmente approdando nel Bel Paese: il redditometro di Befera ha finito la sua fase di rodaggio e si appresta a mietere le prime vittime già a settembre.

Con la scusa della guerra all’evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate spulcerà le spese sostenute dai contribuenti e bollerà come potenziali evasori fiscali tutti coloro che si scosteranno oltre il 20% dal loro reddito dichiarato, iniziando i controlli dall’anno 2009.

Il problema infatti sorge per il modo in cui è strutturato questo infernale strumento vessatorio: si basa sui soliti modelli statistici che prevedono i totali di spesa per ogni nucleo familiare, calcolati a seconda delle varie zone di residenza, con delle differenze tra grandi e piccoli centri abitati, Nord e Sud Italia.

Il redditometro funzionerà proprio come i classici studi di settore per gli autonomi e le partite Iva, con l’inversione dell’onere di prova, machiavellico strumento che non ha eguali al Mondo e che funziona più o meno così:

Hai comprato un’utilitaria, una casa, ristrutturato un appartamento, fatto delle vacanze, donato dei soldi in beneficenza, sostenuto spese mediche o veterinarie? Con quali soldi le hai pagate? Erano risparmi di una vita? Erano frutto di donazioni di qualche parente? Vincite? Rendite finanziarie già tassate? Provamelo.

Io Fisco suppongo tu stia evadendo perchè presumo tu abbia guadagnato (o in questo caso, speso) più di quanto hai dichiarato, e senza alcuna prova faccio partire un accertamento induttivo e ti obbligo a fornirmi prove materiali che attestino il contrario, ovvero devi provarmi di NON aver commesso alcun reato.

Non essendo i privati cittadini delle aziende, è sostanzialmente assurdo pensare che si siano tenuti gli scontrini, le fatture e le ricevute di tutte le spese sostenute per 5/4/3/2 anni, così da poter provare allo Stato Strozzino che le loro congetture sono frutto di una madornale cantonata. E se il privato cittadino non riesce a convincere la commissione, arriva il salasso: multa e obbligo di pagamento dell’importo “evaso”.

E in un Stato che per costituzione si definisce democratico e che sancisce come diritto inviolabile la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, un atteggiamento così iniquo, vessatorio, e illiberale non è ammissibile, men che meno quando a perpetrarlo è un organo governativo e soprattutto viene messo in atto in un periodo di profonda crisi recessiva e strutturale come quella che sta colpendo l’Italia da 5 anni a questa parte.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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