Il Governo delle tante promesse che sta spingendo l'Italia nel baratro

27 Settembre 2013
Redazione YOUng
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Pochi giorni fa Giovannini annunciava: “Entro metà ottobre ridurremo il cuneo fiscale”. Nessuno ha esultato, nessuno ci ha creduto veramente. E alla prova dei fatti abbiamo avuto ragione.

Il Governo delle larghe attese sin dalla sua nascita non ha fatto altro che annunciare mirabolanti provvedimenti, per poi rinviarli costantemente all’ultimo minuto.

“Ridurremo le nostre indennità del 30%” (Boldrini, 20/03/2013)

“Ridurremo il finanziamento pubblico ai partiti e il numero di parlamentari” (Letta, 23/05/2013)

“Ridurremo il costo del lavoro e le tasse sulle imprese” (Zanonato, 09/06/2013 e Giovannini 07/09/2013)

“Ridurremo l’Imu alle imprese” (Zanonato, 19/06/2013)

“Ridurremo le auto blu e i voli di Stato” (Letta, 12/08/2013)

“Ridurremo il costo dell’energia” (Zanonato, 19/08/2013)

“Bloccheremo l’aumento Iva” (Tutti, tutti i giorni)

E dopo tutti questi annunci, il risultato qual è stato? Che niente di tutto ciò è stato fatto, che tutto rimane uguale, se non addirittura va peggiorando di giorno in giorno.

“E’ stata eliminata l’Imu sulla prima casa”. Evviva, tutti a esultare! Poi si è finalmente capito che non esistevano reali coperture economiche, e che a dicembre sarebbe entrata in vigore la nuova “Service Tax” (senza ancora uno straccio di decreto attuativo) che avrebbe inglobato la vecchia IMU e sarebbe andata a carico non solo dei proprietari di casa, ma pure degli affittuari. Un restyling di nome, di fatto un rimedio peggiore del male stesso.

A dicembre inoltre arriverà la nuova Tares, ancora più cara della vecchia Tarsu che va a sostituire (si parla di una maggiorazione da 2 a 6 volte rispetto alla precedente).

E la promessa di ridurre il cuneo fiscale e le tasse sulle imprese? Scherzetto! Per bloccare l’aumento al 22% di Iva, già stabilita dall’Esecutivo Monti (sostenuto dalla stessa attuale maggioranza, ricordiamolo) cos’hanno ben pensato di fare i nostri Ministri? Hanno ben pensato di aumentare gli acconti Ires e Irap fino al 103%, ovvero la pretesa di ricevere anticipatamente il 100% delle future imposte relative al 2014 + un’ulteriore 3%, il tutto senza aver ancora fatturato nulla.

Ma non finisce qui! Tutto questo al mirabolante Governo delle Larghe Attese non bastava e allora, cosa si fa di solito in Italia quando servono soldi? Si aumentano le accise e le imposte sui carburanti, che già ora gravano per il 75% sul prezzo alla pompa, prezzo che attualmente è il più alto d’Europa.

E i tanto sbandierati tagli alla spesa pubblica, necessari per reperire le coperture per il taglio del cuneo fiscale? Niet! Niente da fare. Con 800 miliardi di spesa pubblica, e con centinaia di migliaia di sprechi che tutti i giorni sono sotto gli occhi di tutti, dicono non ci sia nulla da tagliare. (Fassina, 25/09/2013).

Ma i nostri governanti sono fiduciosi, c’è chi vede la luce fuori dal tunnel e crede che la ripresa arriverà a breve. Ma un Paese che demonizza le imprese, con un fisco estorsore e asfissiante che pretende il 70% dei sudati guadagni, che pretende il pagamento delle imposte anche in caso di perdita d’esercizio e che tratta i propri cittadini come dei sudditi, a mio avviso non ha possibilità di ripresa, non ha nessun futuro.

Quella luce in fondo al tunnel che tutti vedete, in realtà è un treno carico di dinamite che sta per schiantarsi sul Belpaese e che lascerà solo cumuli di macerie. Tutto questo grazie alla vostra lungimirante politica di “crescita”.

Il Governo delle tante promesse spinge l’Italia nel baratro e le dà la mazzata finale.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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