La verità sulle tragedie del mare: tra crimini di guerra e possibili soluzioni che l'Italia non vuole adottare

15 Ottobre 2013
Maria Melania Barone
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solzuzione al problema immigratiDopo le due tragedie di Lampedusa e il cimitero di corpi dispersi in tutto il bacino delle acque sicule, i politici hanno deciso finalmente di abbandonare il populismo per la verità: questi immigrati non vengono in Italia dove non c’è lavoro e lo sanno, ma transitano in Italia per raggiungere paesi nord europei.

NON FARLI PARTIRE? – Adesso quindi che tutti i razzisti si son messi l’anima pace e che son riusciti finalmente a comprendere che questo povero e insignificante paese non vale molto persino per gli immigrati, tutti hanno un unico obiettivo decisamente ipocrita che apre la strada al populismo e alla propaganda oltre che all’Incoerenza: fermare le tragedie nel mare. Come? La soluzione è in mano ai saggi del PDL, del PD,  della stampa e di tutti gli altri ed è banale quanto crudele: “non farli partire dalla Libia“. Insomma l’Italia pretende l’aiuto dall’Europa con la scusa che gli immigrati vogliono andare in altri paesi dell’UE, ma quando ottiene il rifiuto propone di tenerli segregati nelle carceri libiche. Solo che a quel punto la Libia potrebbe rivendicare le stesse ragioni e chiedere aiuto all’Italia e all’Europa con la scusa che gli immigrati vogliono raggiungere altri paesi. A quel punto diventa un cane che si morde la coda.

Chi fa una proposta simile probabilmente non ha capito la strada che queste anime perdute hanno dovuto fare solo per arrivare in Libia e probabilmente non hanno intenzione di guardare agli accordi criminali del passato in cui proprio l’Italia finanziava la Libia per arrestare il flusso di immigrati innescando un sistema criminale di violenze  e di soppressione totale dei diritti umani. Una realtà triste quanto vera, crudele quanto dolorosa, accennata anche nell’articolo in cui si proponeva il Nobel per la guerra all’Italia (leggi).

TRAGEDIE NEL MARE, UN PRETESTO PER EUROPEIZZARE – Alfano invece ha cavalcato l’onda della passione e della compassione per le centinaia di morti nel mare che lui dice di avere coraggiosamente osservato da vicino. Se pensate che, per arrivarci, si sia fatto un giro nella Salerno – Reggio Calabria o in treno, vi state sbagliando. Lì si che avrebbe dato prova di coraggio, ci vuole fegato per fare un viaggio di minimo 12 ore. Alfano con un elicottero di stato ha volato tra le regioni dell’emergenza, riuscendo in un solo giorno a guardare in faccia i cadaveri, rilasciare per il 90% del tempo interviste alle tv nazionali presenti a Lampedusa, e poi è riuscito anche a trovarsi per le 14 in Parlamento a proferire parole di aut aut per l’Europa. Alfanuccio nomina impropriamente il trattato di Shengen (leggi) senza nemmeno rendersi conto di cosa sta parlando: solo sulla base di questo trattato l’Italia è legittimata a chiedere ed ottenere aiuti dall’Europa. Peccato però che Alfano non si sia accorto che il trattato di cui parla è tutt’altra cosa. Considera infatti soltanto alcuni settori dell’economia e in particolare il turismo, non menziona le situazioni di emergenza, nè tantomeno i diritti umani. Per questo dall’Europa hanno fatto finta di non sentire. Probabilmente non hanno nemmeno capito l’assurdità delle sue parole.

LA GABBIA LIBICA – Quindi torniamo a quelle povere anime stuprate che tra le guerre o la povertà e quindi all’immigrazione economica o di tipo umanitario giungono in Libia. Li vengono arrestati, stuprati e costretti a pagare una cauzione per uscire come se fosse un’estorsione legalizzata. Alle donne, quando va bene, vengono stuprate e quando va male escono anche incinte, partoriscono in mare o sui barconi o in Italia in modo prematuro a causa dello stress della traversata. Quando va peggio invece, donne e uomini vengono uccisi dalle tempeste o dal mare troppo agitato. I più sfortunati muoiono vicino le coste italiano come abbiamo visto in questi giorni. E Alfano cosa vorrebbe fare? Vorrebbe che questi uomini non partissero? Che restassero nella Gabbia Libica?

LA SOLUZIONE – Basterebbe destinare parte dei fondi statali all’acquisto di 3 aerei di linea. Basterebbe un volo di linea per trasportare tutti gli immigrati dall’Italia ai paesi di destinazione con un visto turistico. Molto semplice. In questo modo l’Europa non può assolutamente ignorare le richieste dell’Italia ma nella maggior parte dei casi sarà costretta a subirle. Questo vale per chi ha i documenti, per chi non li ha invece, si va a richiederli mendiante l’ambasciata. Quindi l’Italia organizza in gruppi i rifugiati che vogliono andare in Svizzera, altri che vogliono andare in Germania, altri in Francia e partono i voli di linea. Tutto pulito, tutto legale, senza che nemmeno l’Europa possa proferire una sola vocale.

L'AUTORE
Giornalista pubblicista nasce a nel cuore di Napoli ma vive in molte città italiane, dopo aver compiuto studi umanistici si interessa al mondo editoriale con particolare attenzione alla politica, ambiente e geopolitica.
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