Scèpsi della faccia da schiaffi

5 Gennaio 2014
Davide Di Lorenzo
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batmanslapNella vita, ognuno di noi ha conosciuto una “faccia da schiaffi“. In molti casi i “facce da schiaffi” o “facc e’ paccr”, se tradotto nel mio dialetto nativo, sono persone con cui non si è mai davvero avuta alcuna relazione, che a stento si conoscono o che, di persona, non si conoscono affatto. Nonostante ciò, però, hanno saputo farti esplodere i condotti del circolo venoso endo-cranico più volte di quante potrebbe farlo ad un hipster l’improvvisa scomparsa dell’LP live dei Belle and Sebastian dallo scaffale dei dischi “brutali trovati in un mercatino assurdo di Berlino”.

La fisionomia di questi individui non è quella dei vincenti, ma nemmeno quella degli eterni secondi. Hanno la forma di coloro che nella vita nemmeno ci hanno mai gareggiato ma che rimangono alla TV a guardarne lo scorrere sbuffando, facendo qualche tiro di drum e affermando: “ei, però, dai, se c’ero io vincevo sicuro“. Spalle strette, viso allungato, la pelle che ancora conserva i segni della decennale lotta tra il Topexan e quel pugno (metafora, ma non troppo) di vita sessuale che  il destino ha concesso loro, forse per pietà. Ventre stranamente pingue, gambe a X, muscolatura da lanciatore di moniti: praticamente un Gollum, il ritratto che Picasso avrebbe eseguito se gli avessero commissionato “La Mediocrità”.

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Non sentite nemmeno nominare il suo nome per anni, ne dimenticate addirittura l’esistenza, invece lui, il Faccia da Schiaffi, è lì ad aspettare il momento propizio. Probabilmente non ha nemmeno vissuto il tempo che intercorre tra la penultima e l’ultima volta che è entrato nella vostra vita e l’ha passato come Cell di Dragon Ball, chiuso in un bozzolo fetale, nutrendosi delle briciole già digerite delle sventure altrui. Sposerà una donna come Daniela Santanché, lei guiderà una smart che parcheggerà dandoti l’illusione che il posto sia libero, lui avrà un SUV, uno di quelli grossi e maschi, talmente virili che per farlo partire deve allungare la benzina con gli anabolizzanti e il cui clacson suona “The Eye of the Tiger“; lo guiderà sempre sotto i 30km/h, impedendone il sorpasso. Compreranno un cane piccolo, odioso e schizofrenico con gli occhi strabici e le orbite ipertrofiche, che chiameranno Dudù ( o con un nome greco a caso che fa tanto borghese). L’infame quadrupede ti tempesterà il marciapiede sotto casa (abiteranno dall’altra parte del mondo ma, sì, il cane farà i bisogni dovunque tu abiterai) di ricordini olezzosi che peseranno 4 volte la sua massa corporea.

Sono esseri umani talmente odiosi al sol guardarli che inizi ad essere convinto siano stati concepiti durante il rapporto sessuale tra le persone che odi di più sulla terra nel luogo che odi di più sulla terra, nelle condizioni che odi di più sulla terra: Ligabue (con il capello alla David Lynch che lo rende ancora più odioso) che sballottola senza pietà Valentina Vezzali su un letto di sabbia urticante con il citofono che squilla e X Factor in TV, con un album di Gigi D’Alessio di sottofondo e Lucifero in persona che ride della scena, succhiando rumorosamente l’ultimo dito di coca cola da un bicchiere da cinema. Prendetela con ka(l)rma, forse, Batman ci salverà.

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