La Coscienza di Zerinol: a flu story

9 Gennaio 2014
Davide Di Lorenzo
Per leggere questo articolo ti servono: 1minuto

sneezeSento esploderti dentro da giorni e provo a contenerti invano, come fossi un amore adolescenziale il giorno dopo la tua prima delusione. Dovrei ribattezzare il mio naso Niagara, dopo che in solo tre giorni sembra diventato quello di Michael Jackson e starnutisco come un uomo allergico alle bugie che entra in Parlamento. “E’ arrivata l’influenza” urlerebbe un messo regio per le strade se fossi nato quando la cura più adatta si chiamava “sanguisuga”. Gli untori si nascondono nelle metropolitane, nei bus, provano a colpirti con pallettoni di germi che sparano dalla doppietta rubiconda tra occhi e bocca.

Mandarini ne scuoio come fossero ignare ospiti a casa di Ed Gein (almeno il rischio scorbuto è scongiurato), il the bollente con il miele sostituisce la birretta in piazza, le zuppe di verdure mi rimpinguano lo stomaco di effimero calore. Dai che ce la faccio, eppure sono tre giorni e ancora non mi passa. Si fa incetta di rimedi della nonna come di grassi insaturi sulla tavola di Giuliano Ferrara, eppure non basta: “non dovresti prendere medicinali, ti indeboliscono il sistema immunitario” un giorno mi disse un apprendista medico, una futura alchimista di panacee e placebo.

Mi manchi solo tu, non avrei voluto, eppure sono qui come Neo: “pillola bianca o pillola bianca” mi dice, millantando l’alternativa, il Morpheus in camice verde della farmacia sotto casa.

STRAP, TAP, GLUGLU, AH

La prima pillolina è andata giù: mi piace pensare contenga 300 principi attivi armati di scudo e Xiphos che si schiereranno a falange nella stretta “gola” dell’esofago, a difendermi da un milione di bacilli.

SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI