La Francia dei diritti delle donne

30 Gennaio 2014
Redazione YOUng
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Congedo paternità, uguaglianza professionale, lotta alle violenze: approvata una legge per la parità nella Francia dei diritti delle donne.

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La ministra dei diritti delle donne, in Francia, Najat Vallaud, classe 1977.

Quasi un anno fa segnalavo un emendamento emanato nel quadro della legge per il finanziamento della  sanità pubblica che rende possibile l’accesso gratuito alle minorenni alla contraccezione

Poi la notizia dell’approvazione della legge che regolamenta le nozze e le adozioni da parte di coppie omosessuali.

Ieri, 29 gennaio 2014, l’Assemblea nazionale francese, con soli 24 voti contrari (e ben 359 a favore!) approva il progetto di legge sulla parità uomo-donna.

I  punti più interessanti di questo testo legislativo:

– la decisione di interrompere volontariamente una gravidanza è definita come un diritto

– si elimina lo stato di bisogno, di solitudine e miseria (détresse) come condizione per ricorrere all’IVG

– si respinge la proposta di negare il rimborso pubblico a chi si sottopone a IVG

– scompare la dicitura “Buon padre di famiglia” dal linguaggio legislativo

– si prevedono pene severe per chi intralcia il diritto all’aborto

– si prevede l’obbligo per i giornalisti a frequentare corsi di formazione per la parità tra donne e uomini

– si fa una riforma del congedo parentale. Finora, la madre o il padre avevano diritto a sei mesi di congedo alla nascita del primo figlio; con la nuova legge il congedo può essere prolungato di altri sei mesi, a condizioni che a beneficiarne sia l’altro genitore

– si introduce una “garanzia statale” sugli alimenti che spettano al genitore separato (se chi deve pagare non lo fa, supplisce lo Stato che poi si rivale sul debitore)

– se in una coppia di verificano violenze coniugali, il giudice potrà espellere il coniuge violento dal domicilio comune con un provvedimento d’urgenza immediato, senza attendere la condanna penale, per una durata massima di sei mesi.

– il numero unico 3919 per rispondere alle chiamate che denunciano violenze coniugali, violenze sessuali, mutilazioni sessuali o matrimoni forzati viene istituzionalizzato

– viene incoraggiata la reale parità nel mondo del lavoro.  Chi paga di più l’uomo della donna a parità di lavoro, non potrà partecipare alle gare di appalto pubblico e le quote rosa  nei CDA vengono estese a tutte le aziende con più di 250 dipendenti e con più di 50 milioni di euro come volume di affari

– I concorsi di bellezza per “Mini miss” sono vietati a chi ha meno di 13 anni

– l’amministrazione pubblica invierà le sue comunicazioni alle donne usando il loro cognome alla nascita e non quello da sposate, salvo indicazione contraria.

Questo testo verrà sottoposto al Senato in marzo. Se troverà approvazione anche in quella sede, diventerà legge a tutti gli effetti.

 Comunicazione di genere

 

 

 

 

 

L'AUTORE
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