Matricola e pornostar: " Provate a fermarmi"

26 Febbraio 2014
Redazione YOUng
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Lauren A.  (nome di fantasia), giovane matricola della Duke University sconvolge la comunità accademica.  La ragazza che da sempre ha usato uno pseudonimo per la sua attività lavorativa è stata “scoperta” da alcuni suoi colleghi  e ha deciso di raccontarsi

schoolgirl

Sono una porno star . Sono una matricola del college . Tu non sai niente di me .
Lauren A.

” Ma perché fai porno ?

E’ una domanda che mi sento rivolgere spesso, soprattutto quando scoprono che sono una matricola alla Duke University e che sono in carne ed ossa, non solo una voce sussurrata in chat.

E’ semplice: non potevo permettermi 60.000 $ in tasse scolastiche , né volevo gravare la mia famiglia di questa spesa e allora ho scelto di dedicarmi a qualcosa che adoro fare. Si, perchè la mia esperienza nel porno è stato un eccitante , emozionante sostegno e un modo per migliorarmi.

La domanda successiva è sempre : “Ma quando ti laurei chi ti assumerà?”

Altra domanda facile alla quale rispondo facendo spallucce: “ Non ho interesse a lavorare per chi discrimina i lavoratori del sesso” .

Non mi vergogno del porno . Al contrario, ne sono gratificata, purchè si rispetti la mia privacy. E’ questo che mi ha spinto a rilasciare un’intervista: il fatto che chi conosce la mia vera identità non abbia rispettato la mia volontà. Allora, se la gente parla di me, devo poter replicare. Ma non me ne vergogno: perchè vergognarsi di qualcosa di perfettamente legale e nel quale tutte le parti coinvolte sono consenzienti? Qui non si parla di sfruttamento o violenza inflitti alle sex workers. Di sicuro anche in questo ambito ci sarà chi non possa vantare esperienze positive ma è proprio rimuovendo lo stigma sociale associato a questa professione che si potrà garantire una seria regolamentazione e vigilanza. Urlando “ Vergogna!” o attribuendo a chi fa questo lavoro gli epiteti più ignobili non si raggiungerà certo questo obiettivo più velocemente.

Girare porno mi regala una gioia che non so spiegarvi: quando finisco di girare una scena, so che ho fatto un lavoro onesto. E’ il mio sfogo artistico : il mio amore , la mia felicità , la mia casa .

In un mondo in cui alle donne spesso è preclusa la facoltà di scegliere io sono nel pieno controllo della mia sessualità . Da bisessuale stramba quale sono qui mi sento completamente accettata, sono libera di essere me stessa. Dovrebbe essere così per tutti ovunque .

Essere un’attrice porno non fa di me una puttana. Ecco perché mi sono allarmata quando, al ritorno dalle vacanze di Natale sono stata subissata di richieste d’amicizia ( tutte da utenti di sesso maschile) e nuovi followers del mio alter ego su Twitter. Cominciai a figurarmi la paura , l’umiliazione , la vergogna , le minacce , gli insulti . Non potevo immaginare che sarei diventata una vittima di cyberbullismo, che la mia identità e la mia privacy sarebbero state svendute per riempire pagine di gossip sul sito del college.

Cerchiamo di essere chiari su una cosa: io so esattamente cosa sto facendo . Puoi dire lo stesso di te?

Ho superato i tabù sociali che impongono alla donna di essere una sorta di icona della purezza, la cui verginità diventa un connotato della personalità o un tratto distintivo che garantisca serietà. La moralità non ha nulla a che fare con la sessualità. La dicotomia vergine- prostituta è uno standard insidioso che va estirpato una volta per tutte. E questo non fa che perpetrare lo stigma sociale ai danni dei lavoratori del sesso che risultano così ai margini della società.

Perché il pensiero di una donna perfettamente consapevole della propria sessualità e con tanta esperienza spaventa così tanto?

La risposta è semplice .

Il patriarcato teme la sessualità femminile, dunque tende a derubare le donne della loro autonomia, le opprime, ne pretende la proprietà. Che una donna intelligente e colta scelga di essere una lavoratrice del sesso appare agli occhi della società patriarcale un mistero insondabile.

Ed è paradossale pensare che del porno, con il suo stratosferico giro d’affari, con milioni di fruitori quotidiani ( uomini e donne senza distinzione) non si tenga in giusto conto l’individuo che c’è dietro la macchina da presa. Anche chi fa questo lavoro ha dei diritti, dei sogni, delle ambizioni.

Io, come tutti gli altri lavoratori del sesso , voglio essere trattata con dignità e rispetto Voglio rappresentanza paritaria secondo la legge e nelle istituzioni sociali . Voglio che la gente riconosca la nostra umanità, che la comunità smetta di ignorare le voci delle minoranze. Basta con il disprezzo per le donne e per la loro sessualità. Basta l’onta di vergogna che circonda chi è vittima di stupro, basta con il pregiudizio nei confronti delle donne che hanno avuto più partner sessuali. E’ una questione di onestà intellettuale.

Attualmente non ho intenzione di smettere con il porno, rifiuto ogni condizionamento dettato dall’ignoranza. Ho lavorato duro per arrivare fin qui. Sto per laurearmi e ho intenzione di realizzare i miei sogni, costi quel che costi. Mi auguro che la mia esperienza possa essere stimolo al cambiamento in un mondo ancora troppo condizionato dal sessismo e dalle norme di genere.

Provate a fermarmi .

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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