Gerrard Winstanley: Il primo Socialista

14 Aprile 2014
Redazione YOUng
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La guerra civile e le speranze suscitate dalla decapitazione di Carlo I, portarono alla nascita di un movimento radicale contro le enclosures, detto The Diggers, gli “zappatori”, ma anche True Levellers, i “veri livellatori”, così chiamati in quanto – a differenza dei Levellers, fazione politica radicale degli stessi anni – si spinsero sino a proporre l’eguaglianza sociale e, di conseguenza, ad attaccare l’idea di proprietà privata.

 

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winstanley2La figura più eminente di tale movimento era Gerrard Winstanley; costui era un commerciante di prodotti tessili, caduto in rovina durante la guerra civile e divenuto pastore. Religiosamente ispirato, elaborò la sua teoria di comunismo e la mise in pratica attraverso l’occupazione di terre (tra il 1648 ed il 1650) e la fondazione di comunità egalitarie (Saint George Hill, la più celebre) con lo scopo di rifondare le basi della società. Accusate di trespassing, “violazione della proprietà privata”, le comuni furono soppresse con l’invio di soldati, per ordine di un Concilio di Stato mosso da una elite terriera in panico. Al di là della sua azione politica, possiamo ritenere molto interessanti gli scritti di Winstanley, per la critica comunista in essi esposta.

 

I primi scritti “Dichiarazione del popolo povero oppresso d’Inghilterra” (1649) e il “Manifesto degli Zappatori” (1650) sono difficilmente leggibili, a causa del linguaggio religioso di cui sono impregnati. Non mancano, tuttavia, tre punti significativi: la contrapposizione fra la Legge esistente e la Legge della Creazione; l’innaturalità della proprietà; il diritto alla terra ed alla distribuzione delle risorse in parti uguali. Altro punto fisso delle riflessioni del predicatore religioso è questo: l’invasione normanna come colpevole d’aver introdotto il mal costume in Inghilterra; tesi discutibile, ma che prova la curiosità di analisi, basata non unicamente sull’esegesi biblica ma anche ricercante cause storiche. Una frase del riformatore ci fa capire come sia giunto a comprendere l’esistenza di un conflitto di classe, di un ordine sociale ingiusto: il povero con il suo lavoro solleva i tiranni. Se la Terra è stata creata per tutti, in un regime diseguale ciò significa che qualcuno sta rubando la ricchezza prodotta.

 

La Legge della Libertà” (1652) rappresenta, a differenza di due scritti precedenti, un’opera matura, non priva di richiami biblici ma senz’altro più razionale. In questo libro, Winstanley si pone alcune domande:

 

In cosa consiste la libertà vera, sullaquale fondare un ordinamento politico?

Che cos’è il governo?

Perché il popolo non conosce la propria libertà?

Cosa dovrebbe fare il Parlamento di una libera repubblica (free Commonwealth)?

 

windigPer lui, la libertà del libero commercio è propria della volontà del conquistatore; la vera libertà giace, invece, sul libero godimento della terra: vera libertà giace ove un uomo riceve il suo nutrimento e mantenimento. Dunque, il riformatore scrive che il governo concerne i modi in cui l’umanità osserva particolari regole legate all’ordinamento della terra. Vi sono due tipi di governo: reale (kingly) e repubblicano (commonwealth). Il primo è dominato dal vendere e comprare, ponendo ogni uomo contro l’altro, distruggendo il comune godimento delle risorse; il secondo governa la terra senza vendere e comprare, restaurando l’antica pace e libertà. Nella leggi di libertà comune, nessuno è servo di qualcuno, tutti vivono nell’abbondanza ed il governo si basa sullo spirito di umanità, ovvero sulla giustizia e sulla pace.

 

Winstanley vuole basare la società non tanto su leggi nuove ma sulle uniche leggi su cui una società debba fondarsi, in ossequio alla vera libertà. Sorprendente è la spiegazione fornita sulla mancata conoscenza del popolo riguardo i proprio diritti: sarebbero i funzionari regi a tenere il popolo nell’ignoranza attraverso dei sermoni, plagianti le menti al fine di preservare le proprie ricchezze. Il riformatore, così, dimostra di aver compreso l’esistenza di un’ideologia funzionale agli interessi della classe dominante. In una libera repubblica, il Parlamento dovrebbe abolire lo sfruttamento tramite la cancellazione di ogni legge oppressiva e l’incoraggiamento dei poveri affinché prendano possesso delle proprie terre; l’applicazione delle vere leggi sarà garantita da dei supervisori (overseers) da cambiare annualmente e rimovibili, in caso di abusi, da una corte giudiziaria che li escluderà per sempre dalle cariche pubbliche. Le risorse saranno raggruppate in dei magazzini (storehouses) affinché siano redistribuiti senza il meccanismo mercantile.

 

Le riflessioni di questo predicatore e rivoluzionario del XVII secolo sono tuttora attuali ed importanti per il pensiero economico. Innanzitutto, la sua classificazione dei modi di governo, in base al rapporto instaurato con le risorse naturali, è molto vicina alla visione economica sostantivista, che- in opposizione all’economica liberale (vedi Robbins)- vede nell’economia un rapporto fra uomini e tra questi ed il proprio ambiente. Winstanley aspirava ad un’armonia tra uomini e natura (non vi è alcuna opposizione fra l’uomo e ogni altra creatura della terra) e vedeva nei rapporti mercantili – guardando l’invasione del Mercato nelle campagne- una grave minaccia per la pace e la libertà umana. La sua opposizione al Mercato in favore delle comunità non è affatto originale, ciò che la rende interessante è che- a differenza del pensiero economico preliberale- non è pronunciata in difesa della proprietà terriera nemica della borghesia urbana, bensì in favore del popolo e contro ogni forma di sfruttamento.

 

Ciò che accomuna Winstanley a Marx è la volontà di agire contro lo stato di cose esistente in quanto non corrispondente a come le cose dovrebbero essere; il primo ispirato da una Verità religiosa, il secondo unicamente dalla Ragione, partendo dalla Sinistra hegeliana sino a fondare il socialismo scientifico. Il pensiero economico marxiano inizia proprio attraverso una presadi posizione contro una legge renana che- in difesa dei proprietari terrieri- decise di punire come ladri coloro che raccoglievano la legna caduta. Il giovane filosofo hegeliano vide una netta contrapposizione fra le legge reale e la legge naturale, razionale, per cui non si potrebbe impedire una pratica che il popolo compiva da tempo immemore.

 

L’esempio di Winstanley va seguito sul piano teorico quanto nell’azione politica: condannare il sistema capitalista in quanto incompatibile con la natura umana, dunque irrazionale; costruire l’alternativa al Mercato attraverso una riorganizzazione democratica della produzione, ove reciprocità e redistribuzione possano circoscrivere il ruolo dello scambio.

 

FONTI ESSENZIALI

Declaration from the poor oppressed people of England (1649)

The Diggers’ Manifesto (1650)

The Law of Freedom (1652)

Winstanley’s Ecology” di Daniel Johnson, Monthly Review, Volume 65, numero 7 (Dicembre 2013)

Manuale di Storia del Pensiero Politico”, Carlo Galli, Il Mulino (2001)

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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