Italia, dal Paese degli allenatori al Paese degli astenuti

17 Aprile 2014
Redazione YOUng
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astenutiFino a qualche anno fa si era soliti scherzare sul fatto che gli italiani siano sempre stati bravi a sostituirsi agli allenatori di calcio: “Io avrei giocato con questo schema!”, “Io non avrei fatto giocare quel difensore!”, “Io avrei fatto quella sostituzione!”. Discussioni che sarebbero potute andare avanti per ore nell’ormai famoso “Bar dello Sport”.

Ora i tempi sono cambiati, per certi versi.
Da quando questi sfacciati grillini hanno cominciato a portare, con cadenza ormai settimanale o mensile, nelle piazze i problemi dell’Italia o sui social network video-testimonianze di ciò che accade realmente nel Palazzo, è nata una nuova categoria: gli astenuti.

L’astenuto è la tipica persona che critica a destra e a manca; la maggior parte delle volte critica la forma, quasi mai il contenuto. Ti premette che lui non è per Renzi o chi per lui, non è per Berlusconi, non è per Vendola, ma soprattutto non è per il dittatore Grillo. Lui è un astenuto! Non c’è nessuno che lo rappresenta: dei circa 20 partiti/movimenti che si presentano alle elezioni, non ce n’è uno che rispecchi più o meno le sue idee! Per lui sono tutti uguali, ma poi, se c’è un Movimento che afferma esattamente questo, non la ritengono più una posizione corretta. Bisogna dialogare con i partiti, altrimenti sei un dittatore!

Solitamente l’astenuto, dopo aver finito di lavorare, torna a casa e commenta il primo post politico in cui si imbatte. Se rispondi seriamente ti dicono che sei permaloso o burattino, consigliandoti di #usciredalblog; se rispondi con una battuta ti dicono che non sei in grado di portare avanti il discorso.

In questo momento l’astenuto ce l’ha particolarmente con Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle. Renziani, Berlusconiani, Vendoliani si stanno nascondendo bene in questo periodo, non pubblicano cosa di buono realizzano in Parlamento i propri partiti (chissà perché!) a differenza dei sostenitori del M5S, perennemente esposti al giudizio altrui in quanto grandi postatori sui social network (proliferando il materiale di cui possono “vantarsi”). Quindi di qui il duello grillini-astenuti. Solitamente si comincia a parlare in maniera pacata, ma quando l’astenuto non ha più niente da dire partono le paroline magiche: #governoconbersani #attaccoallaboldrini #grilloilrazzista #iricavidelblog.

Ora, caro astenuto, puoi fare 3 cose:

1) continuare a fare quello che stai facendo, quindi criticare questo articolo non per i contenuti ma per la poca diplomazia della forma;
2) informarti sugli attuali 20-25 partiti/movimenti presenti in Italia e cercare di trovarne uno che fa al caso tuo, almeno così nei dibattiti si può parlare anche di contenuti;
3) trovare il restante 25% che alle ultime elezioni non ha votato, confrontarvi e creare un bel partito che fa al caso vostro.

P.s. discussione a parte per gli anarchici e per gli astenuti volutamente indifferenti a qualsivoglia dinamica politica (i peggiori).

 

Dal mio blog: Io dico la mia

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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