Chiù culo pe' tutti – il bikini del giorno e le sue implicazioni politiche

5 Maggio 2014
Ettore Panella
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schermata-05-2456783-alle-10-58-42La foto in bikini pubblicata dalla responsabile della comunicazione della lista Tspiras ha infiammato il dibattito politico solleticando la mia curiosità “tecnica” verso gli aspetti del marketing politico toccati.

Una foto dove la dott.ssa Paola Bacchiddu si mostra di spalle in uno dei bikini più castigati che abbia mai visto corredata dalla scritta
“Ciao. E’ iniziata la campagna elettorale e io uso qualunque mezzo. Votate L’altra Europa con Tsipras”
ha aperto l’atteso corollario di polemiche. Se realmente avesse pensato che un elettore di altre formazioni politiche vedendo il suo lato B corresse a votare il suo schieramento sarebbe stata una illusa, (con tutto il rispetto per il suo fondoschiena ovviamente). Le cose non funzionano proprio così ed infatti non dobbiamo fare l’errore di credere a quanto scritto a corredo della foto, non stiamo parlando di un candidato qualunque, stiamo parlando di un responsabile della comunicazione.

La spiegazione più semplice è che abbia applicato il principio: “parlate di me, anche male, purchè ne parliate.”  Certo una esposizione mediatica è sempre utile e parlare male dell’avversario può anche essere un modo per aumentare il suo fascino però ci sono delle piccole controindicazioni, il messaggio politico che si veicola deve essere coerente.  Pensiamo, giusto come esempio ad una lista di vegani dove il suo responsabile si faccia fotografare mentre mangia una bistecca, siete proprio sicuri che l’esposizione mediatica si riveli vantaggiosa?
Innanzitutto, perchè quel bikini ha fatto tanto rumore?  In condizioni normali nessuno lo avrebbe notato ma a fare la differenza è stata  la presenza in quella lista di esponenti dei movimenti braghettoni che hanno fatto della copertura del corpo femminile la loro principale battaglia politica, (il termine braghettonismo deriva infatti dal Braghettone, il pittore a cui fu chiesto di coprire i nudi dipinti da Michelangelo).  Possibile che la responsabile della comunicazione non si fosse resa conto di andare in rotta di collisione con un pezzo del suo gruppo?

Domanda retorica, ovviamente non poteva non saperlo ed è questa la cosa interessante. Purtroppo non conosco i sondaggi e i rilievi statistici che ogni partito commissiona e questo è per me un limite notevole però è lecito pensare che in questa polemica creata ad arte ci sia stata una correzione di rotta rispetto al passato. Il messaggio che la comunicatrice ha lanciato è: “non siamo dei Savonarola in gonnella”, un tentativo di accantonare i temi tipici del braghettonismo e dell’ideologia guerrasessista per aprire a nuove tematiche ritenute evidentemente più produttive.

In realtà in passato c’è stata una alleanza tra l’antiberlusconismo e il braghettonismo e questo ha probabilmente dato a molti l’impressione di numeri  ampi e di un elettorato consistente.  Questa era però solo una alleanza tattica e non strategica per cui con la perdita di forza di Berlusconi, (ormai schiacciato dal dualismo Renzi-Grillo e  ridotto a spalla di Renzi ),  anche il fronte antiberlusconiano si sta sgonfiando prendendo strade autonome senza però confluire nei vecchi alleati.

Immagino che in questo improvviso attacco alle tematiche di un pezzo del proprio partito ci siano  sondaggi poco felici e il desiderio di voltare pagina o perlomeno di sfuggire ad una caratterizzazione troppo asfissiante.

Eppure il genio Di  Paola Bacchiddu è evidente e si nota nel dettaglio sfuggito ai più. Il dettaglio  che  parla all’inconscio dell’elettorato meglio di mille discorsi.
Per fare un esempio classico pensiamo alla statua dell’imperatore Augusto che si presenta scalzo, (segno di umiltà), ai suoi avversari. Il classico dettaglio che sfugge alla consapevolezza ma che viene registrato inconsapevolmente.

Questa campagna elettorale sarà caratterizzata da una fortissima polarizzazione verso PD, PDL e M5S e come spiegato in questo articolo (http://www.sublimia.it/Psicologia/sondaggi.html ) gli ultimi giorni se non addirittura dentro la cabina elettorale molti elettori decideranno cosa realmente fare.  In pratica per una forza piccola e nuova è necessario puntare ad un elettorato stabile e non ad elettorati che si sfalderanno sicuramente man mano che le elezioni si avvicinano.

Il messaggio pubblicitario è efficiente soprattutto quando utilizza l’allarme-pericolo, la bellezza (intesa come ottima fertilità e salute da cui siamo tutti inconsapevolmente  attratti, anche i/le braghettoni/e nonostante dicano il contrario) o l’identificazione.  Io non sono esperto di diportistica ,(ad essere onesto non ci capisco nulla), ma a me sembra che la responsabile della comunicazione si trovi su una barca e che questa sia anche di un tipo  economicamente impegnativo.

Ho sempre pensato che il target tipico della lista Tsipras fosse costituito da persone benestanti con un passato a sinistra e il  desiderio di volersi sentire un po’ intellettuali.  Un elettorato stabile perchè in fondo non eccessivamente sensibile al richiamo della polarizzazione ma anzi gratificato dal sentirsi una elite. Il dettaglio geniale della barca mi fa pensare che questa mia convinzione sia supportata dalle analisi statistiche sicuramente commissionate dal gruppo politico in questione agli esperti del settore.

La responsabile della comunicazione ha brillantemente  aperto un canale di dialogo con il  target della sua formazione politica puntando sulla identificazione, sul sono come voi.

Prevengo una obiezione che sicuramente mi farete: Berlusconi ostenta la sua ricchezza e si rivolge a persone non benestanti.  Lui usa un altro meccanismo, dice:” io dal niente ho creato un impero e quindi sono una persona evidentemente competente e posso risolvere i vostri problemi”.   In pratica usa un meccanismo tipico dell’homo sapiens secondo cui in momenti di pericolo, (tipo evacuazioni),  il 95% delle persone segue acriticamente il 5% delle persone che si mostrano competenti, indipendentemente da se lo siano davvero.
Se ci fate però caso Berlusconi usa anche il principio dell’identificazione, quando va dagli agricoltori racconta che da giovane mungeva le mucche, se va dagli operai fa il presidente operaio ecc.

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