I 5 segnali per capire se sei uno smartphone-addicted

28 Maggio 2014
Redazione YOUng
Per leggere questo articolo ti servono: 3minuti

 

o-PHONE-ADDICT-facebook Oh, gli smartphone! Gioie e dolori del ventunesimo secolo!

 Cosa faremmo senza telefono cellulare, ora? Che sia per chiamare, per mandare  messaggi, per navigare in internet e controllare le mail, per chattare con gli amici e per  sapere dove trovarli, non possiamo fare a meno di lui.

 E’ sempre con noi. Sulla scrivania, vicino al telefono, a volte persino in bagno. Gli abbiamo messo una cover, le orecchie, i brillantini, gli abbiamo forse dato anche un nome.

Non usciamo mai senza di lui.

Se ce lo toccano, cominciamo a gridare come dei pazzi. Se si rompe, possiamo fare una crisi di nervi: e i numeri? E i contatti? E la nostra intera vita?

Ecco. Prima di arrivare a definirlo “la nostra vita” e prima di lanciarci nel Po per recuperarlo, cerchiamo di capire quali sono i segnali che ci fanno capire che forse (ma forse) è il caso di sganciarcelo dalle mani.

1. Il panico da telefono

Esiste realmente. Che sia perchè il telefono non è nella tasca giusta, o nel posto in cui lo poggiamo solitamente, avrete sicuramente provato quel sentimento di terrore che vi ferma il cuore non appena realizzate che non ce l’avete con voi.

Pensate che il solo pensiero di restare disconnessi dal mondo per un periodo superiore alle tre ore può causare panico e paura nel 73% della popolazione americana.

Del resto lo capisco, ci si potrebbe sentire fuori dal mondo; ma pensateci un attimo: c’è qualcuno che vi chiama tutti i giorni a orari random, senza avvisare? No. E’ una semplice coperta di Linus.

2. E’ solo un sms!!

Siete a cena con la vostra fidanzata.

Bi-bi. Bi-bi. Il telefono squilla, messaggio in arrivo.

Voi cercate di resistere al primo tentativo, ma poi ancora bi-bi.bi-bi. Il tono del telefono diventa sempre più perentorio.

State cercando di trattenervi con tutte le vostre forze. Intensificate la conversazione, le stringete più forte le mani, le palpate una tetta per distrarla. Ma ancora bi-bi, bi-bi.

Lei lo nota. Lo sente, lei lo sentirebbe anche dal bagno. Ma ancora fa finta di nulla, e vi guarda con l’espressione del cacciatore che aspetta il coniglio sulla trappola: e voi siete quel coniglio.

Le mormorate un timido “ti amo”, ma poi ancora bi-bi, bi-bi e la mano parte a razzo sul telefono.

In quel mentre scoprite che era una mail di spam e lei se n’è andata dal ristorante, lasciandovi soli con la vostra mano.

Come potete ben capire, un eccessivo uso del telefono può causare verginità prolungata.

3. L’immedesimazione

Le chat hanno delle particolarità: faccine e simboli.

Non riproducibili nella vita quotidiana, servono a dare il tono giusto alla conversazioni altrimenti rese piatte dalla sola scrittura.

Ed ecco la frase chiave: non riproducibili nella vita quotidiana. Non serve fare il gesto delle virgolette mentre si pronuncia una parola; l’interlocutore (se siete in grado di parlare) dovrebbe ben capire il tono della conversazione.

Allo stesso modo non serve riprodurre faccine spaventate o sorridenti. E’ spaventoso parlare con un’emoticon gigante.

smartphone-toilet

4. Senso dell’orientamento google-matico

Ci sono persone con un buon senso dell’orientamento.

Ci sono persone che usano le stelle.

Ci sono persone che usano la bussola.

E c’è chi, purtroppo, usa Google Maps.

Un programma di navigazione satellitare che vi fa perdere nelle rotonde più improbabili, non vi avvisa della segnaletica cambiata e immancabilmente si blocca nelle strade a più di una corsia con semafori ad ogni cento metri, facendovi rischiare la vita ogni due per tre.

Crea assuefazione. Quando non riuscirete più a tornare a casa sbagliando strada almeno due volte, cominciate a spegnerlo.

5. Social-addicted

Come si suol dire, quando i rullini dovevate pagarli, col cavolo che facevate venti foto ai panini con la mortadella o ai piccioni morti per strada.

La scena è tipica: tre o quattro amiche si ritrovano in un bar la domenica pomeriggio, per un paio d’ore di relax. E lì, tra un discorso e l’altro, immancabile spunta il malefico telefono a scattar foto alle tartine e ai bicchieri di spritz.

Il tutto spiattellato in diretta Facebook, Instagram e Foursquare per la felicità di tutti i vostri stalker e dei ladri del paese.

Per esperienza diretta posso dire che le prime due ore con la coscienza di non avere più un telefono sono terrificanti.

Dopo un giorno ci fai l’abitudine. Poi l’uomo, per fortuna, torna ad essere un homo sapiens sapiens e non più homo sapiens smartphonens. Per fortuna siamo esseri adattabili.

Ps: in caso foste davvero irrecuperabili, sappiate che esistono dei centri riabilitativi per dipendenze da telefono e web. Davvero.

 

L'AUTORE
La redazione di YOUng
SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI