Napoli, scoperta serra di marijuana in antica chiesa abbandonata

29 Maggio 2014
Valentina Sanseverino
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20140528_ddfffEdificato nel 1764 ad opera di padre Vincenzo Portanova, il complesso conventuale Santissimo Crocifisso ad Antesaecula – nel cuore del celebre rione napoletano della Sanità – doveva fungere da centro educativo per orfane e pentite: nel 1849 Ferdinando di Borbone, Re delle Due Sicilie, commissionò all’architetto neoclassico Guglielmo Turi il progetto di riedificazione della chiesa che, sopravvissuta ai bombardamenti del ’43, venne abbandonata alla fine degli anni ’70 quando morirono anche gli ultimi 2 anziani custodi che se ne prendevano cura.

Da allora l’unica a mostrare interesse per quel pezzo della Napoli che fu è stata la criminalità organizzata che, per circa 30 anni, l’ha utilizzata come deposito di armi e stupefacenti fino al blitz del 22 novembre 2000 quando gli agenti sequestrarono l’arsenale e murarono porte e  finestre dell’edificio. Ma qualcuno deve aver pensato che era un peccato lasciare inutilizzati quegli oltre 250 metri quadri di sotterranei, nascosti alla vista, con il giusto grado di umidità e con l’innegabile vantaggio di una cabina elettrica dell’Enel nelle vicinanze: e così ha allestito una serra con 78 piante di marijuana di oltre un metro di altezza, ha distribuito la coltivazione in sei stanze comunicanti nelle quali ha allestito a costo zero – prendendo in “prestito” dalla suddetta cabina – un impianto di irrigazione, di illuminazione, di deumidificatori, ventilatori ed aspiratori. Gli agenti del commissariato San Carlo Arena hanno scoperto l’ingegnoso sistema penetrando nell’antichissima chiesa da una terrazza ed hanno seguito il percorso di un tubo per l’areazione che, attraverso cumuli di immondizia, unico arredo rimasto a decorare le tre navate divise da colonne ioniche e abside cassettonata, li ha condotti fino alla coltivazione.

 

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