Sacculina carcini, l'incubo zombie si trasforma in realtà

28 Giugno 2014
Redazione YOUng
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Case distrutte, sudici cadaveri putrefatti che prendono vita, popolazioni trasformate in mandrie affamate di carneNo, non si tratta di uno scherzo alla Orson Welles: è tutto vero. O almeno, lo sarebbe se stessimo parlando di granchi. Per chi fosse convinto che l’immaginario zombie sia e sarà per sempre incatenato agli schermi televisivi, ecco una smentita che di certo ha ben più valenza di un numero di The Walking Dead o di Dead Island: a dimostrarci che i morti-viventi esistono, è proprio Madre Natura. Per i granchi di tutto il mondo, l’apocalisse zombie, è iniziata dall’alba dei tempi.

La causa? Scordate gli Stati Uniti d’America ed i complotti NWO: si tratta della larva (femmina) di un crostaceo parassita dell’ordine dei Rizocefali, la Sacculina carciniLa larva, dell’ordine di pochi millimetri, si nasconde nelle profondità marine scandagliate dai granchi. Come la più infida delle belve, aspetta la mossa della sua futura vittima, celata da strati e strati di sabbia. D’improvviso, al pari di un famelico virus zombie, ghermisce la chela del crostaceo, la percorre rapidamente e, pochi istanti dopo, s’innesta nel sistema nervoso dell’ospite, accedendo ai gangli presenti nelle giunzioni dell’articolazione del “gomito”. Le cellule rilasciate dal parassita si annidano tra torace ed addome, iniziando a nutrirsi dall’interno, delle sostanze nutritive elaborate dall’apparato digerente dell’indifesa vittima.

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Quello che succede dopo, è degno delle più inchiostrate biro dell’horror: la Sacculina Carcini s’impossessa, nel vero senso del termine, del granchio, manipolandone completamente il sistema nervoso per via endocrina. Le funzioni vitali dell’ospite vengono piegate alle necessità di sopravvivenza del parassita: il granchio smette immediatamente di crescere, pulirsi, riprodursi e di rigenerare gli arti lesionati. La totalità del metabolismo dell’ospite è completamente impegnata nel sostentamento della Sacculina Carcini. Il granchio, pertanto, è vessato da una fame brutale e perpetua. Dopo circa nove mesi dall’infestazione, la Sacculina produce un sacchetto rigido esterno alla zona ventrale. Il granchio, se maschio, a questo punto, viene letteralmente castrato: il corpo inizia a generare ormoni femminili, trasformandolo, appunto, in un esemplare femminile in pochissimo tempo.

Tutto è pronto per la riproduzione del parassita, che induce il proprio ospite all’ospitare e partorire le uova fecondate. Quando le uova sono mature, il granchio, maschio o femmina che fosse in origine, comprime gentilmente la sacca per facilitare la fuoriuscita delle larve e agita le chele per favorirne la dispersione nell’acqua. La sacculinaavendo il completo dominio nervoso ed endocrino del granchio, continua a produrre uova per il resto della propria vita, fino all’interruzione delle funzioni vitali dell’ospite.

La Sacculina Carcini, al di là di facili conclusioni affrettate, non può essere ritenuto un parassita nocivo per il genere umano. Quest’ultimo, infatti, sceglie attentamente le proprie vittime e prospera solo in determinate condizioni favorevoli (come, ad esempio, nelle profondità marine).

Il panorama che si delinea ai nostri occhi, però, è ugualmente sconcertante. Un parassita simile, con eguali effetti e capacità, causerebbe una potenziale apocalisse zombie. Ancor più lugubre è l’impossibilità di contrastare con efficacia il dilagare di un organismo del genere, se non attraverso l’esportazione chirurgica.

Spesso, la Natura, può essere ben più orribile di un film dell’orrore.

sacculinacarciniweb

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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