Bignami di Storia: 3 Luglio, il Civil Rights Act

3 Luglio 2014
Redazione YOUng
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Il 3 luglio del 1971 il cantante dei The Doors, Jim Morrison, viene trovato morto in un hotel di Parigi per cause non chiare.

 

Ma poco importa, scusa Jim. A noi interessa sì il 3 luglio, ma del 1964. In quel giorno il presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson (quello di cui nessuno sa scrivere il nome) firma il Civil Rights Act, una legge che dichiara illegali le disparità di trattamento tra uomini. Fondamentalmente, i neri potevano sedersi vicino ai bianchi e andare a fare la pipì nel loro stesso bagno. Una cosa impensabile nel 1964, quasi come vedere Calderoli che si rivolge alla Kyenge dandole del Lei.

Ma a questa legge si è arrivati dopo un lungo percorso. La schiavitù fu resa legale nel Massacciussets nel 1641 (o Massachusetts per chi ci abita). Da quel momento in poi i neri cominciano ad accorgersi che, forse forse, il Nuovo Mondo non era così nuovo: cambiava il Paese, ma facevano lo stesso la fame. Passano quindi un secolo a far rivolte che finiscono sempre male e con lo stesso risultato, un po’ come vedere l’Italia giocare ai Mondiali: un massacro.

Ma il Vermont, Stato del quale ci si ricorda solamente durante le elezioni presidenziali, non si sa perchè nel 1777 abolisce la schiavitù. Prendiamola così, perchè non lo sanno neppure loro.

Da lì in poi comincia una serie di piccole concessioni a mo’ di zuccherino agli schiavi. Poi, ad un certo punto, ci si rompe le scatole; gli Stati del Sud che campavano a schiavitù cominciano a prendersela con quelli del Nord ai quali, sinceramente, degli schiavi importava relativamente: volevano battere cassa. Perciò si fanno guerra (la Guerra di Secessione) che finisce con Lincoln che proclama l’abolizione della schiavitù. Belle parole, ma utili quanto il tasto poke di Facebook: i neri continuano a vivere nelle latrine.

Ma nel 1866 il Congresso ha l’idea di riconoscere la cittadinanza a tutte le persone nate negli Stati Uniti. Dai, ditelo ad un qualsiasi politico italiano. Cent’anni dopo un’americanissima signora di nome Rosa Parks, dalla pelle nera, si rifiuta di cedere il suo posto in autobus ad un bianco palesemente maleducato, appoggiata da un certo reverendo Martin Luther King.

E così Kennedy, nel 1963, prepara il Civil Rights Act che, purtroppo, non fa in tempo a firmare. Ci pensa il Presidente inutile che in realtà avrebbe fatto tanto ma di cui nessuno ricorda nulla.

 

Ricordiamo La Capanna dello Zio Tom, testo fondamentale per gli abolizionisti. Scritto, logicamente, da una donna. E ora, dopo appena (appena!, perchè alla fine è solo un “appena”) 50 anni, un nero è diventato Presidente di quel Paese che fino a non molto tempo fa avrebbe voluto mettergli la catena alla caviglia.

 

 

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