Solo la conoscenza rende liberi: l'analfabetismo della consapevolezza

3 Luglio 2014
Maria Melania Barone
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Chi fa il mestiere del giornalista con ambizione, nella mente ha una sola cosa: scoop, interviste spesso egocentrismo. Chi fa questo mestiere con coscienza nella mente ha una sola missione: la liberazione dell’individuo dai pesi che ci relegano nel fondo dell’abisso della critica. Solo la conoscenza rende liberi. Solo il pensiero critico ci rende forti.

giornalismo

La funzione di un giornalista è in origine una funzione didattica. Il giornalista nei secoli passati era il braccio armato dell’entourage intellettuale, per intenderci, era la figura che fomentava le masse, che hanno stimolato il dibattito critico anche sotto regimi monarchici o totalitari. Nel 1789 il popolo francese era per la maggioranza alfabetizzato, quello italiano no. Tuttavia in Francia il bibattito politico e il pensiero critico dilagava così come dilagava durante i moti rivoluzionari del 1830-1831, 1848. Anche in Italia questo dibattito è nato e si è sviluppato sotto l’influenza francese. Ma erano altri tempi. In un mondo in cui il regime non aveva il pieno controllo della comunicazione che era fatta dagli intellettuali puri, quelli che non si preoccupavano dei fondi pubblici ma di vendere e fidelizzare un pubblico alfabetizzato, il pensiero critico nasceva e si sviluppava.

Oggi il saper leggere è stato paradossalmente un fattore degenerativo. Il potere si è spostato nelle mani delle grandi lobbies e non più delle grandi menti. Oggi sono loro a decidere a chi vanno i fondi pubblici, come far sopravvivere la grande editoria e come ammazzare quella piccola (unico fattore comune a tutti i regimi dittatoriali). Il culto del popolo nato a seguito dei moti risorgimentali è diventato un’arma a doppio taglio, perchè adesso il popolo ha acquisito diritti come quello di studiare. Oggi il 99% della popolazione è alfabetizzato, sa leggere e legge di tutto: dalle riviste di gossip ai grandi giornali, dai libri di attualità alle inchieste. La partita sul “come si amministra la mente del popolo” la si gioca in televisione: si invitano ospiti e si creano personaggi, oggi esiste solo ciò che si vede e solo ciò che si sente. Senza nemmeno accorgersene l’italiano medio sprofonda in un limbo condizionato da tutto ciò che esiste e a cui lui attribuisce un’importanza ritenuta universale. Non si annoia quando un presidente del Consiglio va in Europa a parlare di una politica umorale, piuttosto che di moneta o di ambiente. Non pretende, l’italiano medio, che chi lo rappresenta agisca per il bene comune, incentivando le energie ecosostenibili, mettendo un freno allo smaltimento di rifiuti tossici. Nemmeno si chiede come mai un Presidente del Consiglio “democratico” abbia proposto di eliminare il “bicameralismo perfetto” in favore di un solo organo parlamentare preposto alla salvaguardia della democrazia. Il bicameralismo infatti, veniva ritenuto perfetto perchè superava il vecchio modello monocamerale adottato nelle prime repubbliche e aumentava con un organo parlamentare elettivo avente potere legislativo a garanzia della democrazia. Oggi i democratici propongono di superare questa visione e retrocedere al Parlamento monocamerale. Una follia, una bugia. Quasi come se avessero sempre operato “per il bene comune” al punto da ottenere una promozione. Perchè mai noi, italiani, dovremmo concedere al Parlamento un solo organo elettivo? Ce lo hanno chiesto? Forse hanno legiferato per garantire una maggiore giustizia? Più posti di lavoro? Meno tasse? Trasporti pubblici gratuiti, una casa di diritto? Hanno lavorato per noi? O piuttosto per intascarsi le mazzette? O si son venduti bene per incassare rimborsi elettorali? E non si sono autonominati in questi anni mediante una legge elettorale considerata anti-costituzionale? E sulla base di quella stessa legge di cui la Consulta ne ha criticato il premio di maggioranza, non stanno forse creando una seconda legge che rentroduce il medesimo principio? Perchè hanno così paura della proporzionale puro? Per una sola ragione: vogliono vincere con la prepotenza in parlamento e la prepotenza non si sposa con la democrazia.

Ma all’italiano medio tutto questo sta bene, per carità. Prossimamente andrà alle urne per eleggere i suoi pochi rappresentanti e sperare che questi lavorino come si deve. Una legge dovrà passare da una sola camera, l’altro organo sarà mantenuto a spese nostre e nominato dal dalla camera elettiva. Un Parlamento di amici, una cricca di parassiti. Ha ragione Renzi, Se l’Europa facesse un selfie avrebbe il volto della noia… Come l’Italia. Solo la conoscenza rende liberi di amministrare il pensiero critico, per poterlo fare non bisogna essere annoiati, ma sforzarsi con tutto il cuore di non somigliare ad un “esercito di miserabili”.

L'AUTORE
Giornalista pubblicista nasce a nel cuore di Napoli ma vive in molte città italiane, dopo aver compiuto studi umanistici si interessa al mondo editoriale con particolare attenzione alla politica, ambiente e geopolitica.
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