In bus con un neonato

22 Luglio 2014
Aurora Scudieri
Per leggere questo articolo ti servono: 3minuti

busSuccede a tutti, prima o poi, di dover prendere i mezzi pubblici con un bambino molto piccolo, per raggiungere il pediatra, una amica, o semplicemente per farsi un giro in centro. C’è chi ne fa una abitudine, mio figlio, ad esempio, più o meno dalla seconda settimana di vita, ha iniziato a frequentare i mezzi pubblici. Ma le prime volte, quando era ancora troppo piccolo per stare nel marsupio e giravamo con la carrozzina, è stata dura, molto dura. Mai avrei pensato, infatti, che nel 2014, in una città come Bologna, la maggior parte degli autobus non fosse pensato per accogliere una carrozzina. L’ho scoperto la prima volta che, per andare a registrare mio figlio all’anagrafe, ho dovuto prenderlo.

Un neonato di pochi giorni, infatti, gira in una lunga, pesante ed ingombrante carrozzina. Ma questo non giustifica il fatto che all’ingresso, porte di salita e porte di discesa, di alcuni autobus sia stata inserita una bella sbarra centrale che impedisce a chiunque abbia delle ruote, quindi che sia una carrozzina, un passeggino o una sedia a rotelle, di entrare e poter usufruire del servizio. Si tratta dei mezzi vecchi, ti rispondono dalla segreteria dell’azienda di trasporti. Mezzi vecchi che comunque girano e in numero consistente. Se infatti ti capita, dopo aver aspettato alla tua fermata, di veder arrivare uno di quei mezzi datati, infatti, a meno che tu non riesca a: togliere il bambino e, tenendolo in braccio piegare tutta la carrozzina, non ti resta che attendere il prossimo, sperando che questa volta sia uno di quelli nuovi. Se sei sola, infatti, l’impresa di chiudere tutta la struttura con il pupo urlante tra le braccia è a dir poco impossibile.

Un autobus nuovo, con le porte ampie, però, non significa facilità e semplicità, anzi. Prima di tutto sei costretta ad entrare dall’uscita e nessuno, e dico nessuno, riuscirà a comprendere che si tratta di una condizione obbligata così, mentre sei concentrata a tirare su la carrozzina senza svegliare il piccolo, sarai anche costretta a subirti i commenti della gente “ma non sa che si entra dall’altra parte” “io devo uscire prego” “mi lasci passare da qui ai scende!”. E intanto carrozzina e pupo sono in posizione verticale e nessuno che, dall’interno, ti aiuti a tirarla su. Sei sopra, ce l’hai fatta, ma in realtà il bello arriva adesso. Prima di tutto devi sperare che lo spazio dedicato ai passeggini sia libero, altrimenti, soprattutto se ad occuparlo sono persone in piedi che non hanno la minima intenzione di spostarsi, tu sarai costretta a restare in corridoio, mentre la gente passa, sbatte, cade proprio sulla faccia di tuo figlio che, all’improvviso, si sveglia spaventato e scoppia in un lungo pianto nervoso.
Se, inoltre, ti sei dimenticato di mettere il freno, alla prima frenata busca, la carrozzina ti sfuggirà di mano, percorrendo velocemente tutto il corridoio del mezzo fino ad andare a sbattere contro un anziano armato di bastone che, tipo lancio di baseball, te la rispedirà indietro, il tutto mentre tuo figlio, giustamente isterico, piangerà come un matto tra i commenti della gente che critica la tua splendida idea di portarlo, così piccolo, in un mezzo pubblico. Come se la tua fosse stata una scelta, e non una necessità dovuta al fatto che non hai altro mezzo.

Ma il momento peggiore arriva al momento di scendere. Prima di tutto è consigliabile iniziarsi a preparare a scendere più o meno nel momento in cui sali. Togliere il freno, avvicinarsi all’uscita evitando di fratturare le dita dei piedi degli altri passeggeri, rivestire, nel caso sia inverno, tuo figlio che hai dovuto denudare dato che in qualsiasi stagione, non so perché ma negli autobus ci sono mediamente 20 grandi in più della temperatura esterna. Tutte queste operazioni richiedono tempo. Quando finalmente sei giunta alla fermata capisce che dovrai far scendere la carrozzina da un gradino alto circa 50 cm. In quel momento il ragazzo seduto lì accanto, la signora in piedi o il signore di mezza età ti ignorano completamente e ti trovi a dover scendere, alzando da fuori, di peso, la carrozzina, il tutto pregando che non si accappotti.
A me una volta è successo e, tra la vocina interna che urlava “sei una pessima madre”, il male alle braccia e la gente che mi guardava senza dire una parola, è stata dura. E’ stato quello il giorno, nonostante mio figlio fosse ancora piccolo, che ho deciso di portarlo in giro del marsupio o nella fascia vincendo così il problema del bus.

SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI