Dal romanzo al fashion il passo è breve: intervista a Francesca Scognamiglio Petino

25 Luglio 2014
Veronica Valli
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Nella vita non bisogna mai smettere di sognare e soprattutto, di mettersi alla prova. Lo sa bene Francesca Scognamiglio, giovane giornalista e press agent napoletana che da qualche tempo si è lanciata con un certo successo prima nell’editoria e poi anche nel mondo del fashion. Nel 2012 infatti Francesca ha pubblicato “Gloss” – nato una scommessa col suo papà, come racconta lei stessa – il suo primo romanzo tra giallo e glamour, dal quale ha tratto poi anche una graphic novel illustrata da Rosa e Carlotta Crepax, nipoti del grande fumettista Guido. Sempre partendo dalle storie che racconta in “Gloss”, la dinamica giornalista ha intrapreso anche un’altra avventura, stavolta nel mondo della moda, lanciando la collezione di t-shirt “Lorenza Blanch”. YOUng l’ha incontrata per saperne di più ed ecco cosa ci ha raccontato.

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Partiamo dal principio. Com’è nata l’idea del romanzo prima e della graphic novel poi di “Gloss”?

Gloss” nasce da una scommessa fatta anni fa con il mio papà che non c’è più. Lui non credeva che sarei riuscita a scrivere un libro e invece poi ci sono riuscita, con mia sorpresa a dir la verità. Nel momento in cui ho deciso che avrei fatto questa cosa, non mi sono più data pace. Sono stata ossessionata dalla storia di Lola Forbest. Costante presenza in ogni momento della mia giornata. Il racconto è venuto fuori come un fiume in piena, senza alcun progetto editoriale. Scritto in 30 giorni. Poi arriva la graphic novel che non è un’idea mia ma una proposta di Federica Di Maio, responsabile redazione Fumetto&Cartoon di Lovepress.it, la piattaforma di informazione di cui sono direttore responsabile. Ho sottoposto il progetto a Rosario Bianco, che con la sua Rogiosi aveva già editato il libro e che, come in occasione del romanzo, ha mostrato ancora una volta entusiasmo e mi ha detto: “Perché no? Procediamo!”

Per “Gloss” hai collaborato con le nipoti di Guido Crepax, il papà della mitica Valentina. Ma a proposito di fumetti e fumettisti, quali sono state le tue fonti di ispirazione?

Assolutamente nessuna. Non conosco il mondo del fumetto e non sono per niente un’appassionata del genere. Mi ha piuttosto appassionato organizzare la mostra al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli, con un exhibition durata 18 giorni. Mi ha appassionato osservare il modo in cui Rosa e Carlotta Crepax, scovate da Federica, si sono cimentate con la loro prima striscia. Non sapevo della loro esistenza. E anzi, Gloss in versione graphic novel, non credo abbia avuto il successo che merita. Anche se è arrivato a giugno in libreria e quindi la sua storia editoriale è ancora tutta da scrivere, probabilmente. Mi ha appassionato avere al mio fianco Chiara Del Luongo e creare, insieme a lei, quell’aria social che gli hashtag riportati in ogni singola pagina danno al novel. Se avessi dovuto immaginare un futuro per “Gloss”, pensavo al cinema o quanto meno a una serie tv. Lo penso ancora, a dir la verità, ma non so se accadrà mai.

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Dalla graphic novel è nata anche poi una capsule collection di t-shirt, “Lorenza Blanch”, che in realtà è un vero e proprio brand fashion. Come mai hai deciso di lanciare questo progetto?

Follia. Una buona dose di follia unita all’irriducibile passione per la comunicazione. Da bambina sognavo di fare la giornalista e, nonostante la sudata tessera di giornalista professionista, non ho avuto grandi e vere opportunità. Così, per caso, mi sono ritrovata nel mondo degli uffici stampa dove avere una preparazione giornalistica ti permette di lavorare bene perché conosci le esigenze delle redazioni e la velocità con cui devi comunicare. Questo lavoro, che un tempo amavo tanto, inizia a non piacermi più. Mentre il marketing ha il suo carattere intrigante e rivela mille volti e infinite combinazioni con cui giocare. Le mie bimbe, Gaia e Giada, mi hanno insegnato che il gioco è l’unica vera via di fuga da quello che ti stanca e ti piace poco.

Facciamo un gioco. Descrivi con tre aggettivi il brand “Lorenza Blanch”.

Ecco, appunto. Affascinate, carismatica, elegante.

Parliamo un attimo di te. Sei una persona molto attiva, giornalista, scrittrice, grande appassionata di moda ma anche moglie e mamma. Qual è il tuo segreto per coniugare un lavoro impegnativo come il tuo con la vita di famiglia?

Nessun segreto. È un gran casino. Mi ritrovo con montagne di panni da stirare. Corro al supermercato perché il frigo è vuoto e faccio una spesa come se dovesse venire la fine del mondo da là a tre ore e ci stessimo preparando alla terza guerra mondiale. Mentre invio un comunicato stampa e inizio il recall infilo i panni in lavatrice o metto i piatti in lavastoviglie. Poi all’improvviso mollo tutto e corro a prendere le bimbe a scuola. Sono catastrofica e disordinata. Quello che mi salva è il mio carattere caotico e il mio stile di vita che non stressa le mie figlie, felici di poter fare esplodere il soggiorno, tirare fuori i giochi dalla cameretta (possibilmente tutti insieme in modo che non ci sia lo spazio per camminare e che l’unica opzione per muoversi sia volare) e la mia capacità, sviluppata nel tempo, di entrare e uscire dalle cose, con tanti file aperti contemporaneamente sul desk del Mac e nella testa. E poi ho una gran fortuna. Condivido la vita, lo spazio, i progetti con Pier Paolo, mio marito, che non mi ferma, anzi mi sostiene e che se non trova la camicia stirata, capita che si incazza ma capita anche che la stiri lui.

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Torniamo alla t-shirt, che è diventata in poco tempo già un must, infatti la indossano molte fashion blogger. Visto il successo, hai già previsto una nuova collezione per il prossimo autunno/inverno?

Lorenza Blanch non è semplicemente un fashion brand. Il progetto è ampio e ambizioso. Una piattaforma “must have” in cui lentamente compariranno una serie di creazioni che designer, artisti, brand realizzeranno per lei in limited edition. Quindi nessuna collezione programmata ma libero spazio alla creatività degli altri. Non sarà facile e i tempi non saranno brevi ma da ottobre, oltre alla shirt, in vetrina ci sarà altro. La shirt resterà la mia creazione. Sceglierò il modello e il particolare della tavola da riprodurre. Il modello 1, categoricamente numerato, ha la stampa gommata glitter. Non so cosa mi verrà in mente per gli altri modelli.

E a proposito della nuova stagione, domanda un po’ banale forse ma comunque interessante. Che progetti hai per il futuro?

Interazioni. Creazione di un network al quale lavorerò assolutamente non da sola. Ho già individuato le professionalità che mi affiancheranno nell’attività di ricerca per la realizzazione di co marketing e co branding. Ho individuato chi si occuperà di social media marketing e brand identity intanto mi sono assunta anche una grande responsabilità, visto che una studentessa dello Iulm ha scelto Lorenza Blanch come caso di studio per la sua tesi magistrale che discuterà a novembre e io ovviamente sarò a Milano ad assistere al suo successo. Ma, soprattutto, il progetto futuro è quello di non fare mai acquisire a Lorenza Blanch il carattere di semplice fashion brand lasciando assolutamente vivo il legame, che mai dovrà perdere nel tempo, con le sue origini. Il romanzo. La storia di Lola Forbest che è piaciuta tanto, non solo a me. E probabilmente senza il fumetto non sarebbe mai venuta fuori da quelle pagine in cui è custodita. Io non so cosa accadrà. E come accadrà. È un inarrestabile work in progress.

Chiudiamo con una domanda che ti avranno probabilmente già fatto ma che tutti si chiedono. Chi è davvero Lorenza Blanch?

Lorenza Blanch è il fashion brand ideato dalla Lola Forbest & Co, agenzia di comunicazione internazionale che ruota attorno alla carismatica Lola, protagonista e vittima in “Gloss”. Una sfida? Un gioco? La curiosità di vedere cosa accade andando oltre le pagine di un romanzo? Non saprei. L’unica cosa che so è che non amo fermarmi. E, pur volendo, non riesco a fermarmi. Mai.

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