Mamme baby sitter

27 Luglio 2014
Aurora Scudieri
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babyQualche giorno fa io e mio figlio abbiamo tenuto la bimba di una mia amica che doveva andare a fare un importante concorso per diventare insegnante e non aveva a chi lasciarla.
Mi è sembrata una cosa naturale proporle il mio aiuto. Mio figlio, di 6 mesi, ha quasi la stessa età della sua bambina e da quando sono nati sono stati già insieme diverse volte, tra corsi di yoga e passeggiate in centro.

Che coraggio che hai!” mi hanno detto tutti. Ma non credo ci volesse coraggio, soprattutto avendo un aiutante come il mio Riccardino, molto socievole con gli altri bimbi, che l’avrebbe “distratta”.

Abbiamo deciso, per rendere meno traumatica la cosa alla piccola, di restare a casa sua, dove c’era il suo lettino, i suoi giochi, i suoi odori. Quindi il giorno prima io e Riccardo siamo stati a fare un giro di perlustrazione. La mamma ci ha mostrato come dormiva la piccola, come riscaldare la pappa, dove cambiarla e come farla giocare. I due piccoli, sul tappetone, intanto, giocavano insieme. Si iniziavano a toccare, a scambiare ciucci e giocattoli e condividevano anche il pianto: uno iniziava ad urlare, l’altra si spaventava, scoppiava in lacrime e il primo seguiva a ruota.

Ma la scenetta non mi ha fatto paura. Far smettere di piangere un neonato è più o meno facile quanto farlo iniziare. Basta sorprenderlo con qualche suono. Iniziare a cantare per lui. Fargli un grande sorriso o una risata per fargli capire che va tutto bene.

Così la mattina dopo alle 9 eravamo a casa loro, pronti per iniziare la nostra avventura di mamma e bimbo baby sitter.
Quando la mamma e il papà sono andati via la piccola dormiva serena. La prima paura era quella che al risveglio si sarebbe spaventata nel non vederli più. Per fortuna, invece, quando circa un quarto d’ora più tardi si è svegliata, è andato tutto bene. L’ho subito messa sul tappetone dei giochi insieme a mio figlio e la sorpresa le ha fatto passare l’ansia da abbandono. I piccoli hanno iniziato a giocare sereni, a salutarsi con versi simpatici e a sorridersi.

Subito dopo il cambio del pannolino, che mi ha regalato la piacevole sorpresa di non trovare il solito “pisellino”, è arrivato il momento della frutta. Prima di farla mangiare le ho mostrato un video divertente con mamma e papà. Lei guardava fisso lo schermo e sorrideva serena.
Poi, seduta sul suo seggiolone, ha mangiato con estrema calma e tranquillità, al contrario del mio uragano che invece mangia sempre con fretta e continua distrazione che lo porta a girarsi a destra e sinistra rendendo difficile centrare il buco della bocca. Mentre facevo mangiare lei, lui mi guardava stranito come a chiedermi se, così e senza preavviso, era arrivata una sorellina a rubargli il posto.
Dopo la frutta ho rimesso i piccoli a giocare ma dopo altri dieci minuti Riccardo, abituato a fare un pisolino al mattino, ha iniziato a stropicciarsi gli occhietti. Ho deciso allora di mettere lei davanti ai cartoni animati sulla sua sdraietta e di cercare di addormentare lui, prima che un attacco isterico legato al sonno ci avrebbe trasportati tutti e tre nel delirio più totale. Buonissima la bimba si è incantata davanti alle immagini colorate, accompagnata anche dalle filastrocche sull’iPad che mi aveva lasciato la sua mamma.
Mio figlio invece, stretto al mio seno come per dire “tu sei mia e di nessun altro” moriva dalla voglia di dormire ma sembrava volersi trattenere per timore di “concedermi” all’altra bambina. Attacchi di comprensibile gelosia. Appena si appisolava lo lasciavo, sul letto, sul divano, sul tappetone, ma lui si risvegliava subito e scoppiava in lacrime scoprendo che lo avevo lasciato per andare dalla bimba.

Lei intanto serena continuava a seguire la sua Tv. Ho allora deciso di mettere Riccardino nella fascia per riuscire a farlo dormire stando anche con lei che invece non accennava ad avere sonno. Dopo circa mezzora Riccardo si è svegliato e la piccola ha iniziato a stancarsi della televisione. Siamo così tornati tutti a giocare, fino all’ora del pranzo: le 11.30.
Ho allora scaldato le pappe di entrambi, messo la piccola nel seggiolone e mio figlio nel passeggino e iniziato la procedura mangiata. Lei, sempre bravissima mi sgridava solo quando rallentavo per dare un poco di soddisfazione a mio figlio. Intanto la mamma, alla quale avevano naturalmente “sequestrato” il telefono, è riuscita a chiamarmi nella pausa tra una prova e l’altra, per informarsi su come procedevano le cose. E’ normale che la prima volta che lasci tua figlia con una semi-estranea, tu abbia il cuore in gola.
Finita la pappa della piccola le ho dato i suoi giochi e acceso le sue filastrocche, mentre io sfamavo quel birbante di mio figlio. Lui, come al solito, durante la pappa urlava, protestava, si distraeva, ma alla fine mangiava tutto senza sporcare, per fortuna, nulla in una casa che non è la nostra.

Dopo aver mangiato, giocato e urlato a sufficienza il sonno, sugli occhietti di entrambi, era visibile e così ho provato a mettere la piccola nel suoi lettino. Ma le sue proteste, in forma di grida acute, mi hanno fatto desistere e ho deciso di portarli entrambi davanti ai cartoni della Pimpa, amatissima.
Erano le 12 quindi i genitori non avrebbero tardato molto.
Riccardo in fascia, con lo sguardo assonnato, e la bimba nella sua sdraietta, ho iniziato a dondolare entrambi e, dopo circa 20 minuti, dormivano come ghiri.

Mamma e papà sono arrivati verso l’una meno dieci. La piccola ancora dormiva e il papà l’ha presa dalla sdraietta per portarla nel suo lettino dove, quietamente, si è riaddormentata. Riccardo invece si è svegliato subito, ma sereno ha capito che l‘avventura era finita e che quella piccola amica aveva dei fantastici genitori che si sarebbero presi cura di lei.
E’ stata una mattinata felice e non mi è servito coraggio ma solo tanto amore e fantasia. In effetti credo che ogni Baby sitter dovrebbe portarsi il proprio figlio dietro, per intrattenere il “mini cliente” e passare delle ore di gioco e divertimento tutti insieme!

 

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