Vi siete mai chiesti da dove provengano tutte quelle banconote mostrate nei film? Ecco la risposta

31 Luglio 2014
Chiara Amendola
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soldi cinemaAvete presente il film Rush Hour 2? Quello in cui si fa saltare in aria un casinò nel bel mezzo del deserto del Nevada? La scena culmine della pellicola è un’esplosione con migliaia di fatture false e soldi che volano nel cielo.

Bene esattamente quella sequenza è costata  alla Indipendent Studio Services, che aveva prodotto quel denaro “finto” insieme alle fatture, un’accusa di contraffazione ed una sanzione salatissima che ha quasi portato la società sul lastrico.

Si tratta di una storia indicativa di un dilemma che affrontano quotidianamente i produttori ad Hollywood: la necessità di aggirare la sottile linea tra le leggi severe contro la contraffazione e le richieste di denaro incredibilmente realistico da parte delle major.

Per spiegarci meglio, quando si girano i film dove attori e protagonisti maneggiano banconote, non possono essere utilizzati i “Bigliettoni” del monopoli, ma servono soldi più verosimili possibile.

Oggi, “il denaro movie” è onnipresente e svolge un ruolo importantissimo.

Fred Reed, autore di Show Me the Money, un libro sulla storia della “moneta” nei film (sia veri che falsi), racconta come dall’uso di denaro reale  si sia passati gradualmente all’utilizzo di denaro falso.

Il problema legale ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel 1895 con la pellicola firmata kinetoscope di Thomas Edison in cui due uomini scommettevano ferocemente su una lotta tra galli; pochi anni dopo, nel 1903 nel film The Great Train Robbery, il denaro reale era protagonista in una scena stick-up.

Non appena l’industria cinematografica ha iniziato a fiorire agli inizi del 1900 sono state attivate leggi che proibivano l’uso di denaro reale. Nel 1920 gli Studios hanno perciò trovato un’escamotage, hanno usato per circa dieci anni le banconote messicane svalutate durante la guerra, soluzione che ha riproposto il problema qualche anno dopo. E’ stato allora che le grandi società hanno iniziato a richiedere una varietà di banconote finte che fossero molto simili a quelle originali, doppioni che costavano quasi quanto il valore reale. Gregg Bilson Jr. è il CEO di Independent Studio Services. Oggi, la sua azienda ospita oltre un milione di puntelli in sette sedi in tutto gli Stati Uniti e l’Europa. Hanno fornito puntelli per quasi ogni film campione d’incassi e show televisivi di successo.  Tra questi Rush Hour 2, un lavoro che li tormenta ancora 13 anni dopo.  Quando Secret Service bussò alla loro porta  prima con un ordine di cessazione della produzione, poi confiscando tutti i file digitali e le scorte di valuta fu davvero una tragedia. In tutto sradicarono circa 200 milioni di dollari falsi.  I federali hanno infatti leggi severe sulla produzione di moneta falsa. Secondo la contraffazione Detection Act del 1992, una fattura da riprodurre A) deve essere inferiore al 75% o superiore al 150% della dimensione di una fattura reale, b) unilaterale, e c) fatta con una sola colore.

Bilson fu costretto a distruggere tutto il suo inventario, una notevole perdita di ISS, che è una delle uniche due sole aziende a Los Angeles ad occuparsi di ciò. L’altro, Earl Hays Press, ha avuto la peggio nel 2000, quando un gruppo hard-core metal fece piovere le sue banconote false durante le riprese di un videoclip. I partecipanti inconsapevoli tentarono di spendere i soldi. Una bravata bravata che l’ha portato alla confisca di tutto l’inventario.

Bilson come Hays, per rientrare nel mercato ha dovuto cambiare drasticamente il suo prodotto. 

Ma perché allora non evitare tutto questo utilizzando pile di soldi veri? Secondo Bilson, c’è un unico problema logistico importante. “Se stai girando una scena con $ 100.000 in contanti, non si vuole avere 100.000 $ di denaro reale sul set”, ragiona. “E ‘una responsabilità”:

 

 

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