Fenomenologia di Dr Who: pronti per l'ottava stagione

22 Agosto 2014
Redazione YOUng
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“I walked away from the Last Great Time War. I marked the passing of the Time Lords. I saw the birth of the universe, and I watched as time ran out, moment by moment, until nothing remained. No time, no space – just me. I’ve walked in universes where the laws of physics were devised by the mind of a madman. I’ve watched universes freeze and creations burn. I have seen things you wouldn’t believe. I have lost things you will never understand. And I know things. Secrets that must never be told, knowledge that must never be spoken, knowledge that will make parasite gods blaze!”
(Undicesimo Dottore)

Domani, per molte persone, sarà un giorno speciale. Domani, 23 agosto, ci sarà la presentazione del Dodicesimo Dottore, l’ottava stagione della nuova serie, impersonato da Peter Capaldi.
Chi è il Dottore? Stiamo parlando di Dr Who! La serie televisiva fantascientifica più longeva della storia. Una serie televisiva che ha letteralmente conquistato il mondo, scavalcando i confini del Regno Unito per arrivare ovunque. Anche in Italia. Ma a cos’è dovuto il successo di una serie televisiva che, intendiamoci bene, non è neppure girata con grandi effetti speciali?
La risposta è una e ce la da l’ideatore della nuova serie: i viaggi nel tempo e nello spazio. Creare una serie lunga cinquant’anni mandando avanti e indietro nel tempo e nello spazio un alieno è a dir poco pazzesco, tanto è difficile per uno sceneggiatore ricordare la linea temporale e creare universi paralleli. Questo rende unico il Dottore.

In cinquant’anni tutta la serie televisiva, sebbene sia ambientata in tutti gli universi possibili, ha sempre conservato un filo logico e temporale.

Undici attori si sono alternati per cinquant’anni all’interno del TARDIS, una normale cabina blu della polizia che si rivela una macchina in grado di viaggiare nello spazio e nel tempo.

Negli anni’60 la BBC azzardò molto con la sua messa in onda: la serie era la più violenta presente nei canali inglesi, e non adatta alle famiglie. Ma l’immagine del TARDIS e del suo Dottore restarono scolpite nella mente e nella cultura britanniche tanto da far proseguire la serie dal 1963 al 1989. Una volta messo in soffitta un telefilm, raramente lo si riprende in mano. In tanti hanno provato a resuscitare famose serie televisive, ma con il risultato di un pessimo esorcismo.

Eppure nel 2005 succede qualcosa di unico nella storia televisiva.423182

La cultura inglese era talmente pregna del Dottore e del suo TARDIS, che all’annuncio di una nuova serie tv i cancelli del Paradiso si sono aperti. Il Dottore ha cominciato a viaggiare all’estero (qui in Italia su Rai4), dapprima in sordina. Poi, con il clamore che merita.

Non pensate di trovare strani effetti speciali come in X-Files: gli alieni sono dei pupazzi e molto è low cost.

 

E per questo il pubblico degli anni 2000 è totalmente diverso; per la maggior parte sono studenti universitari. Perchè le storie intrigano, sono colte, intelligenti, mai noiose, con trame che spaziano dalla fantascienza al noir, al gotico. L’intreccio è articolato dall’inizio alla fine della puntata, senza punti morti o domande in sospeso. Il Dottore è un simpatico giovanotto inglese con il papillon, che affascina le ragazze con la mente e il savoir faire. Non è di certo Jersey Shore.

 E’ l’ultimo essere della sua specie, i Signori del Tempo, che si reincarnano ad ogni ciclo vitale. Ora il Dottore, interpretato da Matt Smith, è giunto all’undicesima reincarnazione ed ha compiuto la dodicesima: Peter Capaldi. Ognuno con un volto nuovo, ognuno con una prospia personalità; ma sempre “a mad man in a box”.

Viaggia nello spazio e nel tempo attraverso vortici temporali, sempre accompagnato da uno o due o tre amici terrestri, inseparabili. Costruiscono, come ha detto uno degli sceneggiatori, la Storia del Mondo e dell’Universo. Ma in queste avventure ai limiti dell’estremo, del Dottore non si sa nulla. Né il nome, né l’esatta provenienza, né l’età. E uno dei segreti della longevità di questo programma, oltre all’ostentato e familiare low cost, è la non narrazione del protagonista.

Il fatto di non raccontare nulla del Dottore, ma di carpire il suo passato tramite frasi dette e non dette, è un geniale artificio sul quale costruire un successo. In un’epoca in cui le serie televisive tendono a spiegare minuziosamente eventi, fatti, personaggi, il non saper nulla del protagonista principale spiazza e attrae.

Hanno creato nuovi modelli di vita: molte bambine inglesi ora affermano di voler essere “come Amy Pond”, la rossa compagna dell’Undicesimo dottore. Ogni bambino inglese, e ora del mondo, spera un giorno di veder atterrare nel suo giardino una grande cabina blu della polizia. Per far saltar fuori un giovanotto (che tanto giovane non è) col papillon, pronto a dirti “Dove andiamo ora?” e portarti in giro nel tempo e nello spazio in cerca di nuove avventure. 

“Who are you?

“I’m the Doctor”.

“But…Doctor who?”.

 

 

 

 

 

 

 

 

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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