Ice Bucket Challenge, se la beneficenza non è mai abbastanza

22 Agosto 2014
Redazione YOUng
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Sono stati raccolti in questi giorni 32 milioni di dollari per la ricerca contro la SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Una malattia della quale purtroppo si sa ancora molto poco e per la quale la ricerca non riesce ancora a fare abbastanza.

E’ un po’ come con quelle malattie delle quali poco si parla: succede con la ricerca contro l’epilessia o contro le malattie genetiche, oppure con le malattie rare. E la ricerca, si sa, non è una cosa spesso sulla bocca di tutti.
Si parla tutti i giorni di malasanità, di ospedali che chiudono, ma raramente di ricerca. La ricerca e i ricercatori sono cose lontane, sono cose che puzzano di università nascoste; sono degli affari che non ci riguardano; del resto si sa, le case farmaceutiche mentono, la cura per il cancro è stata trovata anni fa ed è tenuta nascosta e i ricercatori ci speculano (sic!).

Ci sono malattie per le quali non si sa neppure che esista la ricerca, tanto poco si sa di loro.
Le ricerche più conosciute sono quelle contro il cancro e contro la leucemia, grazie a campagne di sensibilizzazione tramite mezzi di comunicazione e appositi stand che donano arance, azalee e uova di Pasqua in cambio di donazioni.

In questi giorni l’Ice Bucket Challenge, una sfida partita da ragazzi e che ora sta passando attraverso le celebrità, è riuscita a raccogliere 32 milioni di dollari. Una somma che la ricerca non ha mai visto in un colpo solo.
Sono passati per questa doccia ghiacciata Shakira, Bill Gates, George Bush, Zuckerberg, Mourinho, Marco Mengoni, Rapahel Gualazzi, Justin Timberlake, Mario Balotelli, Jennifer Lopez, Lady Gaga e tanti altri. Tutti pronti a donare soldi alla ricerca postando su Youtube video di se stessi mentre si fanno gelare.

Per la cronaca, Shakira ha nominato il Papa e Fiorello ha nominato Renzi, che ha promesso, all’epoca della scrittura di questo pezzo, che entro stasera si farà gelare nominando a sua volta altri tre personaggi.
icebucket4 Logicamente, quando una cosa funziona, le critiche arrivano.
“Non c’è bisogno della doccia gelata, bastano le donazioni in segreto”. “Ma perchè non  si sfidano a chi dona di più?”. “Solo gente in cerca di gloria”.
Tralasciando il fatto che non penso che Bill Gates sia in cerca di fama, possiamo  affermare con certezza la pochezza di tali affermazioni.
Soprattutto perchè derivano dal comune cittadino, quello che vorrebbe vedere una  celebrità sul lastrico mentre dona tutto alla ricerca, mentre lui è il primo a passare  davanti allo stand delle Arance della Salute con il cappello sugli occhi, mentre schiva a  passo svelto i ragazzi di Emergency.
La persona che critica la beneficenza altrui o che la giudica sempre troppo piccola, è  solitamente la prima a non farla. E non mi si tiri fuori la crisi! Se davvero si considera  importante la ricerca, se davvero si crede nelle potenzialità dei ricercatori per trovare una cura alle malattie, si trovano (nel nostro piccolo) i 5 euro da donare a quegli stand. Un uovo di Pasqua non costa troppo se stai dando dei soldi ad un’associazione che combatte la leucemia.

Così i Vip hanno raccolto 32 milioni di dollari. Per la ricerca. Per quella cosa tanto lontana che pochi sanno che davvero serve. E a qualsiasi malato di qualsiasi malattia servono anche i 5 euro che ogni persona può dare. Che lo facciano gettandosi una secchiata d’acqua gelida in testa o mettendo la mano in un secchio di escrementi non importa: sono soldi che aiuteranno la ricerca, dati sicuramente in modo onesto.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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