Ucciso da un proprio supporter: pazzia e follia in Algeria dopo una partita di calcio

26 Agosto 2014
Redazione YOUng
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E’ assolutamente incredibile leggere notizie del genere. Un giovane ragazzo che di professione fa il calciatore ucciso da un tifoso della sua squadra. E’ successo in Algeria, nel corso della seconda giornata del massimo campionato di calcio del Paese nordafricano.

Albert Ebossé Boojongo veniva dal Camerun. 24 anni, era diventato l’attaccante più forte della sua squadra, la JS Kabylie, che l’aveva acquistato lo scorso anno. Nel corso della sua prima stagione nel club algerino, il centravanti africano aveva messo a segno ben 17 reti, guadagnandosi la palma di capocannoniere del torneo. Ed era stato proprio lui a segnare l’unico gol nella partita che sarebbe diventata, a sua insaputa, l’ultima della sua vita, contro l’USM Alger, finita 1-2. Una sconfitta che ha provocato l’ira dei tifosi della JS Kabylie: dagli spalti è volato di tutto, proprio mentre i calciatori rientravano negli spogliatoi dopo il triplice fischio del direttore di gara.

Un oggetto in particolare, una pietra molto probabilmente, un sasso maledetto, ha colpito la testa di Albert Ebossé. Il ragazzo è crollato a terra ed è stato subito soccorso. Purtroppo, a nulla è valsa la corsa verso l’ospedale: è morto in ambulanza.

Un’altra perdita nel mondo del calcio. Un’altra vita spezzata, una famiglia che ora convive con il dolore (Albert era da poco diventato padre). Dove si spingerà ancora l’umanità non è dato saperlo. La follia e la pazzia riempiono i cuori e le menti di persone che non comprendono l’importanza del valore della vita e l’importanza delle proprie azioni.

E’ un periodo particolare nel mondo: le guerre continuano, le uccisioni di innocenti e civili aumentano di giorno in giorno, i conflitti producono una sofferenza che sembra non avere fine. La morte di questo ragazzo camerunense però mi ha colpito. Non voglio assolutamente far passare un messaggio sbagliato, ossia che ci sono morti di serie A e di serie B. Assolutamente. Soltanto, mi ha fatto pensare molto. Ho letto la notizia, ho appreso della sua triste fine, ed ho visto una sua foto: con la divisa della sua squadra, pronto per una nuova gara, pronto per svolgere il suo lavoro, un lavoro diverso da molti altri, certo, ma un lavoro che, in pochi minuti, può regalare gioia e felicità alla gente così come momenti di tristezza effimera. L’animo umano a quanto pare non riesce ancora a fare a meno di sentimenti più oscuri, la follia e la pazzia appunto.

Perché distruggere una vita in quel modo? Cosa ha spinto quella persona a lanciare l’oggetto che avrebbe portato via per sempre dai suoi cari quel giovane ragazzo? E cosa starà pensando adesso? Sono interrogativi ai quali non avrò risposta, eppure veleggiano spesso nell’oceano dei miei pensieri.

Riposa in pace Albert.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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