Cicliste "nude" sul podio: "Siamo nude ma sotto l'uniforme" – FOTO

Sta facendo molto discutere la tuta indossata dalla squadra di ciclismo femminile della Colombia, presentata lo scorso venerdì a Campi Bisenzio prima dell’inizio del Giro di Toscana.

Molti l’hanno definita la tuta più brutta di tutti i tempi.

Esagerati? A voi l’ardua sentenza.

Pensate che durante la competizione nessuno si era accorto della particolarità della tenuta sportiva.

Solamente, una volta finite sul podio, tutti hanno potuto notare l’associazione di colori che vedeva il giallo-rosso sparire proprio nella zona che va dall’addome fino all’inizio dalle cosce a favore di un color pelle.

Insomma, ad un primo sguardo sembra proprio che le ragazze siano nude a partire dall’addome in giù.

Non è chiaro se dipenda da un errore commesso dal designer della tuta o se sia stata una furba mossa pubblicitaria nei confronti delle atlete.

Sicuro è che le tute non sono passate inosservate.

Aggiornamento:

Dopo il vespaio di polemiche che si è sollevato, Angie Tatiana Rojas Suarez, ciclista della squadra, la quale ha anche disegnato la divisa, ha commentato in un’intervista rilasciata a 20minutos.es: “In realtà, è vero che siamo nude, sotto la divisa. Voglio chiarire, però, che la luce ha giocato un ruolo fondamentale nella prospettiva della fotografia. Abbiamo utilizzato queste divise per 9 mesi e nessuno ha detto niente. Inoltre, la maglia era per la cronometro e dunque più aderente. La parte beige occupa più superficie nella parte bassa dell’addome e, per questo, risalta un po’ di più. Fa si che sembri ciò che non è”.

Ed ancora: “Tutti gli sponsor hanno dato il via libera e la Federazione non ha mai detto nulla, quindi è stata approvata e soddisfa tutte le specifiche tecniche per il ciclismo. Il progetto ha ripreso il precedente che avevamo fatto. Ho preso i principali colori della bandiera di Bogotá, che sono giallo e rosso. Il beige, che in realtà sarebbe oro, ha lo scopo di evidenziare gli sponsor e il bianco serve per separare il beige dal giallo e dal rosso”.

Ed infine: “Non ènulla di volgare”.

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