Anche i bambini fanno i brutti sogni

18 Settembre 2014
Aurora Scudieri
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bambibi sognano

Infanzia età della spensieratezza? Tutte bugie.
Mio figlio, quasi 8 mesi, è il ritratto della felicità. Eppure è successo già alcune volte che si svegliasse spaventato dopo aver fatto un brutto
sogno.
Tante volte mi sono chiesta quale incubo possa fare un neonato che, fino ad oggi, per fortuna, non ha ancora vissuto delle brutte esperienze. Non trovare più la sua mamma, ciucciare e non avere più latte nella tetta, cadere mentre cerca di gattonare, non riuscire a raggiungere un gioco, avere sonno e non poter dormire, avere fame e non riuscire a nutrirsi oppure ritrovarsi per pranzo davanti il solito brodo o passato di carota!
Quando mio figlio si sveglia con quegli occhioni impauriti lo prendo tra le braccia e lo consolo stringendolo forte: “Non è successo nulla amore mio, la mamma è qui” e lui piano si calma mentre i lacrimoni continuano a rigargli il viso tondo e morbido.

Alcuni, educatori o chi si finge tale, sostiene che quando tuo figlio si sveglia così turbato tu lo debba lasciare da solo nel suo lettino, in modo che si calmi in autonomia e che, con il tuo calore, tu non possa alimentare il motivo della sua paura.
Provateci voi a lasciarlo lì, come un cucciolo abbandonato che ti chiede aiuto e infondo vuole solo che tu gli dica che non c’è nulla da preoccuparsi.
Educare un figlio è importante, ma essere mamme è anche essere dolci, presenti e “di cuore”. Poi, magari, quando sarà più grande gli potrai
spiegare che i mostri non esistono, che nel suo letto non gli succede nulla, che deve essere più coraggioso. Ma ora non è possibile, è davvero
troppo piccolo per capire.

Ma da dove vengono i brutti sogni? C’è chi sostiene che i bambini sognino già quando sono nel ventre della mamma, verso gli ultimi mesi, ossia quando non si tratta più di feto ma di vero e proprio bambino. Forse sogna dei suoni, dei colori, delle emozioni. Non può certo sognare dei volti dato che non ne ha mai visti ancora e il sogno è fatto comunque di memoria. Non può sognare di cadere, ma forse di avere fame sì oppure, nelle mamme fumatrici, di non ottenere la nicotina di cui, povero piccolo, è già dipendente.
Poi nasce e magari il momento del parto costituisce il primo grande choc
della sua vita. Una grande fatica, una grande luce, il taglio del cordone, una alimentazione che ora non è più così immediata ma deve chiedere con il suo pianto, e poi la cacca e la pipì da fare, le arie nel pancino e tutto quello che gli fa paura intorno.

I primi mesi sono di scoperta, e anche se nostro figlio ci sembra sempre
tanto felice, in realtà piange anche molto e quel pianto oltre ad un modo
di comunicare potrebbe essere una espressione di dolore, fisico o psicologico, che poi rivive nel suo brutto sogno.

Ecco allora che, ora che mio figlio è lì, nella sua cameretta, che dorme, mi viene voglia di andarlo a vedere, per cercare di capire dal suo piccolo volto se sta sognando tanto latte, l’altalena, la buona pappa, il sorriso della sua mamma o del suo papà, oppure cose tristi e, in quest’ultimo caso, di stringerlo forte forte a me!

 

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