Touch screen? touchè (non perché scrivere ma come scrivere)

18 Settembre 2014
Redazione YOUng
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Primo articolo scritto dal mio cellulare, abbastanza scomodo, devo dire, sebbene io abbia una tastiera qwerty. In che rapporto siete con il touch-screen?

io lo tollero ma, preferisco sempre e comunque una tastiera.

Non vi so il perche’, eppure non sono vecchia ( o meglio, mi hanno accusato di esserla dopo un pesce d’aprile non andato a buon fine perche’ ero focalizzata su altro al momento).

Cosa ci trasmette una tastiera che un touch non ci da’?

Per quanto mi riguarda, sicurezza. Non devo preoccuparmi di un possibile graffio sullo schermo e del fatto che, se mai vada in tilt il touch system potrei comunque continuare ad usare il mio cellulare.

Ho iniziato a guardare il film “Jobs” l’altra sera. Bella colonna sonora. Adoro il modo in cui il fondatore si e’ impegnato a coniugare bellezza,leggerezza e tecnologia avanzata. Potrei definirlo un artista per il consumatore. Tutti possono acquistare “pezzi d’arte” o quantomeno, creati attraverso quella ratio. I consumatori hanno mercificato dell’arte: avere un I Phone signica avere un determinato status sociale

. Perche’ non ho mai comprato un I Phone?

In primis NON HA UNA TASTIERA, continuando non ho cura nei confronti dei cellulari e poi, NON LAVORANDO NON MI SERVE.!!! considero un iPhone al pari di un palmare, le apps mediche per i medici, i codici di diritto internazionale per gli avvocati, quelle di disegno per gli artisti. Non voglio semplificarmi la vita, non voglio cliccare su app e ottenere l’elenco delle opere di Leonardo, VOGLIO RICORDARMELE. Sembriamo degli La taglia, odio la taglia dei cellulari di ultima generazione , scomodi da tenere in tasca,da tenere con due mani durante una telefonata.automi con un’appendice i Phone. La mia posizione sembra sempre di piu’ inadatta e bigotta ai vostri occhi ma, UN RAGAZZINO DI 7 ANNI NE HA DAVVERO BISOGNO? La videoscrittura ci ha peggiorati, ha soffocato il nostro artista interiore e, sembra paradossale che a Jobs l’idea sia venuta a un corso di calligrafia. A volte, scrivendo spesso al pc, quando scrivo una parola a mano mi sembra sbagliata, anche se non lo e’ , semplicemente sono abituata a vedere in Times Romans o in New Gothic. Tendenza ancor piu’ aggravata negli orientali.

Digitando al pc SCORDANO COME SI SCRIVE UN CARATTERE. ma partiamo dal principio :

cos’e’ un carattere? e’ un segno, un simbolo ideografico che corrisponde ad una parola. Si e’ evoluto dai pittogrammi che sono stati la prima forma di scrittura ( geroglifici egizi per intenderci). Quindi “parola” uguale “disegnino”. Come si scrive un carattere? Attraverso dei tratti che devono seguire un ordine ben preciso sia per questioni estetiche che per questioni di correttezza linguistica e grammaticale ( sbagli ordine? 1 il carattere” non ti esce ” e scrivi una cosa per un’altra; 2 non riuscirai mai a cercarlo sul dizionario se non ricordi ordine dei tratti e non distingui  le varie parti del carattere stesso). Scusate il volo pindarico.

Tornando a noi… quanto e’ importante la calligrafia? quanto e’ importante scrivere bene? Guardando una scritto a mano capisco l’emotivita’, l’intelligenza, la personalita’ dell’autore. Nei momenti di stresso la mia grafia e’ illegibile, per esempio. Scrivere a mano, inoltre incrementa l’intelligenza tattile ( ne ho gia’ parlato in qualche altro articolo). Scrivere a mano e’ SCRIVERE, pigiare i tasti e’ digitare.

Ho dovuto rileggere, cosa che non faccio mai, perché c’erano vari errori nel testo. Non sopporto i correttori automatici, ma adoro il conteggio delle parole di Word. Perché dovremmo quantificare le parole? 

Non conto mai battute, paragrafi, parole, righe. Perché abbiamo questa esigenza di rispettare uno spazio? Di entrare in un trafiletto tra un articolo, un editoriale, una foto dell’ultima partita? Perché tutti noi siamo omologati, senza peso e senza personalità? E come la esprimiamo? Un selfie su Facebook, una Nikon nuova per farci i selfie su facebook o i servizi fotografici alle nostre amiche/amici/ noi stessi per di più ritoccati e controllando la luce come se fossimo la brutta copia di Megan Fox. Abbiamo così tanto bisogno di notorietà? Di far parlare di noi?

Preferisco una tastiera perché ho la sensazione di creare qualcosa, dove creare sta per far ” qualcosa usando il pollice opponibile, l’intelletto, la vista.

Preferisco la tastiera perché mi piace il rumore dei tasti che ricorda quello delle gocce di pioggia,

gli spazi dati con la barra spaziatrice per ESPRIMERE LA VOLONTA’  DI DARLO , DI VOLER QUELLA PAUSA,

lo scrivere sdraiata sul letto, su una scrivania, sul notebook sulle ginocchia ma IL BISOGNO DI PIANO, d’appoggio, d’azione, di conquista,

mi piace fermarmi, scrivere, smettere. Non camminare sbattendo contro un segnale stradale poiché ho gli occhi fissi sul mio cellulare,

bere caffè la sera per scrivere perché verso le 2 , si scrive meglio

avere il blocco, smettere per giorni,

ricominciare dopo anni,

scrivere per imposizione, anche se non si dovrebbe mai,

rispettare le scadenze,

scrivere per necessità,

mettere un post -it sullo schermo,

leggere la frase del mio Bacio Perugina di oggi che inaspettatamente è di Jacopo da Lentini (hanno buttato via Moccia??? Speriamo!)

“L’amore è un desio che vien da core”

riscriverla qui, pensare al terzo liceo, al sonetto, alla lingua italiana, a Shakespeare e la sua dama nera. Se William avesse avuto un cellulare, sistema windows o android che sia, avrebbe scritto così tanto?

O avrebbe mandato di continuo selfie alla sua dama nera? Avrebbe avuto la necessità di scrivere un sonetto per lei o avrebbe usato frasi di qualche film anonimo su qualche sua anonima foto?

Scrivo da una tastiera perché mi collega alla macchina da scrivere del MOSI di Manchester.

Una tastiera touch potrebbe mai sostituire tutto questo? Oppure potrebbe essere un compromesso?

Scrivo perché ho gli accenti a portata di mano,

perché voglio mettere i punti. Le virgole,,, e i punti e virgola 😉

voglio scacciare l’insetto sullo schermo in questo momento e la zanzara sulla mia gamba,

guardare in che stato stia lo smalto,

rosso corallo ma non proprio corallo, tendente al fragola con sfumature fucsia,

le lancette dell’orologio che battono e litigano,

la mia lista infinita.

Voglio finire i miei esami per scrivere la tesi, sedermi e dire “oggi scrivo”, chiudere ,uscire, distrarmi, dormire, svegliarmi e dire ” anche oggi scrivo”.

Voglio smetterla col tenere il cellulare acceso per la paura di essere cercata e non trovata,

voglio scrivere dal mio computer

in una stanza d’albergo,

sull’erba di notte

dopo la pioggia e prima dell’alba.

Potrei fare tutto questo con un cellulare?

Ne sentirei il bisogno o fermerei l’attimo scattando una foto?

Penso che ci siano attimi, quelli intensi in cui il tempo smette di esistere, che devono essere vissuti e poi, raccontati; non immortalati.

Penso che tutti noi abbiamo qualcosa da raccontare, da scrivere, da dire.

L’arte si esprime in molti modi ma, siamo ancora in grado di leggere un dipinto?

Se scrivo, ti basta leggere,

non voglio che tu esamini, indaghi, smembri tutto ciò.

Voglio che tu legga, dimentichi.

Nel momento giusto,

ricorderai ciò che ho detto,

e lo farai tuo,

e forse,

mi citerai.

Scrivo da una tastiera perché, da un cellulare proprio non ci riesco.

 

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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