Jimi – All Is By My Side

22 Settembre 2014
Imma I.
Per leggere questo articolo ti servono: 3minuti
jimi-all-is-by-my-side2
Alla fine del film eravamo tutti un po’ sconcertati, un misto tra perplessità, silenzio e sensazioni piacevoli.
 Il film è uscito il 18 Settembre nelle sale, per la regia di John Ridley (vincitore ai Premi Oscar di quest’anno per la Miglior Sceneggiatura non originale per 12 Anni Schiavo), chi si era documentato da tempo sul film sapeva che per mancanza di autorizzazioni la parte musicale sarebbe stata alquanto ridotta. Anche per questo film i familiari del musicista non hanno rilasciato i diritti per far suonare i brani depositati esclusivamente con la sua firma.

Il film per questo motivo risulta debole, stenta quasi a decollare, un biopic su un artista dovrebbe avere una parte dedicata alla sua musica, in questo caso purtroppo non è così.
Il film racconta soprattutto l’ascesa del celebre chitarrista negli anni 1966-’67 (tre anni prima della sua prematura scomparsa), i suoi rapporti con le donne e l’influenza di questi ultimi sulla sua vita e sulla sua musica.
Selvaggio e malinconico proprio come il Jimi chitarrista, indubbiamente il film emoziona e quindi sì, ne vale la pena vederlo, ma senza aspettarsi troppo Hendrix rockstar. I problemi con la droga e le dipendenze varie non vengono neanche accennate.
Fondamentale l’incontro con Linda Keith (allora fidanzata di Keith Richards) che coglie subito il talento di Hendrix e fa di tutto pur di vederlo sfondare, approfittando anche degli agganci dei Rolling Stones pur di introdurre il chitarrista in ambienti più alti.
Un amore platonico tra i due, almeno da quello che si evince dal film, una devozione totale di lei che gli regala la prima chitarra, amore apparentemente non ricambiato da Hendrix che è totalmente concentrato su se stesso e sulla sua musica, ma che nelle battute finali le chiederà di seguirlo nella strada verso il successo totale e assoluto.
Di grande rilievo i rapporti con le altre donne, Kathy è quella che più gli rimarrà vicino ma che più subirà i suoi umori. Terribile la scena del telefono, durante la quale viene fuori una violenza immotivata e senza misura, sebbene la giovane continuerà a rimanergli accanto, quasi fino alla pazzia.
Linda continua sempre a seguirlo da lontano e quando il loro amore sembra quasi pronto a decollare, lei si renderà conto di non volerlo più.
Dal film si evince tutta la genialità del giovane morto anche lui troppo presto, gli inizi come turnista, la passione per Bob Dylan e il celebre incontro con Eric Clapton, l’abbandono della madre e il pessimo rapporto con il padre.
È un solitario, chiuso in se stesso, che riesce a comunicare realmente solo attraverso la sua chitarra, ora colpendola con incredibile impeto, ora facendoci l’amore, in un idillio altalenante tra passione intensa e follia. La sua chitarra, il suo unico vero grande amore.
Incredibile interpretazione di André Benjamin, davvero bravo, nel riproporre gesti, espressioni e anche la camminata. Nota più che positiva del film.
Sembra sempre lontano Jimi Hendrix, sempre altrove, i suoi occhi velati. È un film accennato ma che rende bene l’idea del ragazzo geniale e dannato. Poco accennati anche i rapporti con Michael X, che almeno per un periodo influenzeranno anche la sua vita.
Non è semplice riuscire a trattare la vita di un musicista senza rischiare di cadere nella retorica, nel già visto, il film offre uno spunto, un altro punto di vista rispetto al noto. Ci mostra un Hendrix più introspettivo, in totale ascesa verso il successo.
Del resto è lui stesso una potenza, forse marcare di più sul personaggio non sarebbe servito a molto.
Per gli amanti della musica è un film che non può mancare, ma senza grandi aspettative o pretese. Alcune scene sono particolarmente belle, Londra fantastica, la tecnica del montaggio ‘spezzettato’, anticipazioni e rimandi sulle scene successive ben si confanno ai luoghi in cui è ambientato il film: locali, sale di registrazioni. Il finale si mantiene coerente con il resto della trama e rimane debole, la strada per il successo è lì. È un accompagnamento verso ciò che ancora deve venire.
Bellissima l’interpretazione della cover di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band (a due soli giorni dall’uscita dell’album dei Beatles) eseguita nel celebre concerto al Saville Theatre di Londra presenziato dagli stessi Fab Four.
Anche se con diverse perplessità, come già ribadito, il film merita comunque di essere visto e risulta un buon film.

Imma I.

L'AUTORE
SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI