L'utopie du désastre: architettura eco-bio al 19° festival internazionale di film sull'arte contemporanea.

20 Ottobre 2014
Redazione YOUng
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Dopo un weekend pigro, dedito a studio e sonnecchiose sere a letto, esco. Programma: passeggiata sul lungomare con i miei amici spagnoli in Erasmus a Napoli.

Ci imbattiamo in un ragazzo, amico di amici di amici , si sa così funziona in Erasmus, che ci dice che oggi si proiettano dei film gratuitamente al teatro augusteo.

Cerchiamo il teatro Augusteo, lo troviamo, entriamo. Guardiamo un corto di 26′ in francese chiamato l’Utopie du désastre.

Trama: il Giappone post-tsunami 2011. Si parla delle case vincitrici del Leone d’oro di Venezia del 2012.

La casa è scintoista in tutti i sensi.

Lo scintoismo, religione giapponese, è nato dando valore divino ad ogni elemento naturale, creando una simbiosi panteistica tra dio e natura. Ritornando ai presocratici.

Cosa era successo in Giappone nel 2011?

http://www.youtube.com/watch?v=j0YOXVlPUu4

Tutti ricordiamo l’immensa colonna d’acqua che sommerge la strada principale della città e poi che allaga tutto, solo i tetti in lamiera emergono come l’arcipelago delle Ryuku dalla costa ormai inesistente. La parte che, noi occidentali non abbiamo visto dai video, è che la foresta venne distrutta, completamente distrutta.

Home for all è il progetto giapponese di nuovi quartieri popolari per tutti gli sfollati.

La casa si struttura in 3 diversi piani ed è inserita in 12 fusti di alberi che facevano parte della foresta. Fanno da perno per i 3 cubi disposti l’uno sull’altro e il tetto in lamiera triangolare che ricorda quello delle abitazioni originarie.

Le ampie vetrate su ogni piano creano un collegamento con l’esterno, un’unità tra il naturale e l’artificiale, un’armonia tipicamente giapponese.

Ora il mio interesse – ha spiegato l’architetto Toyo Ito – si rivolge soprattutto a materiali che, ispirandosi alla natura mutevole dell’essere umano, abbiano la capacità di cambiare col tempo.

E le nostre opere di ricostruzione? I nostri piani? E il terremoto a L’Aquila? E quello in Emilia?

Avremo mai  un team che potrebbe ricostruire una città in solo 5 mesi?

Avremo mai qualcuno teso ad un’architettura sociale che coadiuvi bellezza, funzionalità e sostenibilità ambientale?

L’iniziativa dell’artecinema,forse poco pubblicizzata, è quella di informare, farci notare una visione diversa della cose, della realtà , della natura e dell’architettura. A te, che non mangi carne poiché ritieni che in tal modo previeni il surriscaldamento globale pensi di poter davvero cambiare la realtà in cui viviamo?

D.C.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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