Siamo tutti allergici al glutine!

25 Ottobre 2014
Redazione YOUng
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L'epidemia del secolo è scoppiata, non c'è niente da fare siamo tutti condannati. Ebola? Aviaria? 
No, intolleranza al glutine. Se non te ne sei ancora accorto prova a controllare i sintomi, quasi sicuramente ha colpito anche te e i tuoi cari.

Sei fritto, di pure addio alla fumante pizza del forno a legna sotto casa e al piatto di pasta fatta a mano da mamma alla domenica. Rimboccati le maniche, accendi un mutuo e corri al negozietto di prodotti alternativi a comprare pane, pasta e biscotti senza glutine. Poi passa a prendere anche qualche scatoletta di prozac che così la vita continua a sorriderti.

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Te l’ha detto il dottore, ora hai diritto a quell’attenzione in più quando vai in pizzeria, è un caso di INTOLLERANZA ALIMENTARE! Vuoi mettere? Sarà perché in fondo ti piace l’idea di essere un soggetto bisognoso di maggiore attenzione che quando ti hanno detto che questo tipo di intolleranze sta diventando sempre più comune non ti sei fatto domande?

Eppure la domanda è lì, che aleggia intorno al televisore acceso, e se lo spegni un attimo magari la senti pure.È possibile che l’intolleranza al glutine sia legata alla data, era inevitabile che una volta arrivati a duemila si scatenasse e non c’è nulla da fare perché in dietro nel tempo non si può tornare? O può essere che oltre la data in questi ultimi anni sia cambiato qualcos’altro? Per esempio la qualità del grano?

La fidata Wikipedia forse può offrire una risposta.

Vediamo un po’: fino agli anni ’50 il 60% del grano coltivato sul territorio nazionale era il mitico Senatore Cappelli, buonissimo ma un po’ troppo alto, poco produttivo e non facilissimo da gestire. Fortunatamente (?) con l’avvento della ingegneria genetica si smise di cercare di incrociare questa varietà di grano con altre più basse e più produttive, e si passò a bombardarla con una combinazione di neutroni e raggi gamma finché ne vennero fuori delle bellissime varietà tipo il Creso, varietà da cui deriva la quasi totalità di grani usati oggi nel mondo.

E tu che pensavi che i prodotti geneticamente modificati minacciassero di entrare sulla tua tavola oggi, e non sapevi che è dagli anni ’60 che non mangi altro che farine OGM.

Bum!

Mettiti l’anima in pace, e ringrazia i gloriosi ricercatori Alessandro Bozzini e Carlo Mosconi  del gruppo di genetisti del Centro della Casaccia dell’ ENEA già CNEN.

E la cosa bella è che non finisce qui. Anzi la bella favola è appena cominciata…

Prova ad andare sul dettagliatissimo database del USDA e cerca le differenze nutrizionali tra una farina fresca molita a pietra e una commerciale molita con i moderni macchinari. La velocità di molitura riscalda la farina e ossida i nutrienti molto più velocemente, il risultato è che una quarantina di nutrienti tra minerali e vitamine, quasi scompaiono dalla lista. Oltretutto siccome una farina più ossidata si lavora meglio, questa viene bromata e candeggiata per tua comodità.

Non stiamo parlando poi dei prodotti tipo il pan carré e gli elaborati industriali erroneamente classificati come alimenti, questo è un blog che parla di cibo d’altronde.

Gio

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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