Trent’anni fa ci lasciava Eduardo De Filippo

27 Ottobre 2014
Imma I.
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Eduardo_De_Filippo

Il prossimo 31 Ottobre ricorre il trentesimo anniversario della morte di Eduardo De Filippo.
Per l’occasione RAI1 manderà in onda in diretta il 2 Novembre l’opera teatrale del grande maestro “Le voci di dentro”, per la regia televisiva di Paolo Sorrentino e con un’impeccabile interpretazione di Toni Servillo.
Proprio l’attore de “La Grande Bellezza” sta portando in giro la commedia in una tournée internazionale. Il giorno 2 Novembre toccherà al Teatro San Ferdinando di Napoli dalle 16.45 in diretta.
Il Direttore Generale della RAI, Luigi Gubitosi, ha difatti così dichiarato sulla decisione del servizio pubblico di omaggiare il drammaturgo napoletano, ”Il Servizio pubblico non poteva esimersi dal rendere un doveroso e adeguato omaggio ad un grande uomo che si è distinto come drammaturgo, attore e regista teatrale, attore e regista cinematografico, poeta e uomo delle istituzioni.” Ha anche aggiunto “’Eduardo De Filippo rappresenta una parte importante del nostro patrimonio culturale e anche del patrimonio Rai visto che molte delle sue opere sono state trasmesse o prodotte dalla nostra azienda. Le sue commedie sono ancora oggi di grande ispirazione e gli spaccati di vita quotidiana e le sue profonde analisi sulla società restano di grande attualità”.
Come non essere d’accordo con queste parole?
Una vita per l’arte, per il teatro, un volto noto, quasi una maschera, quasi che quell’immagine di Pulcinella fosse stata ripresa con un calco proprio dal volto del grande Eduardo.
Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nominò Senatore a vita e fu candidato per il Premio Nobel per la letteratura.
Figlio illegittimo di quell’altro grande della commedia napoletana Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo, dalla quale ebbe il cognome, secondo dei tre figli della coppia, dopo Titina e prima di Peppino.
Fu portato in scena per la prima volta a 4 anni, ma fu con la compagnia del fratellastro Vincenzo che iniziò a muovere i primi passi sui palcoscenici e durante il periodo militare a lui fu affidato il compito di mettere in scena simpatiche opere teatrali per i commilitoni.
Le sue opere sono tutte ricche di una passionalità, di una carnalità e di una sapienza tipiche napoletane, ancora attuali e ricche di spunti di riflessione. Tra le sue opere più amate ricordiamo sicuramente Natale in casa Cupiello, Non ti pago, Napoli milionaria!, Questi fantasmi, Filumena Marturano, Le voci di dentro, Sabato Domenica e Lunedì, Il Sindaco del Rione Sanità, Gli esami non finiscono mai.
Come attore non posso non menzionare la sua partecipazione a un film a cui sono legatissima “Fantasmi a Roma” di Antonio Pietrangeli, nel film recitava al fianco di Vittorio Gassman, di Marcello Mastroianni, di Sandra Milo, lui vestiva i panni di don Annibale Principe di Roviano, esponente di un’antica casata ormai decaduta, il principe era convinto che in casa vi fossero i fantasmi solo che non poteva vederli, l’anziano principe aveva creato con loro un rapporto di quotidiana confidenza.
Tra le sue commedie particolarmente mi è cara Filumena Marturano, unica opera con protagonista femminile, tanto desiderata dalla sorella Titina, che sempre accusava la caratterizzazione dei personaggi tipicamente maschili, un teatro nel quale la donna si muoveva come spalla, come compagna, ma mai come protagonista.
Con Filumena Marturano Eduardo fa sì un regalo alla sorella, ma anche a tutto il suo pubblico. È un’opera unica, mette in scena i sentimenti, la caparbietà, l’eterno dilemma tra la legge del cuore e quella scritta, tra i doveri e i sentimenti.
È una donna che non sa piangere Filumena, che ha in sé i caratteri maschili e femminili, che combatte per quello che non ha mai avuto: una famiglia vera e un cognome.
Amante di Domenico Soriano, borghese benestante, cinico e distaccato, mai propenso al legame vero, ex prostituta lei, sente il suo ruolo vacillare quando lui si innamora di un’altra e allora riesce a farsi sposare con l’inganno, fingendosi moribonda.
È una donna ignorante, non sa scrivere nemmeno il suo nome, ma parla con il cuore e difende i suoi tre figli. Uno solo di questi è figlio di Domenico Soriano, ma lei vuole un padre per tutti, non per uno solo, e il segreto del figlio naturale è scritto sull’angolo di una banconota.
Non si pagano i figli e così è, Filumena restituisce i soldi a Domenico e se ne va. Dicendogli che ormai è lei che non lo vuole più.
Nella lontananza l’uomo capisce l’importanza della donna e la va a riprendere, acconsentendo al matrimonio senza ricatti, dopo aver capito di amarla davvero.
Una vita spesa insieme, tra i continui viaggi e allontanamenti di lui, ma alla fine senza perdersi mai.
Trasposizione cinematografica, portata sul grande schermo da Sophia Loren e Marcello Mastroianni in Matrimonio all’italiana, Filumena è la donna che non si abbatte e lotta, porta avanti le sue ragioni senza arrendersi mai. “Chella ca nun sape chiagner”. Sue le battute “Sai quanno se chiagne? Quanno se cunosce ‘o bbene e nun se po’ avé! Ma Filumena Marturano bene nun ne cunosce…” ma alla fine Filumena piange e piange lacrime di gioia, di liberazione.
Un’opera unica, intensa, e se negli ultimi tempi ho ricordato grandi del cinema, non potevo non porgere il mio umile ricordo a un grandissimo uomo della mia terra.
Ancora oggi quando si parla di Napoli nel mondo tra le persone che hanno reso nobile questa terra non si può citare anche lui: il profondo Eduardo De Filippo, maestro indiscusso del teatro. Uomo che visse per la sua arte e realizzò dei capolavori unici e immensi.

Imma I.

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