Quando una città (del nord Europa) è a misura di bambino

2 Novembre 2014
Aurora Scudieri
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IMG_0995Viaggiare con un bimbo piccolo ti fa scoprire e apprezzare aspetti che prima, come single, coppia o adulto, avresti ignorato. Me ne sono accorto in occasione del mio ultimo viaggio insieme a mio figlio di 9 mesi. Siamo stati ad Oslo, in Norvegia, dove le famiglie sono giovanissime, bellissime, piene di figli e in grande forma. Complice di tutto ciò è un paese a misura di piccolo, che ti offre tutte le comodità e le condizioni per fare un figlio.
Prima di tutto la Norvegia è un paese ricco, che offre molte opportunità
lavorative anche grazie al basso tasso di popolazione che la abita. Fare un figlio, due o tre, quindi, per coppie giovani lì è molto più facile. Lo dimostra un tasso di natalità molto elevato con 12 bambini nati ogni 1000 abitanti (quello italiano è di 8,18). Basta girare per strada ad Oslo per rendersi conto che si tratta di un paese nuovo, giovane, che si rinnova continuamente. E’ molto difficile, infatti, incontrare per strada persone con oltre 65 anni, mentre le carrozzine occupano marciapiedi, locali, musei, negozi.

La città si adatta a questa forte natalità e risponde offrendo tutte le comodità a mamme e papà che girano con i propri piccoli. Ogni locale offre, infatti, i seggioloni per permettere al piccolo di condividere il pasto con il resto della famiglia. Molti locali permettono, addirittura, di acquistare frutta frullata, omogenizzati, yogurt e pappe pronte per i piccoli. I bagni sono tutti forniti di fasciatoio e, in un paio di essi, ho addirittura trovato distributori per pannolini, nel caso il tuo cambio te lo fossi dimenticato a casa.
Se una famiglia decide di andare al Museo con il proprio bambino può addirittura decidere di lasciare il passeggino a casa dato che questo offre la possibilità di prendere passeggini per il tour.
Un’altra cosa che mi è piaciuta da morire è stata vedere i parco giochi dei parchi pubblici pieni anche con meno di 10 gradi e dopo una notte di pioggia.
Qui già ora che ci sono circa 15 gradi i nostri sono già deserti e alla mattina io e mio figlio ci ritroviamo soli soletti dato che l’apprensione delle madri italiane nega i luoghi aperti ai propri bimbi da ottobre a maggio. Con bellissime tute impermeabili i bimbi norvegesi si rotolano nel fango e scalano costruzioni bagnate con la complicità di genitori giovani e rilassati.

Un’altro momento molto bello della nostra breve vacanza è stato il ritorno in aereo con scalo a Vienna dove ci toccava attendere per oltre 3 ore. Una condizione paurosa con un bimbo. E invece una stupenda area giochi coloratissima, attrezzatissima e piena di piccoli viaggiatori ci ha accolto con le braccia aperte. Una cosa mai vista in un aeroporto italiano…
Viaggiare all’estero con un bimbo piccolo ti fa capire come sia importante che anche loro abbiano i loro spazi e i loro luoghi, e ciò rende la vita molto più semplice anche ai genitori.

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