Future mamme che decidono di cambiare il loro destino

10 Novembre 2014
Aurora Scudieri
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Mamma-pancia2Qualche giorno fa, su Vanity Fair, ho letto un blog che mi ha molto colpito, vista la mia storia, visto che io, per diventare madre, ho dovuto riempirmi di ormoni, sottopormi a un duro percorso fisico e psicologico, cambiare il mio destino, che era nella frase di quei medici che ci dicevano “sarà molto difficile per voi avere figli”.
Raccontava la storia di Meda, una giovane ragazza di 24 anni che ha deciso di abortire. Lo farà tra un mesetto.

“Abortirà il figlio concepito con l’uomo che ama. Lei dice di essere sicura di questa decisione, e non tornerà indietro“, leggevo nel pezzo.
Partiamo dal presupposto che io sono favorevole all’aborto: la donna è libera e quindi deve poter scegliere se, quando e da chi avere un figlio. Ma in particolare io sono favorevole all’aborto per un motivo reale, ossia un feto malato, oppure una gravidanza nata da uno stupro. Insomma quei casi in cui “non te lo sei andato a cercare”.
Non è giustificabile insomma per me “fare poca attenzione”, restare incinta e così, facilmente, decidere di abortire. Così no. Questa ragazza, raccontata in questo blog, invece, era rimasta incinta dal suo compagno, 20 anni più grande di lei, con il quale conviveva da 1 anno.

La scelta di non tenerlo derivava dal fatto che “Lui non vuole un figlio”.
“E tu?” si chiedeva l’autrice del Blog.
Io, sai, è buffo, leggi, leggi e leggi tanto, tutto, ovunque e senti sempre il solito piccolo ma fondamentale dettaglio: “Certe cose le senti dentro, le senti di pancia e di cuore se sono giuste” (…) Quindi io non provo niente. Non provo gioia. Luce. Voglia, curiosità”.
Sono forse queste le parole che mi hanno spinta a scrivere di lei. Questa frase mi ha gelato il sangue. Ma come è possibile? In realtà lo è. Da piccole ci dicono che ogni donna nasce con l’istinto materno, ma non è così. Io fin da piccola giocavo con le bambole e mi sentivo madre. A 10 anni avevo già scelto il nome dei miei figli. A 14 avevo fatto a maglia una copertina per il mio futuro bambino. Quando conoscevo un ragazzo prima di sapere il suo cognome volevo sapere se desiderava avere dei figli. Ma non per tutti è così. In questi primi mesi da mamma ho conosciuto donne con bambini che in realtà quell’istinto non l’hanno mai avuto. Alcune lo hanno visto crescere dentro loro, con il tempo, insieme al proprio figlio. Altre invece, pur avendo deciso di tenere il figlio non lo hanno realmente vissuto, sono scappate via di casa per tornare al lavoro il prima possibile, hanno evitato di allattarlo, si sono impegnate a fondo perché rimanesse figlio unico. Quando le ho viste insieme al loro figlio non c’era contatto tra loro, non c’era calore, non c’era vero amore.

Quando la protagonista di questo blog si chiedeva, dentro se, se se ne sarebbe pentita, si rispondeva: “E la MIA di vita che valore ha? Sono una macchina in grado solo di procreare?” come se una donna, dopo aver avuto un figlio, dovesse rinunciare a tutto, come in altre epoche. Ma non è più così. Una mamma può tornare al lavoro, trovare il tempo per se stessa, concedersi sempre quanche ora di sano egoismo, anche dopo aver avuto un bimbo.

Ma, se non vuoi avere figli, perché ti metti in condizione di restare incinta e dover abortire?
E’ successo che prendo la pillola da sei anni. – racconta la futura mamma che non lo sarà mai – Ho avuto un’intossicazione alimentare. Vomitato per 30 ore. Febbre, interruzione della pillola per motivi medici. Ritorno a casa e trovo conforto facendo l’amore. Probabilità sulla carta che potesse succedere? Bassissime”.

Di tutto questo una mamma che poteva diventare nonna non saprà mai nulla. Meda, infatti, ha scelto di tenerlo nascosto alla sua famiglia per evitare che qualcuno scelga per lei. Penso così a mia madre, a quanto abbia desiderato diventare nonna. E penso a quella nonna che non saprà mai che lo era stata, per qualche giorno. Chissà se è giusto? Io non posso dirlo, posso dire però che provo un gran peso al cuore perché a 24 anni magari non sei ancora pronta a capire, a sentire. Mi chiedo se quando questa ragazza diventerà donna non ripenserà a quel bimbo che non ha mai conosciuto. Qui non c’entra nulla Dio, non c’entra la religione. C’entra solo quella fottutissima cosa che si chiama “istinto materno”. Quel calore enorme che ti scoppia dentro quando lo vedi per la prima volta, piccolo come un granello di riso, dentro di te, con un cuore che batte all’impazzata, e lo ami già più della tua stessa vita.

Ma la cosa più assurda in tutta questa storia è che, alla domanda “ma tu vuoi figli?” la neo mamma risponde:
Sì, ne voglio 3 miei e 2 adottati (…) Questo no. Non lo sento voluto. Non lo sento creato con amore. Non provo niente verso questo“. E’ a questo punto che un semplice pensiero, una semplice posizione, diventa rabbia.
Ma come? Stai scegliendo? Stai dicendo che figli ne vorrai ma questo no? Ma perché? Perché lui no? L’amore forse non era tra di voi quando lo avete concepito ma è in lui, in quel cuore che ha deciso di battere forte forte e che ha già tanto bisogno di te, in ogni suo attimo di vita.
Guardo mio figlio che ora dorme nelle mie braccia e mi chiedo come, con suo figlio dentro il ventre, Meda possa dire “Lui no!”.

Ripeto, concludendo: io sono favorevole all’aborto e Meda deve essere libera di fare la sua scelta. Ma mi chiedo dove sia finito il suo cuore, dove sia quell’emozione che ti coinvolge totalmente all’idea che un essere vivente vive di te. Mi chiedo se una donna, o anche un uomo, possano dire “ora no” con tanta facilità. Ma forse io ho desiderato troppo mio figlio per giudicare Meda…

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