Non ti ricordi se hai preso la cardioaspirina? Mangia cioccolata!

11 Novembre 2014
Redazione YOUng
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wonkachoc

  La vita è come una scatola di cioccolatini, se sei un mangione dura poco.

  Da bambino ti hanno detto che la cioccolata ti faceva venire i brufoli,  ti faceva ingrassare e faceva arricchire il tuo dentista. Ora orde di scienziati si schierano a difesa di questo portentoso alimento, elevandolo a medicina che cura, previene e aiuta.

   Negli ultimi anni si è letto che il cacao può aiutarti a prevenire malattie cardiovascolari, abbassare il colesterolo, migliorare il tuo umore (certo!),  fare l’amore o ricordare meglio quand’era l’ultima volta che lo hai fatto.

   Logicamente bisogna separare gli studi clinici dalla voglia che hanno le aziende produttrici di cioccolato di venderti il loro prodotto.

   In effetti ne esistono molti di studi che avvalorano queste fauste ipotesi, ultimo il recentissimo studio del Columbia University Medical Center di New York, che afferma con certezza che i flavonoli contenuti nel cacao aiutano a rallentare la degenerazione della memoria dovuta all’età.

In dettaglio, il dott. Scott A. Small aveva già osservato come una parte in particolare del cervello, il giro dentato, fosse coinvolta nel declino della memoria. Il giro dentato è una delle poche parti del cervello che continua a produrre nuovi neuroni anche in età adulta, ragion per cui è coinvolto nella formazione delle nuove memorie ed è funzionale alla memoria spaziale.

Ora il nostro amatissimo dottore ha appena sfornato un nuovo studio ancora più accurato che farebbe saltare dalla gioia Willy Wonka. Il giro dentato, questa parte dell’ippocampo coinvolta in serie tragedie come la depressione e l’Alzheimer, sembra giovarsi appieno di un sostanzioso apporto di cioccolata! O meglio, dei flavonoli contenuti nel cacao.

Ora veniamo alle distinzioni, così chiariamo meglio anche questa strana discrepanza tra ciò che la medicina sosteneva prima e adesso.

   Brutta notizia, la barretta di cioccolata che hai comprato al supermercato (sempre dalla tua parte) fa male quasi sicuramente. Perché prima di tutto è piena di zucchero, e poi perché è con tutta probabilità confezionata con cacao mediocre che nella maggioranza dei casi (quasi tutte le marche commerciali) viene alcalinizzato chimicamente per abbassarne l’acidità, scurire il colore, aumentare la solubilità e ammorbidirne il sapore. In questo caso il valore nutrizionale scende notevolmente e quello curativo di conseguenza, un cacao naturale contiene in media 30 mg/g di flavonoidi, uno alkalinizzato scende ad una media di meno di 5 mg/g.

   Buona notizia, esistono in commercio qualità superiori di cioccolata, di solito abbastanza costose e non prescrivibili dal SSN, ma sempre meno costose e più godibili di qualsiasi medicina. Generalmente queste usano cacao della varietà Criollo, il più pregiato, o Trinitario che è un incrocio tra il Criollo e il Forastero (il cacao più comune e meno pregiato). Le prime due varietà a parte avere un aroma migliore hanno un gusto più morbido per cui non hanno bisogno di trattamenti per renderli fruibili al nostro palato.

Allora come scegliere?

L’etichetta aiuta un poco, il disciplinare in vigore non obbliga a dire nulla sulla provenienza e sui trattamenti subiti dall’ingrediente all’origine, ma dà informazioni sul contenuto di zucchero, e certamente se il cacao usato è quello Criollo o Trinitario lo riporta in evidenza.

Nel caso vi imbattiate in una di queste tavolette degne di essere elette a medicina, scegliete pure una tavoletta 100% cacao, il cacao di qualità non è poi così amaro, e al gusto ci si abitua facilmente, o buttatevi almeno su un 85% cacao.

   Un altra nota, un po’ più leggera ma non meno importante, la scienza conosce circa 500 composti aromatici, pochissimi alimenti e tra questi la cioccolata li possono contenere quasi tutti, per cui non ti sgranocchiare quella barretta come se fosse un pop-corn, lasciane sciogliere un pezzetto tra la lingua ed il palato, apprezza le infinite sfumature, inala attraverso la bocca esala attraverso il naso e sentine il retrogusto. Fai caso a quanto a lungo dura il gusto di una cioccolata da degustazione sulla lingua, ti ricordi quando mangiavi le infime barrette? Non avevano niente di tutto ciò e dopo qualche secondo ti lasciavano un sapore in bocca che dovevi per forza dare un altro morso per coprire il retrogusto del primo.

   Ottimi abbinamenti sono lo Sherry invecchiato, il Banyuls (vino francese), ma anche un bel Recioto o addirittura un Amarone, e perché no anche un bel Primitivo di Manduria. Sempre buoni i distillati invecchiati, come un buon Armagnac o un Whisky torbato. Ma una su tutte è la bevanda adatta per saggiare davvero il potente aroma di una buona cioccolata da degustazione: un bicchiere di acqua gassata fredda!

  “Candy is dandy, but liquor is quicker!” (Willy Wonka)

G

 

Per approfondire

 

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