La Geena a lavoro #13 La Geena VS Assemblea Unindustria

4 Dicembre 2014
Redazione YOUng
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Recentemente ho lavorato all’Assemblea Pubblica di Unindustria (unione degli industriali e delle imprese del Lazio) che gestisce ed eroga servizi di consulenza per razionalizzare e valorizzare le imprese partecipanti attraverso servizi di formazione, assistenza sanitaria, previdenziale e fiscale, servizi di finanza agevolata e servizi di consulenza, amministrazione del personale e payroll (che a dirlo fa proprio un sacco di moda).
In quella sede erano stati organizzati seminari e workshop, inoltre i team di professionisti di Unindustria incontravano giovani imprenditori che volevano veder finanziate le loro start-up (mamma mia quante cose cool ho scritto tutte in fila!).
In pratica dalle 10 del mattino Unindustria si è festeggiata e autocelebrata mentre gli imprenditori, riuniti a crocchi qua e là nel reparto degustazione (a cui sono stata assegnata il primo giorno) parlavano d’altro.
Però sembrava tutto serio e professionale, ognuno aveva messo il proprio vestito della Domenica.
Ho avuto l’impressione che lo staff fosse in maggioranza rispetto ai visitatori. C’era polizia, vigili del fuoco, addetti alle pulizie, la stampa, società e piccole imprese con i loro stand, lo staff di Unindustria e lo staff dell’agenzia che organizzava l’evento (80 persone).

Dopo questa esperienza ho compreso che il lavoro di Hostess Congressuale può effettivamente essere utile ed avere uno scopo oltre a quello di fare colore. Mi spiego meglio.
Prima del congresso l’agenzia ha voluto che ci incontrassimo tutti per un briefing di un paio d’ore retribuito con ben 25 Euro lordi. Sarebbe stato carino se questa spesa avesse avuto un senso.
La responsabile ci ha spiegato a voce come fare gli accrediti col pc e come usare il software che avrebbe aiutato a prenotare, durante il Congresso, eventuali incontri non programmati tra piccoli imprenditori e Unindustria. A voce.
Dopo questa spiegazione abbiamo fatto un giro turistico del Palazzo dei Congressi (che io conoscevo già in virtù di Roma Sposa a cui avevo accompagnato Aurora) e non è stato aggiunto altro né sulla mia mansione (bella statuina?!) né su altri dettagli di ordine pratico.

Ad esempio. La mattina del Congresso sono arrivata con ben 3 minuti di anticipo presso la sede (l’ultima volta che sono arrivata in anticipo da qualche parte si usava dare del voi) e solo allora mi viene detto di entrare dall’entrata posteriore. E dai! Circumnavigati il Palazzo dei Congressi con le scarpe alte, la gonna a tubo senza spettinarti in tre minuti! Ma al briefing, per esempio, non ci potevano dire da che parte saremmo entrati e di conseguenza da che parte parcheggiare?!
Una volta entrata mi rendo conto che la fiera in onore del patrono del mio paese è più ordinata. Non avevo idea di dove lasciare la borsa e il cappotto. Dopo aver inventato un posto mi piazzo in un angolo ad ascoltare la conferenza, che ho grossomodo seguito, finché non ha parlato Zingaretti. Lì ho cominciato a pensare a Salvo Montalbano e a quanto, dopo di lui, abbia rivalutato l’uomo tozzo, pelato, dal petto villoso che parla siciliano. Mentre immaginavo cose VM18 la scorbutica referente mi sveglia dicendomi che dovevo distribuire a chi usciva dalla Sala Conferenze il paper contenente la Relazione del Presidente. E che la sala dove avevo lasciato tutti i miei averi (Kindle, iPod, trucchi, spazzola e occhiali da sole) non era custodita.
Molto bene.

Dopo aver posto rimedio a questa ennesima prova di organizzazione sono andata a impalarmi nel reparto degustazione a cui io e l’unica altra bionda eravamo adibite. Mi credete che non conoscevamo la risposta a NESSUNA delle domande che ci sono state fatte?? NESSUNA! Io sapevo dov’era il bagno perché, come detto, ci ero già stata. Altrimenti nada!
Dopo esserci vicendevolmente raccontata la storia della nostra vita e aspettato le 19 come se fosse Capodanno siamo scappate via.

Il giorno successivo l’esperienza mi aveva insegnato dove si trovavano entrambe le toilette e addirittura il numero delle sale al piano di sopra. Per non passare tutto il giorno in piedi davanti agli stand con il cibo senza poterlo mangiare mi sono accaparrata un posto ad una scrivania dove si facevano gli accrediti. Ho visto finalmente il procedimento che spiegato dalla tipa sembrava facile come mandare in orbita un satellite ma in realtà richiedeva l’uso di tre tasti. Sono stata seduta tutto il giorno e finalmente ho svolto una mansione vera e propria.
Ho anche flirtato con uno di questi giovani imprenditori che tra tutti i desk a cui poteva accreditarsi ha scelto proprio il mio!!!
Gli faccio le domande di routine mentre lo guardo in gattesco, lui mi risponde tronfio come un pavone che sta per esibirsi in una ruota. Stampo il suo badge, glielo porgo con un sorriso e lui mi augura buona giornata e buon lavoro accompagnando l’augurio chiamandomi per nome (scritto sul mio di badge!).
“Allora ci sta!” ho pensato. Ho poi rapidamente pensato alle possibilità che, conoscendo il mio nome e cognome, lui avesse per contattarmi: alcuna! Non sono iscritta a Linkedin (a che pro?!), non sono iscritta su Facebook col mio vero nome né può trovarmi su social come “bellisinasce”. Perché io sono La Geena, non il nome e il cognome che ha letto lui. Allora prontamente ho scritto su un post-it il suo nome, l’ho memorizzato e l’ho messo nella tasca della giacca convinta che, appena tornata in possesso del mio telefono, sarei stata io a cercarlo. Come è giusto che sia quando sei iscritta a tutti i social con un nome d’arte (di quale arte ancora non si sa).

Alla fine della giornata il foglio devo averlo buttato insieme alle carte di caramella, il suo nome l’ho dimenticato e di queste due giornate di lavoro mi resterà solo un assegno di 170 € lordi che arriverà tra un paio di mesi. 🙁

L'AUTORE
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