Decostruendo la Grande Guerra

22 Dicembre 2014
Redazione YOUng
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Corsivo ed editing di Giovanni Pili; analisi storica di Igor Carta.

Inauguriamo così La Contesa, rubrica dedicata all’analisi di episodi storici e fenomeni scientifici più controversi, attraverso la forma dialogica meglio nota come intervista alla pari. Cominciamo quindi con la Grande Guerra, conflitto del quale ricorre il centenario, attorno al quale perseverano ancora non poche ombre.

0XILJTdHo assistito al convegno dello storico dell’arte Philippe Daverio, nell’ambito delle celebrazioni del centennale della Grande Guerra che sono state organizzate anche qui a Saronno. Avrebbe dovuto essere un incontro per parlare del ruolo degli artisti nella prima guerra mondiale, si è rivelato invece un interessante spunto riguardo alle origini del conflitto. Secondo Daverio – che un po’ si rifà a Eric J. Hobsbawm ed un po’ se ne discosta – il nostro secolo comincia dalla guerra franco-prussiana del 1870; anzi – e qui si discosta – proprio la Grande Guerra non sarebbe altro che un episodio di un conflitto molto più grande, che origina persino prima del conflitto franco-prussiano. Insomma tutto sarebbe cominciato quando, con la morte di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero viene spartito tra i suoi discendenti; così per la prima volta abbiamo “francesi” e “tedeschi” divisi da una fascia di terra che funge da cuscinetto: il regno di Lotario che separa i due popoli. Entrambi si adopereranno da subito per soffiarglielo, ed è una regione europea che resterà contesa (pensiamo alle acciaierie della Ruhr praticamente fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando gli Alleati invadono la Germania Occidentale. Cosa ne pensi di questa analisi?

Riguardo la rivalità franco tedesca, il confronto si può far risalire all’epoca napoleonica, visto che in seguito alla battaglia di Jena Napoleone e le truppe francesi occuparono Berlino alla faccia dell’esercito prussiano che fu tra i pochi a resistere fino all’ultimo. Il prezzo di quella sconfitta furono 140.000 franchi riscossi come danni di guerra e l’occupazione francese che terminò solo con la sconfitta subita da Napoleone in Russia; la situazione si evolse poi in diverse fasi:

1866: con la battaglia di Sadowa si risolve a favore della Prussia la guerra austro-prussiana, il primo “mattone del muro” su cui l’energico cancelliere Otto von Bismark intendeva erigere l’unificazione di tutti i popoli tedeschi. Con la Prussia erano schierati, oltre il Regno d’Italia, la maggior parte dei ducati allora presenti nella Germania settentrionale, mentre con l’Austria erano schierati i regni meridionali come Baviera, Baden, Wütterberg, Assia e Sassonia. L’imperatore francese Napoleone III giocò la carta della neutralità stringendo taciti accordi con entrambi i contendenti. Nacque così la Confederazione del Nord, che riuniva tutti gli stati tedeschi settentrionali sotto la guida prussiana. La Costituzione venne redatta da Bismark stesso sul modello di quella statunitense. Lo scontro franco-prussiano si accende nel momento in cui viene discussa la sorte del Granducato di Lussemburgo, occupato da truppe prussiane. Nella Conferenza di Londra del 1867 Bismarck si impegnò a ritirare le truppe e sostenne l’idea di un Lussemburgo indipendente. Ciò precluse le volontà di annessione da parte della Francia, nascono i primi attriti.

1868: Fallisce l’annessione del Baden e della Baviera alla Confederazione tramite consultazione popolare, Bismarck rifiuta l’azione di forza al pari del re di Prussia Guglielmo I;

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1870 Il parlamento spagnolo chiede a Leopoldo Hohenzollern, parente della casa regnante prussiana, di salire sul trono di Spagna. Napoleone III va su tutte le furie, Bismarck tace e attende; la Francia invia richieste ultimative che vengono ovviamente ignorate finché dichiarò guerra alla Prussia. Nell’arco di un mese le truppe prussiane e dei ducati del Sud dilagarono in Francia. Con astuzia Bismarck mise alle strette i loro regnanti: in caso di mancato ingresso nel nuovo stato tedesco i prussiani si sarebbero ritirati lasciandoli soli contro i francesi; la minaccia, con lo zuccherino di ampie concessioni in ambito fiscale, sortì il suo effetto. Il 1° settembre a Sedan Napoleone III capitolò e finiva così il Secondo Impero. L’Imperatore venne preso prigioniero e già il 4 a Parigi venne proclamata la repubblica e dal 19 settembre al 28 gennaio 1871 la capitale francese fu assediata dalle truppe germaniche. Il 18 gennaio, onde minare ulteriormente il morale francese, a Versailles fu proclamata la nascita dell’Impero tedesco, con il re di Prussia Guglielmo I che assumeva il titolo di Imperatore di Germania.

Quanto la figura di Bismarck giocò un ruolo nel costruire quel background storico, militare e culturale che portò alla Grande Guerra?

Sazio di successi militari Bismarck per dieci anni circa si concentrò sui problemi interni, inibendo con astute leggi l’opposizione di clero, socialisti e anti-unionisti alla sua gestione dello stato tedesco. A partire dal 1881 e fino al 1885 strinse una serie di alleanze con Austria-Ungheria, Italia e Russia ed arrivò alla quasi riconciliazione con la Francia. Con tali mosse diplomatiche alimentò oltretutto l’isolamento della Gran Bretagna dalle questioni europee.

1887: Crisi bulgara (tornano ai ferri corti Austria e Russia) che Bismarck aveva temporaneamente arginato dal 1881 con l’Alleanza dei tre Imperatori. Nacque così il Trattato di Controassicurazione; la Germania si impegnava a non attaccare la Russia tranne in caso di attacco russo all’Austria; per controparte la Russia si impegnava a non attaccare la Germania tranne in caso di attacco tedesco alla Francia.

14731776Bismarck si dimise nel 1890 a causa di incompatibilità d’idee con il Parlamento e l’Imperatore Guglielmo II, salito sul trono nel 1888. La prima infelice mossa fu la revoca del trattato di contro assicurazione verso la Russia, malgrado Guglielmo fosse legato allo Zar Nicola II da una forte amicizia. Tra il 1900 e il 1913 il Kaiser e l’elite militare, quasi sempre senza consultare il cancelliere fecero numerose mosse che di fatto isolarono la Germania e favorirono il coalizzarsi di Francia, Gran Bretagna e Russia, in specie il grande potenziamento della flotta che gli inglesi videro come una vera e propria sfida.

Molti storici furono e sono tuttora concordi nell’additare il Kaiser e il militarismo tedesco come i maggiori responsabili dello scoppio della Grande Guerra.

Ciò è vero in parte, visto che anche il resto dei contendenti non fu da meno:

Gran Bretagna: dopo la sconfitta di Napoleone occupò Egitto e Sudan, fino ad allora dominio francese; nel 1877 intervenne nella guerra russo-turca, impedendo alle truppe dello Zar di assediare Costantinopoli, privando la Russia del tanto agognato sbocco sul Mediterraneo. Nel 1898 si arrivò allo scontro armato con la Francia, il famoso Incidente di Fascioda, che fu una vittoria diplomatica per gli inglesi che mal vedevano qualunque movimento di altre potenze oltremare, anche da parte degli stessi alleati. A conferma di ciò basta citare la fine della flotta tedesca. Durante la conferenza di Versailles Francia e Italia, come vincitori, richiesero un quarto ciascuna della flotta germanica internata a Scapa Flow dagli inglesi. Questi ultimi, malgrado avessero già requisito l’intera flotta degli Uboot, rifiutarono per impedire il potenziamento delle altre flotte. Risultato, le navi tedesche vennero autoaffondate dai loro stessi equipaggi nel 1919. All’epoca gli inglesi possedevano gran parte dell’Africa, dall’Egitto al Sudafrica, India, parte dell’Indonesia e l’intera Oceania.

Satirical_map_of_Europe,_1877Francia: dopo la grave sconfitta del 1870 vi era un fortissimo astio contro la Germania per l’umiliazione subita. Vista l’impossibilità di espansione in Europa i francesi si concentrarono sull’Africa; partendo dal Senegal mossero verso est annettendo Marocco, Algeria e i restanti territori sub-sahariani che si aggiunsero così a Indocina, Polinesia, Madagascar e isole dell’Oceano Indiano.

Russia: dopo la sconfitta nella Guerra di Crimea le mire espansionistiche degli Zar si spostarono verso le aree meridionali ed orientali della nazione in cui ebbero modo di urtare gli interessi inglesi e dell’Impero Giapponese con cui scoppiò la guerra nel 1905. Rimaneva però la nota polveriera balcanica, in cui il dominio ottomano iniziava a vacillare e su cui sia Russia che Austria-Ungheria avevano mire espansionistiche. Con la campagna del 1877 si favorì la nascita degli stati nazionali della Serbia, Romania e Bulgaria su cui tenterà di imporre la propria influenza.

Austria-Ungheria: Francesco Giuseppe era ormai un sovrano vecchio e malato, firmò ultimatum e dichiarazione di guerra alla Serbia pressato dai militari. La grande multietnicità e l’impreparazione militare furono talloni d’Achille che causarono problemi fin dalle prime operazioni belliche, e le sconfitte subite dal piccolo ma deciso esercito serbo lo confermano. I generali austriaci fecero la voce grossa in virtù soprattutto dell’appoggio incondizionato della Germania.

Stati Uniti: zitti zitti, sotto la guida di Theodor Roosevelt, al tempo stesso Nobel per la pace e ideatore della “politica del bastone”, approfittavano della decadenza dell’impero spagnolo per imporre la propria influenza su Caraibi e stati sud e centroamericani, specie su Panama, nonché sulle Filippine e altri arcipelaghi del Pacifico.

L’abbiamo presa ampiamente alla lontana, non certo meramente per “allungare il brodo”, ne capiremo presto la necessità. A questo punto andrei dritto nel cuore del problema: 28 giungo 1914, assassinio a Sarajevo dell’ Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono d’Austria-Ungheria ad opera del nazionalista serbo  Gavrilo Prinzip. Alla luce di quanto appena argomentato non ti sembra un tantino semplicistico come casus belli?

DC-1914-27-d-Sarajevo-croppedAssolutamente sì, fu soltanto la prima occasione utile, altre non avrebbero tardato a presentarsi o sarebbero state create all’uopo. L’Austria fece la voce grossa forte dell’appoggio tedesco, fondamentale per contenere la Russia, la cui impreparazione bellica si palesò quasi subito. Essa presentò alla Serbia un ultimatum studiato ad hoc per risultare inaccettabile. Tutti gli stati maggiori avevano inoltre fretta d’avviare la mobilitazione per evitare di essere colti impreparati al momento dello scoppio delle ostilità. Come già ho detto, fu la prima occasione utile per una resa dei conti a livello europeo.

Stona soprattutto il fatto che alla fine del conflitto la responsabilità risulta essere della sola Germania e non anche dell’Austria o della Russia.

Nel novembre 1918 la Germania poteva continuare, a livello militare, le operazioni sul fronte occidentale, si richiese l’armistizio a causa delle rivolte che stavano scoppiando sulle navi della Kriegsmarine e nelle città. Pagò un conto molto salato, compresa l’intera responsabilità del conflitto a causa della guerra sottomarina indiscriminata e l’impiego di gas al fronte. Le condizioni iniziali del trattato di Versailles erano talmente dure che la delegazione tedesca minacciò più volte di abbandonare i negoziati per riprendere le armi. Austria e Turchia pagarono con la dissoluzione dei rispettivi imperi, mentre la Russia era già fuori dai giochi e gli Zar sterminati dai comunisti.

Com’è possibile che ufficiali preparatissimi, usciti dalle migliori accademie del mondo non avessero previsto di impantanarsi in un conflitto che, ben lungi dall’essere breve, avrebbe, a causa della potenza di fuoco, neutralizzato la guerra di movimento in favore di una di posizione scavando trincee come mai ne sono state viste?

trincee-russe-nella-foresta-di-sarikamish_h_partbIn questo caso, forse , é stata davvero la Germania a toppare. Decisiva fu la battaglia della Marna nel settembre 1914 per passare dalla guerra di movimento a quella di posizione. Dallo scoppio delle ostilità ai primi di agosto, l’avanzata tedesca in Belgio e Francia fu così rapida da creare difficoltà di comunicazione e rifornimento verso le prime linee. Moltke e lo stato maggiore tedesco intendevano annichilire il più rapidamente possibile gli Alleati e chiudere il fronte occidentale in modo da concentrare poi tutti gli sforzi a oriente contro i russi, dotati di un apparato bellico numeroso ma poco elastico. Il problema nacque quando a fine agosto i russi irruppero nella Prussia orientale mandando in crisi il comando tedesco di von Mackensen. La situazione si risolse con l’assunzione del comando da parte dei generali von Hindenburg e Ludendorff, ma per respingere i russi vennero prelevate truppe impegnate contro gli Alleati che vennero a mancare proprio sulla Marna.

Che si trattò di una vittoria francese é forse esagerato, ma cosa accadde esattamente?

Il Piano Schlieffen, 1914

Il Piano Schlieffen, 1914

Secondo lo storico Basil Liddel Hart il problema nacque nel momento in cui i tedeschi, giunti sulla Marna, iniziarono a patire la carenza di rifornimenti. Secondo il piano Schlieffen la 1a armata di von Kluck avrebbe dovuto accerchiare Parigi da nord secondo il principio della “porta girevole”. Mentre tale movimento era in atto, tra la 1a e la 2a armata di von Bülow si venne a creare un varco di circa 50 km in cui i francesi tentarono di infilarsi, ma ben presto i tedeschi, per evitare l’accerchiamento, indietreggiarono e si attestarono, dopo la cosiddetta corsa al mare su quel fronte che per i tre anni seguenti sarà teatro della guerra di posizione.

Sei soddisfatto pienamente delle ricostruzioni storiche e del modo in cui in questi giorni la Grande Guerra viene ricordata? Oppure c’è qualcosa che ancora non quadra.

Sarebbe il caso, una volta per tutte, di dire la verità, ovvero che i “buoni” e i “cattivi” non erano rispettivamente l’Intesa e gliImperi Centrali, semmai furono rispettivamente soldati e cittadini contro regnanti e stati maggiori. La famosa Tregua di Natale oggi molto celebrata, nacque proprio per iniziativa di quei “cattivissimi” soldati in elmo chiodato. Ai cosiddetti “buoni” Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, dobbiamo il famoso Trattato di Versailles che con le sue clausole creò enorme malcontento tra vincitori e vinti, il sorgere di dittature militariste in Germania e Italia, nonché di ectoplasmiche entità statali come Cecoslovacchia (il famoso stato salsiccia) e soprattutto Jugoslavia, teatro di una recente e sanguinosa guerra etnica.

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