5 cose che non troverete in Cina

2 Gennaio 2015
Redazione YOUng
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Se è ormai praticamente tutto è “made in China“, ci sono delle cose che, andando in Cina non riuscirete però a trovare soprattutto per mezzo degli enormi veti posti dal Governo. Scopriamole insieme.

1. FACEBOOK

fb

La Cina ha spento le luci su Facebook nel 2009 e non ci sono segni alcuni riguardo al fatto che Pechino possa ripristinare l’accesso alla piattaforma social media di Zuckerberg. Alcuni analisti fanno risalire il divieto alle rivolte che sono scoppiate nel mese di luglio dello stesso anno tra uiguri musulmani e cinesi Han nella regione occidentale di Xinjiang.

Ma altri citano anche un motivo commerciale protezionista. In Cina alcuni siti di social media sono autorizzati ad operare nel paese, per aiutare a promuovere l’industria tecnologica nazionale. Eppure, queste piattaforme sono pesantemente censurate. Gli operatori nazionali accettano  ciò come un dato di fatto, mentre le imprese tecnologiche occidentali sono molto meno propense a cedere il controllo.

2. I FILM STRANIERI

film stranieri

Le autorità cinesi consentono che solo 34 film stranieri all’anno possano essere riprodotti nelle sale cinematografiche. I film approvati devono ancora affrontare la mano pesante della censura governativa, che taglia tutto ciò che il Partito Comunista considera offensivo o sovversivo.

3. I CASINò

casino

Pechino ha dichiarato fuorilegge il gioco d’azzardo nel 1949 e neppure i casinò sono autorizzati a operare in Cina. Eppure molti cinesi hanno una certa e decisa inclinazione verso i giochi d’azzardo, una tradizione che risale a migliaia di anni. Oggi, il divieto generale non ferma però il fenomeno imprenditoriale cinese che tende a porre in essere operazioni di gioco d’azzardo e lotterie sotterranee private.

La politica ha anche dato luogo ad un anello di casinò che operano appena fuori la portata di Pechino. Il più notevole di questi territori è Macao, che vanta un settore dei casinò che è sette volte più grande di quello di Las Vegas.

4. LIBRI

LIBRI

L’Amministrazione generale della Stampa e Pubblicazione in Cina esamina tutti i libri prima della pubblicazione e la censura è una procedura standard. Gli editori che costeggiano le regole sono rapidamente messi alle strette, lasciando gli autori con una scelta: accettare la censura o rinunciare ad un accesso di 1,4 miliardi di potenziali lettori. I libri sono spesso contrabbandati in Cina da diverse giurisdizioni , tra cui quella di Hong Kong, dove gli editori godono di maggiore libertà. Le librerie in città traboccano di opere su tutto, dal presidente Xi Jinping alla carestia cinese devastante che ha ucciso ben 45 milioni di persone durante il Grande Balzo in avanti.

5. TWITTER

Twitter

Non solo Facebook, ma anche Twitter è vietato in Cina.

Dei cambiamenti sono in corso ma in molte zone, c’è ancora una lunga strada da percorrere.

Alla piattaforma di social media non è possibile accedere per mezzo del cosiddetto Great Firewall of China, un progetto di censura che opera da anni e che proviene dal Partito Comunista. Gli analisti dicono che Pechino era particolarmente innervosita dal ruolo che i social media hanno giocato nella primavera araba e la rivoluzione verde in Iran del 2009, che ha portato ad un black-out del servizio .

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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