Mamme nude che allattano: la foto turba Facebook

20 Febbraio 2015
Aurora Scudieri
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Nell’era dei bikini senza stoffa, delle modelle con pantaloncini talmente corti da sembrare mutande, delle vallette con seni al vento in tv anche in fasce protette, una foto, quella che mostra delle mamme al naturale, che allattano i propri figli, lascia di stucco il mondo dei social.
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Abbiamo il diritto di mostrare un seno su Facebook”, così si presenta questa polemica che, secondo l’Huffington Post USA, parte dall’opera di una fotografa americana, Jade Beall, la quale è stata costretta a ritirare la sua foto di alcune mamme, a seno (e non solo) nudo, mentre allattano. Foto da lei stessa pixellata nelle parti intime.
Pubblicata su Facebook il 5 febbraio, infatti, la foto è stata “denunciata” dagli utenti del social come “indecente”, “inappropriata”…e quindi censurata.

Visto che i suoi lavori sono spesso fatti con dei nudi la fotografa è oramai abituata a velare, pixellare, censurare le parti intime delle modelle per rispettare le leggi di Facebook, ma questa volta, la fotografa ha peccato di aver dimenticato un semplice seno di una mamma, ed ecco scoppiare il putiferio.

Come spiega Jade Beall ai giornalisti dell’Huffington Post la scelta di pubblicare la foto di queste 7 mamme nude mentre allattavano è stata dettata dal suo gusto personale, dato che lei stessa la trovava molto bella. Dopo aver raccolto diverse migliaia di “Mi Piace” ha deciso di condividerla su Facebook.

Eppure, se in molti l’hanno amata, altri l’hanno definita “disgustosa”, “indecente” lamentandosi con l’artista. Le critiche, a quanto pare, sembrano essere venute soprattutto dagli uomini i quali le hanno chiesto di ritirare la foto dal sito internet.

24 ore dopo la pubblicazione, l’immagine è stata segnalata e eliminata, perché Beall aveva dimenticato di censurare il seno di una sola modella. Non appena se ne è resa conto la fotografa ha immediatamente tolto l’immagine e sostituita con una completamente censurata, per evitare di essere punita da Facebook.
Una censura che turba Jade Beall, la quale, comunque, difende il suo lavoro: “Adoro l’idea di questa stanza piena di corpi diversi che nutrono i propri bambini. Gli stessi corpi che quei bambini li hanno creati”.

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