Candy Candy compie 40 anni; ma era tutto fuorché dolce

5 Marzo 2015
Redazione YOUng
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Aveva un procione ed era orfana.
Sembra l’incipit di qualche spot pubblicitario anni ’50, ma non è come si crede: così comincia Candy Candy, uno dei cartoni animati che ha più influenzato la generazione dei 25-35enni.

Il manga dal quale è ispirato Candy Candy (dal titolo originario Kyandi Kyandy, và che fantasia) è un fumetto nato nel 1975 dalla perversa fantasia rosa porno di Kyoko Mizuki. E Kyoko non è certo una che vende banane, dato che ha scritto romanzi e anche composto musica.

Candy Candy compie 40 anni, ma non entra in crisi di mezz’età; in crisi ci siamo entrati noi grazie a questo delirante cartone animato.
E’ tanto bello elogiarla: “Candy Candy era un cartone dolce, carino, con una bella bambina gentile che faceva innamorare tutti”. Ecco, partiamo dalla frase “bambina che faceva innamorare tutti”: ‘na bagascia.

Vediamo velocemente che cosa ci hanno fatto vedere i nostri genitori abbandonandoci davanti alla televisione in compagnia dei cartoni animati, chè all’epoca il cartone giapponese era una novità e pareva sempre una cosa bella.
No, non erano cose belle, perchè erano tutte storie di orfani e disadattati; storie di pieno disagio sociale e Candy Candy non fa eccezione.
Durante il primo Novecento Candy e Annie vengono abbandonate in un orfanatrofio religioso assieme ad un procione. Candy vive un’infanzia penosa e solitaria fino a che, un bel giorno, incontra su una collina un tizio biondo che suona la cornamusa. No, non è l’inizio di un soft porno, è semplicemente l’incontro tra Dalì e Wes Anderson.
Il ragazzo perde una spilla a forma di aquila con l’iniziale “A” che Candy prontamente raccoglie e conserva come un feticcio mostruoso.
Dopo poco tempo, viene adottata dall’aristocratica famiglia Legan; penso che quell’orfanatrofio fosse in realtà un mercato schiavista, dato che la famiglia Legan la fa dormire nelle stalle e serve da cameriera.
Candy conosce così gli Andrew, dei quali riconosce l’iniziale sulla spilla; figata, penserete voi, troverà l’amore della sua vita anche se ha solo undici anni e ce ne liberiamo. Non va così. La famiglia Andrew è complicata: c’è il capofamiglia, lo zio William, figura misteriosa che aleggia come un fantasma nel castello; tra i vari fratelli e cugini c’è Anthony, un figaccione che somiglia tanto a quel ragazzo biondo con la cornamusa; nasce un sentimento ostacolato dai Legan che vogliono mandarla in Messico (in Messico?! Una ragazzina in esilio in Messico?!) ma viene così adottata dagli Andrew.
Nel frattempo conosce il vagabondo Albert ma durante una battuta di caccia alla volpe Anthony muore.
Così, nel nulla. Neppure nel Trono di Spade le battute di caccia sono state così spietate.

Torna nell’orfanatrofio devastata dal dolore, ma viene mandata dallo zio William in collegio a Londra. Lì trova la sua vecchia amica Annie e si innamora di un ragazzino, Terence Grenchester, un riccone viziato ma innamorato di Candy.
Ma ovviamente gli amori di Candy non vanno mai per il verso giusto; fra intrighi e cattiverie se ne va da Londra e decide di fare qualcosa di utile alla società: l’infermiera nella Prima Guerra Mondiale.
Ebbene sì: questa decerebrata incapace di decidere alcunchè nella sua vita, decide di fare da infermierina a dei soldati morenti in trincea.

E infatti cosa fa, la furba dai grandi occhioni? Va a Chicago ad accogliere i feriti di guerra.
Lì ritrova il vecchio amico vagabondo Albert, il quale era stato colpito da forte amnesia (per questo si è fatto curare da Candy, secondo me).
Colpo di scena nell’inutile vita della nostra crocerossina: torna Terence, che ora fa l’attore. Ora mi rivolgo a te, cara e dolce Candy: un uomo torna da te in ginocchio dopo anni e tu pensi che lo faccia per puro amore?!
Infatti arriviamo ad uno dei momenti più nonsense nella storia dei manga: Susan, una ragazza innamorata di Terence, perde una gamba; lui si sente in colpa (ma di che?!) e decide di passare la vita con lei; Susan scopre della tresca con Candy e decide di suicidarsi; Candy la salva e se ne va.

Se ne va?! E cioè?! Primo Novecento, femminismo, suffragette, diritti delle donne, barlumi di emancipazione…nulla. Lei se ne va perchè una tizia innamorata del suo fidanzato minaccia di uccidersi. E in tutto ciò, Terence che fa?! La risposta è semplice: è un uomo e quindi subisce passivamente le decisioni delle donne.

Nel frattempo un Andrew random parte per l’Europa e muore, ma di questo non ci interessa.

Neal Legan si innamora di Candy; ma lei, che evidentemente deve essere una simpaticona visto che tutte le donne la odiano, viene fatta cacciare da tutti gli ospedali della città dalla sorella di lui.

Il seguito è talmente assurdo che è difficile da raccontare, ma ci proviamo lo stesso.
Albert ritrova la memoria ma parte. Lo zio William sta organizzando un matrimonio combinato tra Candy e Neal, così lei finalmente incontra questo famigerato zio, che si rivela essere Albert. Ovviamente Albert/zio William è uno strafigo, nonchè il tizio biondo che suonava la cornamusa. Sta di fatto che Candy, oramai sposata con Albert, riceve la notizia della separazione tra Terence e Susan; giustizia è stata fatta. Nella versione italiana Terence torna da Candy, in altre lei sposa Albert.

Ma Candy Candy solleva alcune questioni e sdogana alcuni tabù. Candy Candy ci ha insegnato molte cose: un esempio ne è la storia di Susan e Terence; non essere una donna forte, fai la vittima e otterrai sempre l’uomo che ami.
Una cosa che poche volte capita all’occhio dello spettatore è chiara alla rilettura: tutti coloro che si innamorano di Candy muoiono o fanno una vita meschina. Candy è una portatrice di sfiga colossale.

E poi tu, Candy, per anni hai scambiato Albert per un pezzente trovato per strada e non ti accorgevi che era lo zio William? E soprattutto: ma quanti cavolo di anni ha lo zio William?! E cosa che sta al di sopra di tutto: questo tizio l’ha adescata con la cornamusa quando lei aveva cinque anni, è lo sdoganamento completo della pedofilia.

Candy Candy veniva trasmesso negli anni ’80;quindi fate poco i moralisti con i telefilm di adesso e con 50 sfumature di grigio, chè quando passerete in rassegna i nostri cartoni animati dell’infanzia capirete perchè siamo diventati così.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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