Il pianoforte «preparato» di Michele Colucci: la sperimentazione che suona le cose.

5 Marzo 2015
Redazione YOUng
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Michele ColucciChe nella sua musica ci sia qualcosa che non «suona» – o, meglio, che suona diversamente da come dovrebbe – lo si nota subito. Eppure Michele Colucci, pianista di Maiorano di Monte (frazione di Dragoni) classe 1987, suona, restando fedele alla sua definizione, un pianoforte vero. Ma dalle sonorità non propriamente tradizionali.

Tanta ricerca e sperimentazione dietro un suono fiori dal comune che, non a tutti, suonerà familiare anche nella sua definizione. Oltre gli ottantotto tasti standard dello strumento, Michele Colucci nasconde una «preparazione», una laboriosa introduzione di oggetti, che, a contatto con le corde, altera il timbro dello strumento producendo un suono molto diverso dall’originale.

Ma non è lecito pensare che la preparazione sia lasciata al caso, al puro gusto del momento o all’indole dell’artista, sempre frenetico sperimentatore del nuovo. La ricerca su oggetti e materiali è lunga e complicata, al punto da durare anche un anno, tempo che è stato necessario per mettere a punto tutti i preparati utilizzati nell’album Fiabe, in prossima uscita, ma che è già possibile gustare attraverso il singolo Sogno, disponibile già dal 6 febbraio in tutti i digital store.

Forchette, chiodi, tappi in plastica e in metallo, palline di vetro, sonagli, bottoni, magneti, smorzi in gomma (strumenti che si usano in genere per accordare il pianoforte) e i cachacos, strumenti musicali che presi in prestito dalla cultura sudamericana, vengono poi fissati da pezzi di nastro telato alle corde. Il pianoforte diventa una sorta di scatola magica di cui il pianista non è solo esecutore ma anche creatore, a punto di montare e smontare i preparati in base alle note che è necessario adoperare per i singoli brani. Ogni preparato dà una sonorità diversa: alcuni suonano metallici, altri invece hanno le sonorità del legno misto a ferro. Ma Michele non si ferma qui, andando anche oltre la natura a corde percosse dello strumento, e pizzicando persino le corde del pianoforte con le mani.

Alla base di questa sperimentazione, c’è stata la conoscenza – avvenuta tra i banchi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli – del compositore e teorico musicale statunitense John Cage. Un suo esperimento musicale, 4 minuti e 33 secondi è realizzato mettendo in vibrazione le corde del piano «per simpatia» tramite il pedale di «sustain» e senza suonare. Accade però che, pur non suonando lo strumento, le corde vibrino a causa della vibrazione dell’aria e dei rumori ambientali. Pur cercando il silenzio, il pianoforte viene messo in vibrazione dal respiro, dal battito cardiaco delle persone ed il pubblico diventa, a sua volta, strumento musicale.

In attesa dell’uscita dell’album, Michele Colucci racconterà sé stesso e la sua esperienza artistica musicale ai microfoni di Radio Alce (FM 88.100Mhz – www.radioalce.com) venerdì 6 marzo dalle ore 19.00 alle ore 21.00 all’interno dell’appuntamento «EX.TRA.» dedicato alle nuove arti ed alla creatività.

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La redazione di YOUng
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