Georgie: l'insostenibile leggerezza del nudo e dell'incesto

11 Marzo 2015
Redazione YOUng
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Digitando “Georgie” su Google, il vostro primo risultato sarà la Henley, attrice de Le Cronache di Narnia; al secondo e terzo posto troviamo sigla ed episodi del nostro cartone animato, mentre subito dopo il nome viene corretto, suggerendoci Geordie Shore. La cosa potrebbe sembrare casuale. Ma Google la sa lunga e il suo algoritmo freudiano ci suggerisce la cosa più simile a Georgie, ovverosia Geordie Shore. Il nostro cartone animato non è altro che la storia di un bordello australiano del XIX secolo, molto più simile al reality segaiolo che ad una favola per bambini.

Georgie (titolo originale Lady Georgie) è un manga relativamente recente, creato nel 1983 da Yumiko Igarashi e arrivato in Italia nell’84. E chi è la signora Igarashi? Beh, partendo dal fatto che dovete assolutamente cercare una sua foto in internet, è nientepopodimeno che la creatrice di Candy Candy. Cosa poteva partorire la sua mente, dieci anni dopo la piccola demente sfigata? Solamente Georgie, uno dei cartoni animati che più hanno subito la mannaia della censura in Italia.

E’ la seconda metà del XIX secolo, siamo in Australia. Una deportata fugge dai campi di prigionia e molla una bambina di fronte ad una porta (orfani a go go). Il signor Butman accoglie la piccola Georgie, ma la moglie Mary la vede di cattivo occhio: sa già che potrebbe portar scompiglio tra i suoi figli Abel e Arthur.
Un momento: ti ritrovi una bimba in fasce e la prima cosa a cui pensi è “Ommioddio, questa farà la zoccola coi miei figli?!”. Va bene.

Georgie cresce sana e bella pensando di essere una Butman, fino a che il padre adottivo non muore. Mary si fa sempre più astiosa verso la povera bastardella, mentre i due fratelli la adorano. Specie nell’adolescenza.
E a questo punto arriviamo ad una questione fondamentale. Georgie non sa di essere una trovatella perchè era ancora in fasce. I due fratelli, invece, sanno del suo passato. Ma quindi quanti anni avevano quando Georgie è stata adottata?! Beh, minimo dieci anni, direte voi.
Siamo nell’adolescenza dei due ragazzi, che a 16 anni (poniamo caso), si ritrovano innamorati di una bambina di sei anni.

Al prossimo ragazzo della mia età che vedo assieme ad una di dieci anni più piccola, potrà solo pensare “Eh, sarà cresciuto con Georgie!”.

Ma è per colpa dell’amore che cominciano le tragedie. Abel si allontana, scosso dal troppo amore, ma vuole lo stesso rivelare i suoi sentimenti alla bastardella. Arthur cerca di farlo desistere, ma alla fine se ne vanno ambedue. georgie20

Georgie non sa nulla di questo dramma familiare che si sta consumando a causa sua: una madre adottiva sull’orlo del suicidio, una guerra fratricida per la sua mano, ma lei non sa una emerita cippa. Il cuore è uno zingaro e perciò la nostra eroina si innamora del ricco Lowell Gray; Mary li scopre, sbarella per colpa degli psicofarmaci, le rivela di esser figlia di un deportato e la caccia di casa.
Bella mossa, Mary, ci son ragazze che finiscono a prostituirsi per molto meno.

Lo zio Kevin (esiste sempre uno zio impiccione) rivela a Georgie che i suoi fratellastri sono innamorati di lei. E la nostra eroina boccolosa che fa?! Fugge.
Georgie, hai due gnoccoloni da paura che ti stanno alle calcagna e che aspettano solo un tuo cenno; perchè ti travesti da uomo (da uomo?!) e fuggi a Londra?!

Va bene. Passato il momento runaway-Georgie, la nostra sventurata vive delle avventure al limite dell’impossibile. Scopre infatti di essere figlia del conte Fritz Gerald (fantasia a mille, Igarashi, vero?!), un nobile che ha complottato contro la regina Vittoria e perciò è stato deportato in Australia con la moglie. Arthur, che nel frattempo ha raggiunto Georgie a Londra, scopre dell’intrigo: non è stato il conte Gerald, bensì un altro nobile (momento di pathos).

Nel frattempo Georgie, nonostante Abel e Arthur abbiano attraversato mezzo mondo per conquistarla, come al solito noncurante dei sentimenti degli altri e passando come un carro armato sopra i cuoricini dei due fratelli, si incontra di nuovo con Lowell, già fidanzato con un’altra.

Nel cartone animato Lowell si ammala di tubercolosi (mamma che mi facevi guardare?!) e Georgie se ne separa per potergli permettere un’operazione molto costosa, che solo la famiglia della sua nuova ragazza può permettersi. Georgie, Abel e Arthur tornano in Australia per vivere assieme.
Sì, assieme. Avete capito bene.

Nel manga le cose sono più complicate ed è un susseguirsi di nonsense. Abel si sostituisce al fratello in prigione; Arthur, drogato, va in crisi d’astinenza e si getta in canale. Georgie rimane incinta di Abel, che però muore.
Torna in Australia dove ritrova Arthur. Vivranno felici e contenti: Georgie, Arthur e il figlio di suo fratello. Ok.

Come si può ben evincere, le scene di passione e di nudo sono molte; come ha fatto quindi a comparire sul puritano mercato italiano?
Georgie gode infatti di un’ampia censura da parte di Mediaset negli anni ’90, la quale probabilmente pensava che gli anime fossero destinati a dei bambini solo perchè erano disegnati. Salvo poi accorgersi, dopo un paio di puntate, che il cartone animato un’orfanella la cui matrigna ha paura che “possa mettere in disaccordo i figli maschi”, sicuramente non può essere una favola per bambini.
Se avete prestato ben attenzione a ciò che ho scritto, non vi sarete persi il fatto che in Italia arrivò nell’84…Già.
Dal 1984 al 1991 Georgie fu trasmessa integralmente, nudo e sesso compresi, e nessun genitore se ne è mai accorto. Grazie mamma, grazie papà.

Georgie non è un semplice cartone animato: è una vera e propria tragedia contemporanea familiare. Non è solo la narrazione di un’orfana zoccola; siamo all’epoca in cui il Paese dei canguri era ancora una colonia penale; ci racconta la guerra, l’amore, la famiglia, la malattia, il suicidio, l’omicidio, il tradimento, l’abbandono. E’ un vero dramma contemporaneo a tuttotondo.
Così come Candy Candy, segna una delle pietre miliari che inconsciamente si sono fissati nelle nostre memorie di bambini. Ma non ci sono solo i cartoni animati della signorina Igarashi; ci sono millemila altri importanti anime di formazione che ci hanno resi quelli che siamo, senza l’aria da proibizionismo del Moige. Per fortuna.

 

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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