Lady Oscar, la rosa di Versailles col dubbio tra spada e fodero

26 Marzo 2015
Redazione YOUng
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Lady-Oscar

Alta, algida, bionda e mascolina. No, non è Amanda Lear, ma quasi ci siamo.

Parliamo di un manga nato nel 1972 dalla penna di Riyoko Ikeda, trasposto poco dopo in anime: Lady Oscar, o La rosa di Versailles. In Italia fu trasmesso nel 1982, diventando fin da subito uno dei cartoni più seguiti, con il boom nel fine ani’80 e inizio ’90 grazie al titolo Una Spada per Lady Oscar. Scatenando alcune tra le censure più ridicole, seconde solamente a Georgie e a Sailor Moon.

Il nostro transessuale col fascino della divisa nasce dalla fantasia della signora Ikeda (tutte donne, sono, avete notato?!). Ma al contrario della signora Igarashi, creatrice di Candy Candy e Georgie, Riyoko è un’austera studente di filosofia appassionata di manga storici, insignita dalla Francia della Legion d’Onore per la divulgazione della storia francese. Un po’ come se Mattarella desse il cavalierato a Rocco Siffredi per aver esportato il Made in Italy.

Capiamo l’opera di epurazione che l’anime ha subito in Italia partendo dal fatto che i prologhi originali sono stati soppressi (tanto chissene della storia, giusto?); inoltre la voce del narratore diventa maschile, chè nell’originale era femminile.
La storia scorre semplice all’inizio. Siamo negli anni dell’Ancien Régime, nasce la piccola Oscar François de Jarjayes; gravi traumi psicologici sulla piccola, abusi da chiamare gli assistenti sociali; ma non solo per la decisione del padre di crescerla come un maschietto, quanto per la censura operata fin dall’inizio.

Sta di fatto che la nostra Lady in Italia viene sempre apostrofata con un “Madamigella”, mentre nella versione originale nessuno sa che è una donna. Lei e Maria Antonietta diventano amiche e ad un ballo incontrano il bel conte Fersen, del quale entrambe si innamorano perdutamente; certo, lui doveva scegliere tra una bella ragazzina e un marcantonio in divisa, ardua scelta.
Nel frattempo l’anime discute le vicende di due ragazze,Jeanne e Rosalie; la prima si fa adottare per entrare a corte, la seconda incontra Oscar e si offre per prostituirsi: provate a indovinare, sarà stata trasmessa questa parte?! Vi siete già risposti da soli. Rosalie fa amicizia con la nostra lady (se non ci fai sesso, fattelo amico) e scoprirà in seguito di esser figlia di una nobildonna.

Ma cosa succede? Torna il bel Fersen dal capello grigio topo (ve lo ricordate?!): un uomo la cui utilità è quella di arrivare, far innamorare le donne e scappare prima di far scoppiare degli scandali.
Un uomo, insomma.
Meanwhile, Maria Antonietta è sempre più chiacchierata a corte e la perfida Jeanne Valois de la Motte fa scoppiare l’Affare della Collana, accusando la regina; scoperto l’inganno, Jeanne verrà marchiata a fuoco. Durante il processo, scena abilmente censurata in Italia, la cospiratrice accusa pubblicamente la reginetta di intrattenere dei piccoli bunga bunga con Lady Oscar e la contessa di Polignac; ordinaria amministrazione, insomma, ma negli anni ’90 non eravamo ancora pronti.

Ora andiamo veloce. L’uomo inutile-Fersen torna, balla con Oscar finalmente vestita da donna, ma lei capisce che lui ama solo la regina. André le rivela di amarla per l’ennesima volta, ma viene brutalmente friendzonato. Alla notizia che Oscar avrebbe lasciato il comando, le straccia le vesti urlandole “Tu sei una donna, Oscar, sei una donna!!” e le scopre le poppe; in Italia il dialogo cambia e non capiamo come mai Oscar fugga piangendo da una discussione pacata tra amici.
Purtroppo per la censura italiana, Bim Bum Bam manda in onda per sbaglio una puntata con la scena incriminata, facendoci vedere André che la denunda brutalmente dicendole “Una rosa è una rosa etc etc”.
Il nostro travone lascia il comando Reale ed entra nelle Guardie francesi. Finalmente Oscar potrebbe trovare una vita sentimentale e sessuale appagante: si fa avanti Girodel, che lei rifiuta; si fa avanti Alain de Soisson, che lei rifiuta comunque.lady-oscar-blackrose_00038993

Arrivano i tempi della Rivoluzione Francese ed Oscar si ritrova innamorata di André, il quale nel frattempo si era schierato con il popolo. Così lei, che non ha ancora capito come gira il mondo, si mette al fianco dell’amato. L’amato cade colpito da una pallottola vagante; sì vagante: era talmente secondario da non meritarsi neppure una pallottola mirata. Lei, pure distrutta dalla tisi, morirà tra i tumulti della Bastiglia.

In caso non abbiate studiato abbastanza, Maria Antonietta perde la testa.

Come abbiamo potuto ben capire, la sceneggiatura originale è stata spesso totalmente rimaneggiata dalla censura italiana, la quale ha applicato la sua mannaia tagliando scene, reinventando i dialoghi e appiattendo i caratteri. Nel nostro Paese le dame di corte guardano Oscar con gli occhi dell’ammirazione, in Giappone la guardano con gli occhi del sesso più allupato.
Inoltre, raramente la serie viene mostrata fino alla fine, fino agli ultimi episodi.

Non tralasciamo un particolare che sembra irrilevante, ma che in realtà è importantissimo. I cognomi francesi, in origine, furono trascritti in giapponese; l’interprete italiano (che aveva una laurea in Furbologia applicata e mangiava pane e volpe a colazione) ha causato una serie di errori di trascrizione e traslitterazione dal giapponese all’italiano. Non avendo la furbizia di guardare i cognomi originali francesi, ha inventato un elenco di nuovi nomi da proporre alle anagrafi francesi.

I nostri genitori ci facevano vedere, come state intuendo anche dai pezzi precedenti, degli anime con target shōjo, destinato a ragazzine dai 10 ai 18 anni….ma giapponesi. Lady Oscar ci ha sicuramente aperto gli occhi su molte questioni che potevamo intuire; è stato il primo cartone animato con degli psicodrammi allucinanti, dallo stupro all’amore lesbo, fino ai triangoli amorosi e alla pura prostituzione.
Ora ne ridiamo, dicendo che “noi cresciuti negli anni ’90” abbiamo visto in tv la prima female to male….ma si tratta di verità.

La rosa di Versailles, anime meraviglioso nella sua trama e nella sua estetica (seppur da lasciare a bocca aperta un bambino di sei anni), lascia però una questione irrisolta per tutti colori che non hanno fatto in tempo a vedere il lungometraggio o la scena rubata; una teoria che fa capire come i genitori negli anni ’80 fossero occupati a procreare, per poi attivarsi negli anni ’90 creando il MOIGE.
Ma alla fine, Lady Oscar perde davvero la verginità oppure no?!
Pensateci, è la domanda della nostra infanzia.

 

 

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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