Educazione 3.0 – Le nuove frontiere dell'apprendimento
Le frontiere dell’apprendimento hanno subito nei recentissimi anni una rapida
de-formazione, grazie all’avvento della rete – resa disponibile alla quasi
totalità della popolazione – e alle piattaforme che si sono sviluppate tra
le sue “maglie”.
Se prima l’apprendimento era fornito da una persona più “saggia”, come un
anziano, o una colta ed istruita, come un maestro, adesso un discente ha
accesso ha un sovvrannumero di informazioni che vent’anni fa sarebbero
difficilmente entrate – in termini di capienza – in una grande biblioteca
cittadina.
Inoltre, mentre prima gli aggiornamenti relativi a un’informazione contenuta
in un testo erano più difficili da divulgare a chi aveva acquistato un tomo
anni prima, l’aggiornamento delle notizie procede adesso in modo più rapido.
Si potrebbe parlare quasi di “informazione viva”, che circoli assieme alle
altre in questa Porta d’Oriente che è il Web.
Questo punto di forza però ne è anche la fragilità: con la stessa capacità
con cui si possono divulgare delle informazioni certe e verificate,
altrettanto facilmente si possono divulgare quelle che sono chiamate
“bufale”, ovvero notizie infondate e prive di veridicità alcuna. Alcuni
utenti amano giocare con questa fragilità dell’informazione, agendo da
“troll”, cioè da finti sostenitori di una tesi spesso scriteriata o
irrispettosa verso gli altri esseri viventi per suscitare appositamente lo
sdegno da parte degli altri utenti. C’è, purtroppo, chi si diverte così.
Verrebbe quindi da chiedersi: il Web ci è nemico o amico?
Tutte e due le risposte sono vere, perché non è lo strumento ad essere
vantaggioso o pernicioso, quanto il suo utilizzo.
Non passeremo in rassegna ogni caso di buono o cattivo utilizzo del Web, data la sconfinata
mole del materiale cui dovremmo fare riferimento.
Oggetto della nostra breve trattazione saranno, quindi, i metodi di apprendimento che
hanno preso vita grazie al supporto virtuale.
I vantaggi dell’informazione digitalizzata
Un’informazione digitale ha il vantaggio di essere sicuramente, come su detto, rapida e di
essere disponibile per più persone nello stesso istante – di un libro imprestato dalla
biblioteca, invece, ne trae beneficio temporaneo solo chi lo detiene – oltre che essere
consultabile sempre, in qualsiasi orario lo si ritenga opportuno. Inoltre, cosa che crediamo
essere la più importante – l’informazione grazie ai supporti informatici diviene
multimediale, ovverossia molteplice.
Si può non solo avere teoria di cosa sia un lago, ma lo si può anche mostrare in foto ai
discenti e si può anche fruire di un video che abbia come soggetto l’elemento stesso. Grazie
ad Internet è molto più facile apprendere una lingua straniera, imparare a fare lavori di
decoupage, apprendere l’utilizzo di uno strumento musicale o come si fa un dolce.
Piattaforme di e-learning “smerciano” informazioni di ogni tipo su tutto lo scibile umano in
maniera professionale: basta “andare” su Slideshare.com o Khanacademy.org o anche su
Youtube per trovare “tutorials” su come svolgere un esercizio di matematica.
Il nuovo ruolo dell’istruzione
Quale sarà il ruolo dell’istruzione, in questo continuo susseguirsi di cambiamenti? Sicuramente sarebbe preferibile non sostituire completamente un metodo all’altro, ma integrarli, perché nessuno dei due rende chi apprende libero. Molte cose si imparano facendole e la praticità, la manualità, devono restare punti saldi nel mondo dell’istruzione. Contemporaneamente, se si può utilizzare un supporto multimediale per far conoscere in maniera più completa ad un bambino quale sia il canto di una allodola o come il bruco diventi falena proiettando un documentario – cosa che si è fatta anche durante gli ultimi trenta anni nelle nostre scuole – ben venga. Quello che si dovrebbe evitare è invece l’impigrimento delle menti e da parte di chi detiene l’informazione e ha il compito di cederla e da parte di chi la deve ricevere. L’attenzione del discente, con l’esubero dei sovrastimoli della società moderna, deve essere colta sapientemente dai docenti, rendendo più agile l’apprendimento di un concetto grazie ai nuovi materiali di cui si dispone. Difficile, però, in tempi di transizione, adeguarsi in maniera efficace e non incespicare in rovinosi tentativi di “essere moderni”.
L’eccesso di entusiasmo può, se a senso unico, diventare dannoso. Pochi giorni fa è arrivata notizia che in Finlandia imparare a scrivere a mano sarà facoltativo. Una scelta progressista, ma forse lo è troppo. Negli ultimi cento anni si è fatto molto per combattere l’analfabetismo e quello di cui non abbiamo certo bisogno è un “analfabetismo digitale”: molti studi già allarmano sulle disgrafie da socials e su una progressiva tendenza a semplificare eccessivamente parole o frasi intere. A chi ha l’animo vintage, intanto, consigliamo di ripescare i corsi di “stenografia”, sicuramente meno lesivi della sostituzione delle “k” al gruppo “ch”e dell’abolizione del congiuntivo in favore del tempo presente. Anzi, dei tempi presenti.
Maria Pia Dell’Omo
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Articolo pubblicato su Il caffè del 20 Febbraio 2015