Il neorazzismo italiano: in cosa siamo precipitati!

10 Maggio 2015
Redazione YOUng
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Nel momento in cui una popolazione non riesce a risolvere da sé i suoi problemi sociali, incentrerà tutta la sua rabbia verso una forza minore che non ha possibilità di difesa. Ciò porterà allo sfruttamento di entrambe le parti e all’arricchirsi di chi ha sostenuto questa lotta tra poveri.

Questa è la premessa che mi sento il dovere di scrivere prima di analizzare un fenomeno vastissimo e che personalmente mi preoccupa. Per una serie di dinamiche ,che successivamente spiegherò, ho capito che in Italia è nata una nuova forma di odio: il neorazzismo.

Questa nuova “corrente” non differenzia gli uomini in classi, si distacca da questo vecchio concetto, ma condanna a morte tutti gli esseri umani diversi, per cultura, religione e colore della pelle. Tutto questo lo fa con termini poco aggressivi, ma con un ragionamento di base paragonabile al razzismo di tempo fa. 

Ovunque ci giriamo, vediamo continue discussioni sull’immigrazione e sul disagio che portano questi uomini provenienti da paesi in perenne conflitto. Il termine più volte ripetuto è: “Mandiamoli a casa!”. L’italiano neorazzista, appoggiando questa frase, pensa di star risolvendo un problema , ma egoista ignora il fatto che sta inneggiando un vero e proprio omicidio. Infatti, nel momento in cui un immigrato viene rispedito nel suo Paese, questo avrà pochissime possibilità di vita, per mezzo di torture in carcere o vere e proprie esecuzioni. Tutto questo perché stava cercando di scappare da una guerra. Gli italiani dalla memoria corta dimenticano cosa sia una guerra, infangando la loro umanità e anche la loro Costituzione. Tant’è vero che quegli orrori hanno portato i padri costituenti a scrivere articoli ben chiari sulla lotta armata. Non dimentichiamoci che: “L’Italia ripudia la guerra” 

La mostruosità di questo conflitto ha portato a sancire che si diventa rifugiati politici nel momento in cui si scappa da uno Stato che non garantisce i diritti della nostra Costituzione. Pensate quanto abbia fatto paura questa guerra. Eppure, oggi, voltiamo le spalle a migliaia di donne, uomini e bambini tanto martoriati da mettere a rischio la propria vita più di non sentire quello scenario orrido. L’Italia dell’arte, della storia, della Resistenza ha d’incanto perso la sua umanità, la sua difesa alla vita. Ci siamo fatti trascinare da media e da personaggi che hanno portato all’omicidio della democrazia e della rappresentanza nel nostro Paese. Siamo così egoisti da scendere in piazza solo quando ci conviene, ad accogliere un immigrato solo quando ci fa le pulizie a casa.

In mezzo a tutto questo ci sono i famosi slogan. Si è passati dalle camere a gas al “blocco navale”, una pratica che causerebbe migliaia di morti e negherebbe a uomini di fuggire per cercare un futuro vivibile. Il neorazzista italiano pensa all’invasione, ai furti che farebbero, agli omicidi; un simbolo di ignoranza unico, basterebbe andare a controllare i dati ISTAT per accertarsi che solo l’1/3 dei furti è commesso da stranieri, oppure che l’Italia è il quinto Paese come percentuale di immigrati nella sua popolazione. I neorazzisti si interrogano su se sia giusto uccidere o picchiare a morte uno straniero quando delinque, un ragionamento che se applicato anche per noi italiani costringerà questo Bel Paese a ritrovarsi senza più abitanti. Un esempio lampante di questo neorazzismo viene dalle nostre città, siamo arrivati al punto da disprezzare di più quello straniero che chiede spiccioli fuori al bar che il noto cammorista che beve indisturbato un caffè.

Il neorazzista italiano s’impegna per risolvere questo grosso “problema” d’invasione, ma non si cura di informarsi sulla trattativa Stato-Mafia, non si cura di sapere cos’è l’Italicum e non gli interessa del ddl “Buona Scuola”.

Il neorazzista italiano pensa che un bambino affogato in acqua sia un pericolo scampato, un posto di lavoro salvato, un miliziano dell’Isis in meno, 35 euro al giorno in più nelle tasche dello Stato. Il neorazzista italiano punisce gli immigrati che lavorano in nero, ma lascia impuniti coloro che li sfruttano assumendoli irregolarmente e sottopagandoli.

E io? Io che non nascondo di avere 16 anni, mi auguro di non vivere mai quello che da cui questi uomini scappano, ed è per questo che sono arrivato ad alcune conclusioni. Il problema non è l’immigrato, il problema è l’immigrazione; devono essere accolti, fatti andar via da quei posti. Bisogna creare canali solidali diretti dall’Europa, per permettere a queste persone di raggiungerci al sicuro, così da evitare disastri come quello del Canale di Sicilia. Sostengono questa proposta persone meritevoli come Gino Strada, che si batte da anni contro la guerra. Deve essere interrotto l’appoggio agli USA, che finanzia Stati terroristi come la Turchia e Israele.

Mi accuserete di essere un sognatore, ma come disse Strada: “Anni fa si diceva impossibile l’abolizione della schiavitù, ma ci si è riusciti”. Sarà che sono piccolo, ma mi sento il dovere di avere ancora fiducia in quell’umanità non neorazzista.

Il neorazzismo italiano

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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