EXPO..niamoci : quando la responsabilità diventa la chiave per crescere

22 Maggio 2015
Redazione YOUng
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Purtroppo è l’Italia che gira così, o meglio che non gira. Siamo abituati ormai da anni a vederla come una ruota dentata, che non scivola, ma sobbalza, saltella sul terreno liscio e spianato della crescita globale e della valorizzazione.

La meraviglia è ancora più grande quando i giovani, aldilà dei loro colori politici, delle loro aspirazioni di vita, non valorizzano i faticosi passi di uno “stivale” arenato nel fango e più che far forza per tirarlo su, preferiscono affondarlo, deriderlo.

Semplicemente perché per loro esiste l’equazione, che non trova riscontro in alcun libro, ” tutti colpevoli= nessun colpevole”.

È il caso dell’Expo, visto dai più come lo scandalo italiano del secolo, ma a mio avviso il folle tentativo di tirare fuori tacco e punta dell’Italia.

Premesso che è lecito manifestare la propria delusione è il proprio disaccordo per eventuali scelte, non credo siano condivisibili i modi con cui si ostacolano determinate opportunità.

Preferirei vedere una scena sociale e mediatica dominata dai “no mafia”, “no camorra”, “no vitalizi”, “no finanziamenti pubblici ai partiti” e così via tanti altri “no” seguiti da fenomeni che fanno davvero male, piuttosto che sentir parlare dei no Expo.

E non si venga a dire che in quest’ultima negazione sono comprese tutte le altre, perché da quando esiste il mondo, per annientare un problema si combatte la causa e non l’effetto.

Da studenti, da cittadini, da italiani e da meridionali dobbiamo sentirci offesi da questo atteggiamento di formazioni più politiche che sociali che agiscono pro-fallimento purché poi possano alzare la voce per gridare “noi l’avevano detto”.

Oggi è arrivato il tempo di gridare che l’Italia può farcela, che i giovani possono e devono farcela e ancor di più, avere il coraggio di scandire la frase “io resto”. Resto perché si ha voglia di cambiare le cose, resto perché agli scontri con la polizia si sostituiscono quelli ideologici tesi alla programmazione e alla proposta per un paese diverso ( mi viene ad esempio in mente eco-campus universitari, biblioteche 24h, rilancio dell’artigianato e dei prodotti tipici attraverso progetti patrocinati dalle università e tanto altro ancora…).

È sempre lecito protestare, doveroso è proporre la soluzione.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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