Draghi: zona euro si unisca per riformare la sua economia
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Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi invita i paesi dell'area euro a unirsi per riformare le loro economie ed afferma che una condivisione della sovranità è da considerarsi una opportunità e non una minaccia. E' quanto affermato nel corso della conferenza «Verso i 60 anni dai Trattati di Roma: stato e prospettive dell'Unione Europea».
Mario Draghi invita i membri a dare seguito rapidamente alle numerose raccomandazioni della banca centrale europea per il perfezionamento dell'unione economica e monetaria. Raccomandazioni finora rimaste lettera morta.
” La situazione nella zona euro mostra che questo ritardo potrebbe essere pericoloso”
La crescita economica resterà debole nell’euro-zona tenendo conto del livello di disoccupazione e dei bassi investimenti. Dei progressi sono stati fatti, soprattutto in materia di unione bancaria ma i rischi privati devono essere condivisi all’interno dell’area-euro, migliorando l’accesso al credito delle aziende e raggiungendo una totale unione dei mercati finanziari dell’UE.
Il presidente richiede un rispetto più rigoroso delle norme di bilancio e un livellamento delle differenze in materia di occupazione, crescita e produttività. Per ciò che riguarda le riforme strutturali gli stati membri dovranno seguire delle norme comuni, sebbene “riadattate” alle specificità locali.
Tutto questo permetterà: “una convergenza nella capacità delle nostre economie di resistere agli urti e crescere insieme”
L' euro-zona ha fatto abbastanza per per salvaguardare la capacità di utilizzare la politica di bilancio in senso anticiclico?
A quanto pare no: lo stimolo di politica fiscale è stato pro-ciclico ( attuato nel mezzo della crisi di debito sovrano) ha ristretto il credito e aumentato l’incertezza economica nel sud europeo e in molti paesi ha preso solo la forma di un’impennata delle tasse.
Dobbiamo fissare anche gli obiettivi di crescita dell’occupazione e della competitività per l’intera zona euro, con una vera politica economica comune, che includa anche gli obiettivi sociali