Concorso per Giornalisti Rai: Sogno o son desto?

11 Giugno 2015
Veronica Valli
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Improvvisamente, in un grigio giorno della primavera del 2014, si accese un barlume di speranza per tutti noi giornalisti precari, diseredati, disadattati, disoccupati, sottopagati (e aggiungete pure tutti i dispregiativi che vi vengono in mente. Non è cattiveria, è la categoria): era stato bandito finalmente un concorso in Rai! “Ma tu lo sai che significa andare a lavorare per la televisione pubblica?!” mi disse qualcuno, esaltatissimo “Ti metti lì e anche se non fai niente, hai il posto, lo stipendio… sei sistemato a vita!”. E non aveva tutti i torti.

Ai tempi in cui frequentavo un Master in giornalismo, avevo fatto uno stage proprio in Rai. L’ambiente era molto misto, nel senso che c’era chi lavorava e anche tanto e chi invece trascorreva le giornate sfogliando margherite (cit.) forte del suo posto a tempo indeterminato che nessuno gli avrebbe potuto strappare. Noi stagisti eravamo trattati con gran distacco dalla stragrande maggioranza dei redattori, soprattutto quelli giovani, che si dividevano tra quelli terrorizzati dalla (remota) ipotesi che tu povero pivello potessi rubargli il mestiere e quelli, decisamente più scanzonati, che ti coinvolgevano in vari momenti di amabile cazzeggio. Certo, non per tutti erano rose e fiori. Erano in tanti quelli “precari”, che ogni tanto venivano a piangersi addosso in redazione, nel tentativo di elemosinare una sostituzione di qualche tipo.

Il problema è che quello del giornalismo è un mercato saturo, dove sono in tantissimi ad approfittare di forze e speranze delle persone, motivo per cui, per quanto sia un miraggio pensare di vincere un concorso in Rai, una prova va comunque fatta, perché “tanto non si sa mai”. E così ad iscriversi sono stati quasi in 5000 anche se addirittura c’era chi si aspettava che sarebbero stati addirittura 10000 se non oltre, una cosa abbastanza incredibile. Di questi 5000 sarebbero giunti alla fine soltanto 100 che non avrebbero avuto alcuna garanzia di lavorare in Rai – il bando parlava chiaro – ma sarebbero confluiti in una specie di limbo dal quale l’azienda avrebbe potuto attingere in caso di bisogno per un periodo di tre anni, al termine del quale non si sa che fine avrebbero fatto, poiché del domani non c’è certezza. Chiaramente, anche le prove da sostenere sono tutt’altro che semplici: test di cultura generale, di attualità, oltre che di ordinamento della professione ed anche un esame in cui bisogna dimostrare di padroneggiare ben due lingue straniere. Dimenticavo poi le due ciliegine sulla torta: la comunicazione del concorso è giunta ai partecipanti tra il 9 e il 10 giugno 2015 (a distanza di oltre un anno dalla domanda d’iscrizione) quando la selezione ci sarà il 1 luglio, quindi venti giorni dopo e il luogo prescelto per essa è Bastia Umbra, posto raggiungibile praticamente solo in macchina e nel quale molti dovranno tassativamente pernottare – e so per certo che gli alberghi che il centro possiede sono già quasi tutti pieni.

Dunque, ricapitolando: vale la pena prepararsi in pochissimo tempo, spendere parecchi soldi (e prendere giorni al lavoro, per chi ha la fortuna di averne uno) per raggiungere Bastia Umbra e pernottare lì, stressarsi notevolmente per diversi esami che, pur avendo la fortuna di superarli tutti, non daranno comunque alcuna garanzia di lavorare? Giudicate voi.

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