Caserta, la "questione-Parco Primavera": s'è fatta ora!

24 Giugno 2015
Redazione YOUng
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reggia-sfrattatiIl Parco Primavera di Tuoro, piccola frazione della periferia di Caserta, vive da anni una situazione di disagio che con il passare del tempo sta assumendo dimensioni drammatiche. Ben 32 famiglie rischiano da anni di essere sfrattate dalle abitazioni requisite ben 35 anni fa dal Comune di Caserta per ivi sistemare le persone colpite dal sisma e che avevano perso tutto quello che possedevano. Successivamente, lo stesso Comune di Caserta provvedeva all’acquisto dei fabbricati, tranne di una palazzina che tutt’ora è gestita da un privato che oggi pretende il pagamento dei canoni arretrati.

Da anni ormai, l’Avv. Giorgio Di Majo ha preso a cuore la questione di queste persone davvero bisognose, abbandonate dalle amministrazioni che si sono succedute come se fossero cittadini di serie B. Chi vi scrive è peraltro cresciuto in quelle zone prima di emigrare per motivi di studio e di ricerca accademica, e nei suoi ricordi sono ancora vivi la generosità, l’umanità e la cordialità di tutte quelle persone che nonostante mille difficoltà erano e sono sempre pronte a tendere una mano a chiunque ne avesse bisogno. Ma mai qualcuno che si fosse comportato così con loro, tranne chi ha messo da sempre a disposizione la propria professionalità e quei (davvero pochi) politici che si sono spesi per la povera gente.

Oggi, gli stessi abitanti del Parco Primavera, tra cui tanti amici che continuo a sentire e vedermi quando rientro all’ombra della Reggia, non solo vivono il disagio abitativo per le esecuzioni forzose, ma essi stessi sono gravati da abnormi difficoltà, costretti a convivere con la disoccupazione e/o la precarietà lavorativa, tenuto pure conto che l’utenza abitativa è composta prevalentemente da anziani e minori, nonché numerosi invalidi e/o disabili (anziani cardiopatici e diabetici impediti nella deambulazione, giovani affetti da grave patologia oncologica).

Le contraddizioni e gli insuccessi dei confronti più volte tenutisi per risolvere la vicenda, le promesse non mantenute, i finanziamenti non ricevuti hanno incrementato ed incrementano tensioni e difficoltà che vanno evidentemente arginate per evitare che il disagio di queste persone si trasformi in disadattamento prima e in devianza poi, tenuto conto anche della mancanza di strumenti istituzionali per la prevenzione del disagio a sostegno delle fasce più deboli.

Al di là degli impegni legali che continuamente assicura l’Avv. Di Majo e anche il sottoscritto (che nonostante sia impegnato in una intensa attività di collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le riforme istituzionali e con le Università di Bologna ed Urbino, continua a monitorare l’evolversi della situazione, percependo anche da lontanissimo il grido di aiuto e di dolore di tutti gli amici che ancora oggi sono costretti a sopportare pesanti disagi), non si capisce perché presso la Regione Campania siano stati stanziati corposi finanziamenti per l’acquisto degli immobili de quibus e che il Comune, quantunque più volte sollecitato, giammai e senza ragione alcuna si è curato di richiedere tale finanziamento, peraltro richiesto anche dal legale dell’impresa che gestisce gli appartamenti privati e che ha mostrato una sensibilità davvero commovente e una disponibilità unica nel risolvere la questione.

Urge, dunque, un incontro immediato con le Istituzioni che oggi governano Caserta; bilaterale, trilaterale, chiamatelo con qualsiasi formula geometrica, ma la situazione non va più sottovalutata e soprattutto non va più procrastinata nel tempo! Anzi, le recenti pagine di cronache sono piene di notizie di migranti che a frotte giungono nel nostro Paese ai quali, in nome dei principi di solidarietà umana, forniamo alloggi ed aiuti di ogni tipo anche spesso a scapito del rispetto della normativa vigente; ritengo – e insieme a me lo stesso papà che, come ribadito più volte, fa da “ponte” tra istituzioni e famiglie bisognose – che gli stessi diritti, le stesse risorse e gli stessi principi umanitari vanno parimenti riconosciuti a chi – ormai disilluso – con stenti e con sacrifici tenta da anni di garantire a sè ed al proprio nucleo un alloggio dignitoso perché privato della propria casa dall’evento sismico del 1980!

In nome dei diritti umani di tutti e non solo dei privilegiati. In nome della Costituzione!

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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